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Il valore di un MBA nello scenario professionale di oggi

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Dopo quasi 18 mesi di investimento su me stesso sto arrivando alla meta (direi meglio alla prossima tappa): completare il percorso MBA in ALMA Graduate School.
Contestualmente ho iniziato ad aprire occhi ed orecchi per capire come si sta muovendo il mercato per profili manageriali: vedo deserto!
Mi chiedo: la grande crisi economica ha talmente irrigidito il mercato del lavoro? Le aziende non si azzardano ad investire in risorse umane di qualità?

Voi, che forse avete una maggiore visione della situazione, che dite? Qual’è il valore oggi riconosciuto a chi investe intensamente in formazione?

Forse ha ragione Celli che in un’intervista a Repubblica (http://www.dillinger.it/celli-potere-manager-universita-31582.html) ad esortare li figlio a cercar fortuna all’estero?

Spero di no, temo di si : poveri Noi.

Attendo i vostri commenti e se volete anche i vostri suggerimenti.

un caro saluto

22 Commenti

  1. Post molto interessante il tuo. Specie per quanto mi riguarda, perché sono stato a lungo tentato da un master che potesse migliorare la mia spendibilità sul mercato, ma viste le cifre che si spendono, finora ho sempre esitato. Mi sembra di capire che la tua è stata un’esperienza positiva, da un punto di vista formativo, corretto? Ma, per ora, una semina a lenta maturazione. Spero ardentemente che Celli si sbagli e che le tue speranze siano ben riposte, soprattutto perché sarebbe giusto.

  2. Ciao a tutti, post molto interessante.

    Aimè il mio giudizio e le mie indicazioni dopo 2 anni che ho completato il tanto sognato MBA non sono per nulla positive.

    Credo che in Italia ci siano ben poche realtà disposte non tanto ad investire in una simile informazione ma anche solo a riconoscerla a chi quella formazione l’ha conquistata da sola e a proprie spese.

    Conosco “masterizzate” delle più prestigiose scuola italiane e nessuno dico nessuno mi ha detto che il Master l’ha favorito in qualche modo nella propria crescita professionale anzi semmai il contrario…..senza parlare di un AD di un’azienda con 8 stabilimenti produttivi che mi chiede cosa sia un MBA…..

    Spero che Celli si sbagli tanto ma a mio figlio di 8 anni già comincio a dire che il suo futuro sarà fuori da questo paese che di sicur non premia il merito….

  3. Ciao di nuovo. Il panorama mi sembra desolante, ma siamo solo a due commenti di cui uno sostanzialmente neutro. C’è qualcuno che può portare una testimonianza positiva? O è troppo occupato a lavorare nel nuovo incarico che l’MBA gli ha procurato? 😉

  4. Ciao Maurizio,
    l’esperienza che ho vissuto è stata assolutamente unica e gratificante.
    Dal punto di vista delle competenze ma forse ancor di più dal punto di vista dei rapporti umani con le persone che condividono con te questo investimento, che vissuto con passione, sottrae a te e alla famiglia molti sabati, domeniche, i dopo cena e le pause pranzo. Ma a mio avviso ne vale certamente la pena.

    Competenze: partendo dal mio percorso professionale che si è completamente sviluppato all’interno della funzione R&D, è assolutamente stimolante uscire da questa esperienza potendo ragionare e disquisire di marketing (anche in merito a strategie di sviluppo nuovi prodotti), struttura dei costi, bilancio, indici di reddtività, Valore di un investimento, produzione Lean e sistemi Kanban, oppure essere in grado di sviluppare un Business Plan e un simulatore economico finanziario che sviluppa dalle ipotesi su ricavi, costi, risorse umane, il budget di cassa, bilancio previsivo a 6 anni e la valutazione per indici.

    Queste sono competenze che a mio avviso un manager d’azienda non può non avere, soprattutto in posizioni di guida dell’impresa (General Manager o AD)

    Poi ripeto, vi sono le relazioni interpersonali che si creano, che sono forse la cosa più gratificante in quanto ti confronti, scambi e condividi esperienze, competenze, sensibilità, punti di vista molto diversi.
    Da tutto ciò nasce un arricchimento complessivo e si stringono rapporti personali forti, che si traducono in un network di contatti e relazioni che sopravvive alla chiusura dell’esperienza formativa.

    Perchè l’ho fatto: perchè la mia dimensione professionale mi stava come un vestito stretto, perchè credo che la responsabilità tecnica non sia la mia realizzazione personale, perchè sono un’entusiasta e amo confrontarmi con dimensioni sempre nuove e cogliere sempre nuove sfide, perchè mi piace ragionare su dimensioni che vanno al di fuori del mio ruolo, la strategia, il posizionamento, l’analisi delle performance, la definizione degli obiettivi.

