IntervisteNews

Manager alle Nazioni Unite: quali opportunità?

1438 visite

Abbiamo “scovato” in rete un sito curioso, tutto in inglese ma ideato e gestito da un italiano che ha saputo cogliere un bisogno, anzi un sogno, di molti: lavorare non solo all’estero ma addirittura per le Nazioni Unite.

Enrico Verga, classe 1976. Nasce comasco e diventa milanese, laureato in scienze politiche internazionali alla Università Cattolica del Sacro Cuore. Per aiutare gli Italiani che cercano lavoro qualificato all’estero ha creato il quotidiano International Dream Job, con annunci di lavoro internazionali. Consulente strategico e istituzionale per aziende italiane e non che vogliono sviluppare il loro business in mercati esteri. Pubblica analisi e osservazioni su Libero, Il Sole 24 ore, Capo Horn, Longitude, Youmark. Su Il Fatto Quotidiano parla di materie prime, geopolitica, comunicazione e “casi di successo” di persone e aziende che cercano di emergere migliorando il mondo.

– Come nasce l’idea del sito?

Ho notato che non esisteva un singolo sito che aggregasse le offerte della famiglia “Nazioni Unite”. Soprattutto che lo facesse con chiarezza. Purtroppo i siti di ogni singola agenzia non sono di facile navigazione. Ho quindi pensato a un semplice quotidiano gratuito che potesse offrire questo servizio ai lettori inviando direttamente alla pagina dove si può visionare l’annuncio.

– A quali esigenze vuole rispondere? Che finalità ha?

Oserei dire che ha uno scopo filantropico. Di questi tempi sono molti gli italiani che hanno valide doti per entrare a far parte delle Nazioni Unite, purtroppo non sempre possono trovare il collegamento adatto. L’idea quindi di semplificare un poco l’accesso agli annunci nasce dall’offrire questa opportunità a tutti quegli italiani che vogliono fare un’esperienza estera.

– Chi sono i visitatori abituali (nazionalità, tipo di professione, età, ecc.)?

Una maggioranza sono studenti o laureati nelle discipline scientifiche e linguistiche. Nell’ambito professionale molti sono i manager che vogliono riqualificarsi in posizioni internazionali provenendo da esperienze di multinazionali. La nazionalità è varia. distribuendo il quotidiano on line tramite il mio account di Twitter che conta circa 38.000 follower (di cui circa 50% italiani) vi sono molti cittadini europei e non che utilizzano il sito.

– Oltre alla segnalazione delle opportunità, sei in grado di sapere cosa succede dopo (chi si candida, chi viene selezionato)?

La mia attività termina nella pubblicazione del quotidiano. Essendo un’operazione pro bono devo calcolare il tempo che posso dedicarci.

 – Che consigli daresti a chi vuole lavorare all’estero?

Sicuramente imparare 1 o 2 lingue tra quelle dell’ONU ed essere molto flessibili nel cogliere le opportunità. Negli ultimi anni le assunzioni nella loro grande famiglia sono divenute più sfidanti. Le ragioni possono riassumersi in due principali motivi. Prima di tutto anche la famiglia ONU, a seguito della crisi, ha cominciato, seppur lentamente, a ridimensionare molte posizioni. Questo, bene inteso, non significa che stiano licenziando come nella realtà italiana; tuttavia, prima di assumere a tempo indeterminato, tendono ad essere molto attenti. Per ogni posizione presente sul mio sito di norma vi sono mediamente 200 applicazioni. Per le posizioni più generaliste (riferite per esempio alla comunicazione) il numero aumenta sensibilmente. La conoscenza quindi di almeno 2 lingue anche per le posizioni più entry level è sicuramente importante.

Il secondo aspetto è che a causa della crisi stessa molte persone dal settore privato hanno deciso di provare a entrare nell’amministrazione pubblica (tecnicamente parlando, l’ONU è pur sempre amministrazione pubblica, ergo burocrazia). La concomitanza quindi di una crisi economica e di un’aumentata competizione rende l’entrare nelle UN ancora più’ sfidante. In aggiunta, essendo spesso i singoli siti ONU non coordinati, ho pensato di rendere più facile la vita a chi ha interesse creando questo sito che, lungi dall’essere esaustivo per tutte le posizioni giornalmente disponibili, può aiutare a orientarsi meglio nella ricerca degli annunci.

Una riflessione finale. International Dream Job è un ponte e come tutti i ponti semplicemente collega due estremità facilitando uno scambio e lo spirito con cui Verga ha messo in piedi il gioco merita di sicuro un grazie. La rete, per “lavori da sogno” come questi, del resto offre davvero poco come bacino di informazioni ma se qualche manager volesse iniziare a curiosare un po’, il sito della Farnesina prova a fissare i paletti che servono.

Intanto, le Organizzazioni internazionali hanno un sistema tutto loro nell’individuare i livelli e le progressioni in carriera ma ciò che più conta sono i 4 cardini della selezione: esperienza, formazione, lingue, capacità e attitudini. Niente di nuovo, pare. Ma ancor di più stupisce il tono generalista con cui tracciano il profilo del potenziale candidato. Ora estraniatevi dal contesto, leggete qua e ditemi se queste caratteristiche indicate dal Ministero degli Esteri non sembrano quelle che solitamente troviamo per la selezione di un qualunque direttore commerciale estero: “flessibilità; spirito d’iniziativa; equilibrio di giudizio; capacità di lavorare sotto pressione, progettare e organizzare attività, stabilire e mantenere proficue relazioni di lavoro; abilità nel redigere documenti efficaci, gestire riunioni, parlare in pubblico; disponibilità a viaggiare frequentemente in Paesi in via di sviluppo. Richiesta la conoscenza di programmi informatici”.

Paese che vai, recruiter che trovi?

 

Lascia un commento