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Come pensare (e poi scrivere) il cv in Inglese. Marche Speaks English, ultima tappa.

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Quanto ci fanno ridere le espressioni in italiano sgrammaticato nelle mail che affollano la cartella antispam della nostra casella di posta?

Prima ancora che le promesse di fantomatiche ricompense per attività da casa e di pochi minuti, la puzza di bruciato arriva già dai numerosi errori di grammatica e sintassi, frutto dell’approssimazione del programma di traduzione utilizzato. Approssimazione che, purtroppo, si comincia a trovare anche sui dozzinali libretti di uso e manutenzione dei cloni hi-tech; non appena scartata la confezione e non avendo neppure premuto il tasto ON, già rimpiangiamo il fatto di non aver speso qualche decina di euro in più per il concorrente griffato.

Immaginate ora che la merce che si sta valutando è quella a cui teniamo di più: noi stessi, la nostra reputazione, la nostra credibilità.

In inglese, la parola francese stage vuole dire: scena, palcoscenico, tappa. E’ oggettivamente raro trovare nei CV l’uso del termine corretto che è internship. E’ un po’ come quando leggiamo molla (spring) al posto di primavera, oppure sinistra (left) in luogo di mancante: “Noio vulevon savuar” ci fa un baffo…

Non parliamo poi delle job titles, dove la proverbiale creatività italiana sa toccare vette elevatissime. Ho letto di tutto per tradurre tecnico commerciale (date un’occhiata anche a Linkedin), ma raramente il corretto Sales Engineer.  

La costruzione di un CV in inglese non è una semplice opera di traduzione. Ed anche un colloquio in lingua non è esattamente la trasposizione grammaticale e sintattica di un colloquio in italiano.

L’ultima tappa di Marche Speaks English ci darà una mano fare il tagliando al nostro curriculum, così da districarci dalle trappole e migliorare il nostro personal branding. Simuleremo, inoltre, una intervista di lavoro.

Come al solito, abbiamo scelto il meglio sul mercato.

La docente è la meravigliosa Pamela Sutherland, la location è la BBA di Centobuchi di Monteprandone, a due passi dal casello autostradale di San Benedetto del Tronto.

La BBA è una realtà – piccola, ma in progressiva espansione – del comparto metalmeccanico.

Azienda di proprietà tedesca e management irlandese, è orientata esclusivamente al mercato internazionale, tanto che presso i suoi uffici è d’obbligo parlare esclusivamente inglese.

Appuntamento martedì 17 giugno, alle ore 19.00.

Obbligatoria la tempestiva conferma attraverso l’Eventbrite dove trovare tutte le info utili sulla serata.

http://www.eventbrite.com/e/marchespeaksenglish-da-lu-ciausculu-to-the-applepie-tickets-11515522237

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