    Ti saprò dire in futuro se il mercato riconosce questo valore.
    Lo spero non solo per me, lo voglio sperare per le nostre imprese.

    Ma se ti senti di voler crescere la tua professionalità verso competenze a 360′
    e ti senti una forte motivazione, il consiglio personale è : FALLO!!

    Forse l’MBA non cambierà il tuo percorso, sicuramente cambierà profondamente te stesso.

    Un’altra cosa è certa, l’MBA è una tappa, non un traguardo, almeno per me.
    L’MBA poi non è un marchio di garanzia, è un modo di essere e come tale non ha un ciclo di vita (non si chiude al conseguimento della pergamena).

    Mi piacerebbe qualche commento anche da chi si occupa di Ricerca e Selezione.

    Un caro saluto
    Marco

  5. MBA/ Master: serve a se stessi, per migliorare la performance e, nel medio termine, per questa via ottenere (speriabilmente) vantaggi di carriera.

    Chi cerca un trampolino nel titolo…: auguri.

    Il problema se lo è posto anche AIMBA, l’associazione degli MBA in Italia.
    Stanno organizzando un evento a breve per incontrare i medi imprenditori e capire il loro punto di vista.
    Per ora pare non si tratti di una iniziativa nazionale ma di alcuni incontri a livello regionale o provinciale (dato il nostro tessuto frammentato, le diferenti sensibilità e, fra poco, anche le diverse lingue…(;-)

  6. @Domenico,
    Condivido, è un’esperienza di crescita che porta il manager ad operare in modo più efficace, ma allo stesso tempo gli consente di avere una visione d’insieme dell’azienda che valica i confini del suo ruolo di responsabilità.

    Se poi è vissuto come tappa iniziale di un percorso teso a sviluppare in modo continuo competenze manageriali, allora credo che questo atteggiamento (questo e non il titolo) dovrebbe essere un buon biglietto da visita per chi vuole, come me, uscire dalla propria area funzionale e poter dare un contributo completo alla gestione aziendale, senza aver paura di proporsi per ruoli per i quali non si ha maturato esperienza, ruoli per i quali possa essere erroneamente considerato presuntuoso.

    Vedi Domenico, quello che scopri in questo percorso (e ti genera un certo senso di nausea, che cresce nei mesi) è quanto la realtà aziendale della PMI (come l’azienda in cui collaboro) spesso sia lontana dal possedere le giuste competenze su cui sviluppare strategie mirate di sviluppo: come magari il resp Commerciale fraintenda marketing con avirtising (laurea in Economia), il resp di Produzione ritenga che le scorte diano flessibilità e non costi, il controllo di gestione non sia un elemento chiave e non si abbia una misura delle performance dei reparti, la funzione Risorse Umane sia l’Ufficio paghe, infine l’imprenditore affidi ancora la strategia al buon fiuto che gli ha portato successo per 35anni, ecc.ecc.ecc..

    Ditemi il quadro che vi ho dipinto è molto lontano dalla situazione media della nostra PMI?
    Non credo, ecco perchè oserei sperare, non solo per me, ma per il bene complessivo del nostro tessuto imprenditoriale, che le competenze siano ricercate, coltivate, motivate e premiate.

    Cercherò di temermi aggiornato sul’esito dell’iniziativa di AIMBA.

    Un caro saluto
    Marco

  7. Sono certo che un corso MBA o Executive MBA sia un’ottima esperienza e regali un grande bagaglio professionale e non solo, tuttavia di fronte alle limitate possibilità di (rapida) crescita che vengono qui descritte un potenziale interessato ad un MBA si chiede: ma i costi del corso in quanto tempo li ammortizzo?

