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E se Twitter fosse il nuovo LinkedIn?

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imagesL’utilità di un social network dipende da quello che viene deciso dagli iscritti: negli ultimi sei mesi è stato registrato un aumento significativo delle offerte di lavoro presentate via Twitter, arrivate a 500mila al mese. Mentre già si prevede un incremento fino a 2 milioni al mese entro il 2014 la domanda nasce spontanea: è finito il tempo degli aforismi e delle battute di spirito? Riuscirà Twitter ad insidiare il “trono” di LinkedIn?

Ovviamente la previsione non è del tutto casuale: a farla è lo staff di Gozaik, nuova “piattaforma” che si propone come “lo” strumento per favorire l’incontro fra candidati e recruiter nella massa dei circa 500 milioni di tweet al giorno.

Oltre all’incremento delle offerte di lavoro, l’altro dato fortemente significativo è rappresentato dalla loro diversificazione: non si cercano più soltanto professionisti dell’Information Technology (che si mantengono comunque ad un saldo 24.58%) ma anche candidati dell’area medicale e del settore delle vendite (attualmente le ricerche più presenti, anche se per un soffio, con il 24.7%).

Incuriositi, abbiamo provato Gozaik (uscito dalla fase di beta testing da pochi giorni): lo strumento permette la creazione di un profilo personale completo (in cui inserire esperienze di lavoro, studi, competenze ed anche una breve video-presentazione) e di filtrare i tweet a “tema lavorativo” per settore e località. Al momento l’utilizzo sembra fortemente “U.S.A.-centrico”, con il resto del mondo presente in forma quasi solo nominale. Tutte le funzionalità attualmente presenti  (previste a breve nuove opzioni, specialmente per quanto riguarda l’accesso mobile) sono gratuite per i candidati, mentre per le aziende è prevista la possibilità di sponsorizzare e rendere maggiormente visibili le proprie ricerche a pagamento.

Saper “cinguettare” diventerà presto una dote essenziale di ogni buon candidato?

 

I dati sono stati tratti da questo post.

4 Commenti

  1. @ Stefano: attenderò che lo strumento si diffonda adeguatamente anche in Italia e poi … salirò a bordo.
    Non sarò pioniere, ma avrò un SN in meno da gestire.
    La tempestività di interazione è fondamentale, perciò si deve scegliere in funzione del tempo che si intende dedicare ai “social”.

  2. @Andrea: concordo perfettamente con te, l’esposizione sui SN (e conseguentemente, il tempo da dedicare per “curarli”) deve essere ottimizzata e finalizzata alla propria strategia. Ho scritto l’articolo non tanto per raccomandare l’utilizzo dello strumento, ancora in fase sperimentale, quanto per segnalare lo sviluppo di un “trend” relativo a Twitter, che per alcune sue caratteristiche (velocità, semplicità d’uso…) sembra porsi sempre più come strumento interessante “anche” per chi cerca lavoro. Nonostante non creda che raggiungeremo presto in Italia gli stessi “numeri” degli USA, ritengo comunque opportuno cominciare a “monitorare” più assiduamente anche questa potenziale fonte di informazioni… per “salire a bordo” un pochino prima degli altri!

  3. Copio il link ad un articolo fresco fresco pubblicato sulla sezione Attualità di D.Repubblica.
    Un giovane su 4 trova lavoro tramite i social network (niente di nuovo sul fatto che i recruiter si orientino nel web) ma l’aspetto che emerge è che ogni lavoro andrebbe indirizzato sul social network giusto. Il pezzo parla di attività molto diverse tra loro ma per certi aspetti accomunate dal fatto che sembrano parecchio centrate su una certa forma di creatività/design/scrittura.
    Sarebbe interessante confrontarci sull’uso che ne fanno, invece, le aziende che potremmo definire un po’ più “classiche”.

    Vi risulta che l’attitudine a selezionare con questa modalità alternativa appartenga a nuove generazioni di mestieri o come sempre sono le persone dentro le aziende a far emergere la differenza?
    http://d.repubblica.it/attualita/2013/11/25/news/trovare_lavoro_lavorare_su_internet_social_network-1899635/#!

  4. Ciao Stefania, molto interessante l’articolo. Anche io ritengo che nella “tendenza” all’utilizzo dei social per il recruiting (in crescita, principalmente per fattori di tempo ed economicità) sarebbe interessante capire “chi” indirizzare verso “cosa”.
    Ad esempio, nell’articolo mi ha colpito molto il fatto che le professioni ricercate via Twitter non siano più soltanto quelle legate all’IT. Certo non mi riesco ad immaginare un amministrativo esperto che utilizza come canale principale Pinterest, o un creativo che si limiti ad elencare i suoi titoli di studio su LinkedIn.
    Come possiamo fare? Lanciamo una survey per capire il social “giusto” per ogni categoria? 🙂

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