Cronache da un altro MondoNews

Cronache da un altro mondo dagli USA: come facciamo a venire in America?

2 commenti1641 visite

😎 Stamattina: “Allora ingegnere, e’ contento di vivere in America? Cosa ci consiglia?” inizia cosi’ l’ultima telefonata di un imprenditore romagnolo, pronto con i suoi collaboratori a scommettere sugli Stati Uniti ed alla ricerca di informazioni e supporto.

Da quattro anni vivo nel NewEngland, emigrato con famiglia per sviluppare il business della filiale locale del mio precedente datore di lavoro, ed agevolare l’integrazione di una piccola azienda comprata in loco. L’esperienza e’ stata cosi’ positiva che abbiamo deciso di rimanere qui, e da pochi giorni riparto con una nuova filiale americana. Aizoon e’ un azienda IT con 500 dipendenti tra Italia ed Australia che ora apre i battenti in USA. In questo momento sono di nuovo al ground zero: aprire i conti in banca, contattare gli sponsor pubblici, sviluppare nuovi contatti commerciali. E’ una sfida divertente.

Email e telefonate di piccole e medie aziende, esattamente come quella di stamane, diventano piu’ frequenti ultimamente. Sara’ il tour di Renzi in USA, sara’ che l’Italia affianca il Burundi per facilita’ di fare business, sara’ che l’economia europea non mostra quel +4.6% che vediamo attorno a noi, sara’ che dopo 6 anni di recessione imprenditori e dipendenti si son proprio rotti le scatole di raschiare il barile a caccia ci risparmi sempre piu’ esigui, sara’ l’ISIS o l’ebola.  Comunque sia, tre o quattro volte al mese qualche sconosciuto mi cerca per farsi assistere nell’emigrazione di azienda e personale.  

Le informazioni di base son sempre le stesse. La Silicon Valley e’ molto costosa ed e’ indicata solo a start-up del campo tecnologico e consumer. Boston ha il maggior numero di start-up per capita del paese e su biomedicale, robotica e finanza e’ molto interessante.  La T che va da Chicao a Detroit e giu’ fino a Houston sta spingendo con forza su automotive, industria pesante e chimico/petrolifero.  Tutto il resto del paese offre condizioni economiche vantaggiose, buona connettivita’ internet e Governatori che fanno a gara per accaparrarsi aziende che diano lavoro (e contribuenti, ed elettori).

Chiaramente un azienda di 500 dipendenti ha potere contrattuale in stati piccoli o non molto popolati, mentre una multinazionale automotive che dia lavoro a 1000 persone in una sola fabbrica (e quindi da vivere a 3000 famiglie contando i fornitori di cintura) puo’ permettersi di fare la voce grossa anche in stati importanti come California o New York.

Un fattore che pochi considerano, e’ che la burocrazia qui e’ comunque molto complessa, resa ancora piu’ difficile dal fatto che i trattati USA-Italia si applicano a fiscalita’ personale ed aziendale, al commercio, immigrazione e ad una pletora di altri aspetti. Di conseguenza avere un commercialista che e’ anche commercialista in Italia e che conosce bene i trattati bilaterali, significa risparmiare tempi e costi in modo importante. Affidarsi ad un trasportatore che conosca tanto bene la realta’ Italiana quanto quella USA significa portare un container in America al 25% in meno della media di mercato e sicuri di non incagliarsi in dogana.

Da un paio d’anni e’ evidente come rete consolare ed ICE abbiano messo il turbo nella solerzia ad aiutare le aziende italiane in cerca di sbocchi commerciali in America. Ho conosciuto Terzi e posso dire che grazie a lui ci sia stata una buona spinta, speriamo continui.

E tornando infine alla domanda che sento spesso: si, son contento del salto oltre oceano.  Richiede uno spirito avventuroso, una moglie e dei figli inclini al cambiamento, dei nonni che imparino skype e facebook, ed un capo azienda che accetti un modo diverso di fare le cose. Praticamente, una tombola .

2 Commenti

  1. Che sferzata di entusiasmo rispetto all’obitorio italiano (circuito FdR escluso ovviamente)! Se potessi invertire le ultime due cifre del mio anno di nascita da 58 in 85 … partirei entro fine anno. 🙂

  2. Ciao Andrea,

    tocchi un tasto delicato. Hanno pubblicato I dati sul rilascio delle Green Card per il 2012, ed e’ assolutamente evidente come, ad eccezione delle circa 150 rilasciate ad estrazione (la lotteria e’ verso novembre e gratuita)tutte le altre per ricongiungimento famigliare e motivi professionali siano per individui fino al massimo 45 anni di eta’. Superiori ai 45 anni non ce ne sono…. So che Canada ed Australia allo stesso modo guardano l’eta’ anagrafica.
    ciao
    rob

Lascia un commento