  8. sono ingegnere in telecomunicazioni: percorso di laurea difficile e faticoso ma, supportato dal giudizio di tanti che prima mi avevamo consigliato e poi sostenuto, ho infine raggiunto il traguardo che mi avrebbe offerto opportunità e soddisfazioni…Risultato: laurea assolutamente inutile in quel “mercato del lavoro” che, sulla carta, avrebbe dovuto invece accogliere con entusiasmo nuovi laureati in un settore in così forte crescita e con una valenza strategica tanto importante nell’economia mondiale…dopo qualche anno di lavoro e avendo maturato una discreta esperienza come commerciale (altro che ingegnere!!) sto valutando anch’io di fare altri sacrifici (anche economici) per ottenere una qualifica migliore e potere aspirare ad un ruolo di management attraverso un executive master…e allora che faccio? chiedo nuovamente in giro a chi ha più esperienza di me; Tutti mi dicono che, in fin dei conti, tali competenze maturate solo sulla carta potrebbero non essere neanche valutate dalle nostre valenti e innovative PMI (discorso a parte andrebbe fatto per realtà più strutturate tipo multinazionali, ma si contano sulle dita di una mano)…in conclusione se per la laurea ho fatto tanta fatica non penso che la rifarò per un master!
    Infine l’impressione che ho è che l’unico modo di potere fare carriera verso ruoli “dirigenziali” sia riuscire ad avere l’opportunità di qualcuno che fidandosi di te e delle tue caratteristiche umane investa nella tua formazione “on the job” cioè sia disponibile a tollerare qualche errore iniziale (che peraltro anche un “masterizzato” potrebbe commettere) e ti conceda dunque il tempo per costruirti una tua professionalità…alla fine si potrà sostenere che il “pezzo di carta” è inutile perchè l’importante è sempre l’esperienza maturata sul campo!!
    Non si parli di affiancamenti con colleghi anziani e più competenti perchè da nessuna parte ci sono i soldi per sostenere una tale scellerata filosofia di crescita interna.
    Infine dopo qualche anno in giro posso affermare che l’Italia è un paese di “self made men” la qual cosa ha anche i suoi lati positivi, ma certo scoraggia dall’investire in formazione e cultura che siano troppo spinte.

    Ditemi che mi sbaglio e ve ne sarò grato!

  9. @tutti,
    parlo per me, per la mia (datata) esperienza di studente, per quelle successive da docente nei corsi, per le reunion che continuano ai giorni di oggi.
    Una cosa prima di tutte; negli ultimi 10 anni e più (diciamo dalla riforma Zecchino in poi) gli MBA sono stati fatti oggetto di una concorrenza spietata da parte di altri prodotti e formule più a buon mercato – dalle lauree specialistiche, ai cd. Master regionali, ai corsi IFTS (sic!), etc. etc. Per questo motivo sono sempre di meno coloro che sono disposti a prolungare di ulteriori due anni il proprio percorso formativo, gravando magari sul bilancio della propria famiglia, in cambio di un titolo se vogliamo prestigioso, ma che non è assolutamente detto che rappresenti un atout sul mercato del lavoro. Anzi, in un tessuto fatto di piccole e piccolissime imprese, com’è quello del centro Italia, spesso intimorisce il potenziale datore di lavoro. Al contempo, ahimé, sono di molto diminuite le opportunità rappresentate dalle mitiche borse di studio che hanno permesso a tanti ragazzi come me di non pagare tasse di iscrizione… Oggi, praticamente, pagano (quasi) tutti; dovrebbe essere un aspetto positivo, ma non è sempre così. E’ più facile per la scuola relazionarsi con un borsista, reclutato e scelto al termine di una selezione, piuttosto che un cliente che paga e che, attraverso la retta, sostiene finanziariamente la sua struttura. Quello che voglio dire è che nel tempo anche i corsi MBA hanno dovuto cambiato pelle per assecondare la corrente, perdendo un po’ di appealing nei confronti dei principali portatori di aspettative (allievi e potenziali allievi, aziende).
    Io arrivai alla scelta di prolungare il mio percorso formativo alcuni anni dopo la laurea, quando mi ero già sperimentato sul mercato del lavoro e sapevo esattamente che cosa volevo dal corso. Dunque, avevo motivazioni da vendere.
    Un ultimo elemento importante, e mi ricollego a quanto scritto da Marco: al di là delle competenze che mi hanno trasmesso i docenti, il maggiore arricchimento è arrivato dal contatto con i miei colleghi, dai rapporti personali che sono nati nelle nottate e nei fine settimana passati a compilare fogli di excel ed a scrivere report.
    Un saluto
    Domenico

