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Fior di Risorse in ISTAO con Great Place to Work: la mia azienda è un buon posto dove lavorare?

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La domanda è molto semplice, per quanto provocatoria.

Quanto, all’interno delle aziende del nostro Territorio, comprese (e soprattutto) le PMI si è sensibili al fattore “clima”? Ovvero, gli imprenditori hanno capito che da un buon clima interno, dalla collaborazione fra i dipendenti, dalla comunicazione fra dipartimenti, dalla sinergie fra i manager, dalla condivisione di progetti, dall’affiatamento, dal senso di appartenenza e  dall’ambiente di lavoro si possono migliorare  le prestazioni e i fatturati?

Ma soprattutto, siamo davvero convinti che certi strumenti e certe pratiche non siano alla portata anche di un’azienda dai 50 dipendenti in su?

Nel progetto di FdR c’è l’obiettivo di condividere strumenti e opportunità per le Imprese del Territorio e per i Manager che vi lavorano, lo sapete. Per questo motivo, abbiamo deciso di definire una partnership con
Great Place to Work, l’Istituto Internazionale più qualificato nella consulenza aziendale e analisi di clima a cui abbiamo chiesto la possibilità di affiancare, accanto alla classifica delle migliori aziende italiane, anche una classifica delle migliori aziende del Centro Italia da 50 dipendenti in su, che sarà pubblicata come tutti gli anni sul Sole24Ore.

Nelle Marche non potevamo non coinvolgere in questo progetto l’ISTAO e Confindustria, punti di riferimento per le Aziende, gli imprenditori e il management del nostro Territorio e naturalmente AIDP, Associazione che collabora in tutte le Regioni a stretto contatto con FiordiRisorse e punto di riferimento per l’area Risorse Umane..

L’attenzione alla persona, ai valori e al sociale, infatti, nel solco del modello imprenditoriale olivettiano, rappresenta uno degli elementi che Giorgio Fuà ha posto maggiormente al centro dello stile di “cultura d’impresa” che Istao promuove con le sue attività.

Ospiti di ISTAO nella loro splendida sede di Villa Favorita, martedì 31 maggio a partire dalle 17.00,  affronteremo questo tema, accolti e guidati dal Prof. Balloni, con le testimonianze di Gilberto Dondè – Presidente di GPtW, Renzo Libenzi – Direttore Generale Gruppo Loccioni, Libera Insalata – HR Manager Elica.

Trovate programma di dettaglio  e la possibilità di registrarvi all’evento su
http://greatplaceistao-rss.eventbrite.com/

Vi aspettiamo curiosi, attenti e numerosi!
Alessandra ed Osvaldo

6 Commenti

  1. Ciao,
    beh avete i top in classifica:
    Elica la conosciamo tutti, Alceo riferisce che è top in Europe, e Loccioni si è beccata un gran bel servizio su “Report” della settimana scorsa che faceva venir voglia di andare lì a lavorare.
    A mio modesto modo di vedere, l’analisi di clima viene prima di parecchie altre considerazioni aziendali (capital allocation, management strategies, sales forecasts and the like) e lo ritengo bazilare per qualsiasi azione si voglia intraprendere.
    L’azienda è un canale a due vie e se i managers vorrebbero maggiore produttività e awareness, per converso le risorse hanno anch’esse esigenze più sofisticate e diversificate che ne in passato.
    Queste esigenze non saltano quasi mai fuori da sole, alla macchina del caffè o in colloqui personali, e c’è bisogno di un’operazione “maieutica” e anonima per venire a conoscenza di desiderata e necessità inattese.
    Great Place to Work mi appare come la soluzione più azzeccata a questo fine.
    Con Affetto
    Graziano

  2. Ho avuto modo di lavorare a stretto contatto con molte PMI, delle Marche in particolare, e purtroppo gli imprenditori che potremmo definire "illuminati" a mio avviso sono pochi, in troppi ancora sono concetrati su una logica di prodotto, pensando ancora troppo da piccola azienda familiare senza fare in modo che nella propria realtà siano messi in atto processi aziendali con il compito di snellirne l’attività dell’ impresa o senza riuscire a cogliere i profondi cambiamenti in atto, o le rivoluzioni che la rete sta portando.

    Per fare un esempio l’internazionalizzazione dell’ impresa è affidata a processi casuali senza capire effettivamente questo cosa comporti, il personale non è consapevole della direzione nella quale si dirige l’azienda e il concetto di mission e vision che dovrebbero fare da collante e timone sono per lo più sconosciuti.

    Ho frequentato un corso come esperto dei processi di internazionalizzazione di PMI presso l’ ISTAO l’intento era quello di fornire capitale umano preparato a cogliere le sfide dei mercati aperti, ma il problema restano i troppi imprenditori poco flessibili e concentrati a una gestione giornaliera senza programmazione, fermo restando che l’ambiente umano resta più che piacevole ma solo quello non basta.

    La soluzione potrebbero essere dei seminari organizzati dalla Regione, che sensibilizzino gli imprenditori ( o in alcuni casi basterebbe che questi delegassero maggiori poteri ai loro collaboratorigià in possesso della dovuta formazione)su alcuni aspetti di gestione, in primisi citerei le opportunità offerte dalla rete e di come l’azienda nel suo complesso debba orientarsi a questa cogliendo le opprotunità come qualsiasi altro mercato e mettendosi in ascolti dei suoi clienti per coglierne le aspettative le esigenze e indirizzare meglio le attività aziendali verso il mercato.

    Buon lavoro

    Giovanni

  3. E’ stato un incontro interessante, di “semina” per associarmi alle parole di Giovanni. E’ vero che ci sono resistenze, intolleranze e qualche cecità, ma noi di FdR pensiamo che siano le Presone a portare e determinare i cambiamenti: persone più consapevoli ed informate, pi protagoniste che spettatrici.
    La platea c’era ed ha ascoltato, un po’ ha interagito. speriamo abbia riflettuto sugli spunti e le esperienze che Dondé, Renzo Livenzi e Libera ci hanno fornito.
    Noi insisteremo, felici di farlo.
    Alessandra

  4. Come ha detto Einstein, si fa più fatica a rompere un pregiudizio che a spaccare un atomo. Dobbiamo rompere il pregiudizio che basta lavorare duro per farcela: senza direzione, senza misurarsi, senza gestire il coinvolgimento nessuna organizzazione è abbastanza efficiente. Lavorare con la testa bassa come muli non funziona. E ci vogliono capacità sempre più sofisticate, metodo e programmazione, impostati con cura, applicati con costanza. Mi piacerebbe che la cultura dell’impresa italiana andasse in questa direzione senza perdere la propria capacità di improvvisare, all’occorrenza.

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