I BAMBINI E LE MELE
Vi allego una riflessione di un mio amico professore universitario. Cosa ne pensate?
Ciao a tutti
Roberto
“Il modo in cui le PMI chiedono fare Trasferimento Tecnologico in Italia mi ricorda spesso l’atteggiamento di un bambino davanti ad un albero di mele: per lui è facile prendere i frutti dai rami più bassi e venderli al mercato. Gli sembra un ottimo affare, ma presto i frutti finiscono e lui non riesce a raggiungere quelli più alti.
Il bambino però non sa che per avere quei frutti un contadino ha seminato, coltivato e curato la pianta per molti anni e che deve continuare a farlo anche per tutti gli anni a venire …
Purtroppo anche la creazione del sapere necessita, come la pianta, di tempi lunghi per svilupparsi. A nessuno di noi verrebbe in mente di smettere di dare da bere alla pianta perché non fa i frutti tutti i giorni oppure quando serve a noi … però molti dicono che non vogliono finanziare la ricerca perché non produce risultati con i tempi del mercato!
Il contadino e il mercato sono ai due estremi, ma ciascuno ha bisogno dell’altro: forse vale la pena (per una volta) di provare a sviluppare un modello per lavorare assieme che preveda un “filtro” tra Università e PMI che gestisca le esigenze sia del mercato che del contadino. Il modello del Fraunhofer o di altre realtà di TT tedesche forse è irraggiungibile per la nostra cultura, ma è comunque qualcosa a cui vale la pena di tendere.”
Caro Roberto,
oltre al modello Fraunhofer terrei presente il modello Technion di Haifa,IL http://www.technion.ac.il .
L’ILO del Technion è gestito da due manager:
– uno esperto di gestione IP e conoscitore del mondo universitario (più o meno come da noi);
– uno ex direttore Sales&Marketing di un’impresa privata che ha il solo obiettivo di “vendere” l’IP.
Questo secondo ruolo nei nostri ILO è ancora pressochè sconosciuto.
Credo sia un importante anello mancante; gli sforzi per costruire agenti/broker esterni all’Università sono molto meno efficaci senza un chiaro approccio degli ILO alla “promozione e vendita” dei loro frutti. Un agente esterno fa molta fatica a penetrare l’articolato mondo universitario senza un interlocutore con adeguati obiettivi.
Sulla base di quanto succede nel mercato delle derrate alimentari, si potrebbe continuare con l’esempio, facendo notare che il mero sfruttamento di quanto coltivato da altri ha portato allo sfruttamento e alla svendita dei prodotti, lasciandoli addirittura marcire sull’albero.
Andiamo ad analizzare la motivazione che spinge gli italiani a trovare lavoro all’estero: ottenere un posto di lavoro e delle opportunità premianti sia in termini economici sia in termini di habitat su cui svilupparsi ed evolvere.
Quello che manca in Italia è proprio questo: coltivare e premiare le potenzialità.
Non c’entra nulla il marketing e la vendita, ma il creare le condizioni per rendere il mercato premiante per chi sa creare e non per chi sa vendere … che spesso sa vendere solo sé stesso.
Deve essere considerato un filibustiere chi sfrutta le competenze e le abilità altrui offrendogli solo stage mal retribuiti o peggio, mantenendoli sotto il ricatto della chimera dell’assunzione a tempo indeterminato.
La “furbizia” è diventato un valore e non un disvalore.
Forse ci sarebbe bisogno di una rivoluzione del pensiero …