  10. Vorrei dare anch’io il mio contributo perchè questo è un argomento che mi sta molto a cuore e sul quale posso dare un contributo di esperienza significativa. Io ho completato il percorso MBA a Milano orami circa 8 anni fa giusto dopo la caduta delle torri e dopo aver già compiuto un percorso professionale. Avevo le idee chiare perchè volevo spostarmi dall’ambito tecnico a quello tecnico commerciale. Da questo punto di vista il risultato è stato raggiunto e dal punto di vista delle competenze acquisite è stata una grande scuola, soprattutto come dice Domenico, il rapporto creatosi con gli altri studenti e la condivisione di obiettivi e sforzi comuni nello redazione di progetti e business plan rappresentano oggi il ricordo più bello.
    Devo dire che a mio parere c’è una profonda differenza tra corsi executive e corsi full time. Se l’executive viene visto come opportunità per cambiare azienda, magari va bene anche se non mi aspetterei il livello di un corso full time.
    Per quanto riguarda invece aspettative future, devo dire che tutti i miei colleghi con meno di 30 anni alla fine del master hanno trovato una buona collocazione. Devo sottolinare che non si tratta di PMI, le PMI non sanno che farsene di un laureato figuriamoci di un MBA. Devo dire che da questo punto di vista la zona di Milano è indubbiamente quella più indicata come bacino di aziende. Se io dovessi scegliere andrei a valutare bene le performance della scuola. Chiederei i dati di ricollocamenteo delle persone (% di persone assunte dopo 6 mesi) e delle aziende presso cui i diplomati hanno trovato collocazione e questo almeno per gli ultimi 3 anni. Se si vuole avere successo l’età è fondamentale ed anche la voglia di andare in qualunque posto del mondo perchè l’esperienza all’estero fa la differenza.
    Spero di aver dato il mio contributo. Gianfraco

  11. Giusto per mettere un altro po’ di legna sul fuoco:

    SDA Bocconi, a proposito del suo MBA Full Time, ci informa che
    – 81% found a new job three months after graduation;
    – 53% of new career opportunities provided by CDS;
    – +108% average salary increase;
    – € 66,700 mean base salary.

  12. Mi trovo anche io a decidere se intraprendere a Novembre la scelta del master MBA della scuola AlmaGraduate di Bologna, per quanto riguarda vedo il master, un modo per apprendere discipline di tipo economico-manageriale che non conosco avendo un background di tipo ingegneristico alle spalle. Non sono sicuro che nella mia attuale azienda o in altre in italia possa sfruttare questo tipo di formazione, ma spero di poter imparare molte cose che mi saranno comunque vada molto utili.

  13. Vedo che finora si sono espressi sul tema soprattutto coloro che hanno frequentato un corso MBA o stanno valutando se frequentarlo o meno. Ma i recruiter cosa possono dire, dal loro punto di vista, sul peso di un titolo MBA all’interno di un CV? Sarei davvero curioso di capire se la presenza di questa voce modifichi in maniera sostanziale l’appeal di una candidatura, e soprattutto se questo effetto riguardi tutte le posizioni o solo quelle più strategiche.

  14. Gianluca,

    Io non mi aspetterei nulla dai HHRR, xk sono la “voce sul mercato” degli imprenditori. Loro fanno quello che l’AD, Manager o Imprenditori vogliono, e se queste figure non danno valore al diploma MBA allora non sarà una leva in più.
    Ma la mia esperienza dopo aver frecuentato l’Ex MBA al MIP è molto positiva.
    Ho utilizzato in azienda ogni settimana tutto ciò che imparavo in classe. è sempre è stato riconosciutto dal CEO.
    Dall’altro canto ci vuole tempo xk in Italia l’MBA sia riconoscitto di più. In quanto un paio di CEO facciano le cose molto per bene e tutti abbiano in comune questo post-grado (come capita in altri paesi), allora si. Ma a quel punto, un MBA in Italia non costerà come oggi 20.000-30.000, ma molto di più.
    Saluti!

  15. Post davvero molto interessante. In effetti oltre a tutti i plus a livello di skill, network, etc (abbastanza noti nelle prestigiose business school) bisogna fare i conti con costi di iscrizione che sono nella maggior parte dei casi davvero esorbitanti. L’unica mia speranza è di raggiungere una borsa di studio o in caso di finanziamento non rimanere a piedi, o almeno con un livello retributivo che mi permetta di coprire i costi nell’arco di 3/4 anni (previsione abbastanza reale). Ho visto che Gianluca ha portato dei dati su placement, salary. Tuttavia mi chiedo la loro attendibilità ora, nel mercato di oggi…una vocina mi dice che il biennio 2009-2010 ha ridotto quelle percentuali e non di poco.
    Conosco amici che dopo la frequenza di Master anche quotati sono rimasti “a spasso”.

  16. DA IL SOLE24ORE:

    “[…] Si parla d’incremento della domanda di diplomati Mba nel 2009- 2010 da parte dei datori di lavoro in tutto il mondo. Il dato più alto riguarda l’Asia con il 33% di richieste, addirittura l’India il 43% nei settori dell’Information Technology e della Microfinanza.

    Tra i Paesi che hanno un segno meno in merito alla richiesta di giovani con un master in Business Administration vince l’Italia con – 27%. E’ il Paese fra tutti che ha il più alto rifiuto di diplomati Mba, ne ha assunti – 27%. Le altre percentuali negative riguardano la Bulgaria (-23%), la Grecia (- 21%) , la Spagna (- 13%) e l’Irlanda con – 4%.

    Il dato complessivo dell’Europa Occidentale, è di + 3%, come Africa e Medio Oriente; Stati Uniti e Canada 8%, Asia (Sud e Sud Est) 32%; Asia del Nord e Singapore 12%.

    L’analisi di mercato di un corso Mba continua a essere testimonianza di recessione e crisi, segna il discrimine tra i Paesi che investono in alta formazione manageriale e quelli che scontano una crisi tale da non poterselo più permettere.”

  17. Ciao a tutti, sono ingegnere ed ho 33 anni; dopo 6 anni di lavoro, di cui 4 in una delle più importanti multinazionali farmaceutiche come project manager, sto valutando l’opportunità di dimettermi e seguire un MBA (pensavo all’international full time MBA del politecnico). Le motivazioni sono semplici: voglio aumentare le mie competenze per poter passare da un ruolo tecnico ad un ruolo più strategico, tuttavia mi preoccupa molto l’idea di investire quasi 40 k€ (tra retta e spese vive….) e poi ritrovarmi a piedi oppure con un titolo che di fatto in italia non da valore aggiunto per le imprese. A ciò aggiungo che mi è stata prospettata da poco la possibilità di un ruolo internazionale in azienda (non subito, tra 2 anni), al quale dovrei rinunciare. Considerata la mia propensione al rischio, sto valutando seriamente di fare l’MBA. Qualcuno può darmi suoi feedback in merito o suggerimenti? la scelta è davvero dura….
    grazie
    Aldo

  18. @ Aldo: se il ruolo internazionale di cui parli ti interessa, potresti valutare l’ipotesi di fare un MBA online continuando a lavorare lì e puntare ad utilizzare la somma di MBA + nuovo ruolo per fare il salto di carriera a cui aspiri.

  19. @Aldo
    Io non ho un MBA, né sono il massimo esperto in materia; tuttavia l’articolo ripreso da Gianluca mi fa riflettere e mi dà voglia di reagire, pensare che ci può essere qualcosa di meglio, un po’ più di intelligenza verso il futuro anche nella nostra Italia Italietta.
    Provo a darti un possibile percorso: un mio amico (più giovane e brillante di me!) alcuni anni fa negoziò con la propria azienda la partecipazione ad un MBA, quale compenso per restare in azienda. Prova a parlarne con il tuo capo o con le RU: magari hanno già fatto scelte simili, specialmente per un high potential, destinato ad una carriera internazionale.

    Good luck,
    Giorgio

  20. Master specialistici o MBA? Alcuni numeri da Alma Graduate School:
    – tutti gli studenti che hanno terminato nel 2009 il master in “Amministrazione, finanza e controllo” hanno trovato un impiego stabile dopo appena tre mesi dal diploma
    – per quelli del corso di “Gestione d’Impresa” il tasso di occupazione si è infatti attestato sul 90%
    – per chi ha studiato “Gestione delle Risorse Umane” sull’84%
    – per chi ha completato la formazione in “Marketing e Comunicazione” sull’82%

    Attenzione però: “stage, contratti a tempo determinato o a progetto le modalità privilegiate di collaborazione con le aziende.”
    Attenzione bis: si parla principalmente di neolaureati.

  21. Buonasera a tutti, sono rientrato dopo alcuni mesi nel post che ho lanciato ad Aprile.

    Concluso questo percorso a inizio Luglio, circa un mese fa ho lanciato una survey ai miei ex colleghi sulle opportunità incontrate in questi mesi:
    – crescita interna
    – nuove opportunità in Italia
    – nuove opportunità all’estero

    il link è :
    http://www.linkedin.com/groupItem?view=&gid=2068451&type=member&item=35347536&qid=fd95927b-6216-465f-a8f1-20162395b03e&goback=.gmp_2068451

    Credo che sia corretto per chi ha intenzione di intramprendere questo percorso, sapere qual’è il contesto culturale del nostro tessuto imprenditoriale per capire che oggi avere la possibilità di mettere a frutto le proprie competenze è un evento che ritengo “fortunoso”.

    Diversa invece, mi pare, la situazione all’estero.

    a presto
    Marco

  22. Marco, chi non fa parte del gruppo LinkedIn ALMA MBA DL 2009-2010 non può vedere i risultati del tuo sondaggio: ce li puoi riportare qui?

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