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MUSTer in Carpigiani: LaMantia, Musso, Cecchini e Makoto che vuole diventare Top-Gelataia.

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Ripenso al pomeriggio in Carpigiani dove abbiamo svolto il modulo del Muster sui Cambiamenti che abbiamo chiamato “Rendere eccezionale qualcosa di Normale”.

Non TRE personaggi straordinari (Dario Cecchini – macellaio, Filippo Lamantia – chef, Teo Musso – imprenditore Billa Baladin), ma anche Makoto Irie, giovanissima gelataia giapponese che ci ha inondato con il suo ottimismo, con la tenacia e la forza di volontà. Una ragazza che ha seguito la sua passione e ripetendo tutte le sere “cucchiaio.cucchiaio.cucchiaio” oggi è la responsabile del punto vendita Carpigiani di Bologna.

Teo Musso è il visionario imprenditore, papà di tutti coloro che oggi hanno una piccola attività di birra artigianale. Grazie alle sue lotte legali, civili e alla continua ricerca, Teo è non solo Birra Baladin, lo stabilimento di Birra Artigianale più innovativo e importante in Italia (“resto un artigiano: in un anno facciamo l’equivalente di 26 ore di produzione di Birra Peroni”, ci ha detto), ma anche produttore del marchio Lurisia, titolare di 13 birrerie non-franchising(!) straordinarie.

Baladin sarà la prossima tappa del primo “Pullman alla scoperta delle aziende innovative” di FiordiRisorse.

In comune con Dario Cecchini, Macellaio in Chianti c’è un grande amore per la propria terra. Teo di Piozzo, Dario di Panzano. Due paesi che contano 900 abitanti e che sono riusciti a calamitare l’attenzione del mondo su di loro. Non si contano gli stranieri che opgni anno raggiungono la bottega di macelleria di Dario da ogni parte del globo, indirizzati dalle guide turistiche e dai giornali che parlano di questo macellaio sui generis che recita Dante e offre da bere e mangiare nel suo negozio.

Filippo Lamantia ha parlato anche di fallimenti. La frase che mi ha colpito maggiormente è stata “non si può ripetere un successo”. E viene da pensare a quanti ancora oggi continuano a fare le stesse cose nello stesso nodo, perchè dieci anni fa hanno funzionato, nella speranza che tutto torni come prima.

Ancora una volta il MUSTer di FiordiRisorse ha raccontato storie. Niente lavagne, niente discorsi preparati, nemmeno una slide.

Solo vita vera.

15 Commenti

  1. Emozioni, e molte. Questo mi ha regalato la giornata del MUSTer: quattro storie diverse, quattro punti di vista (che sono anche entrati a volte in contrasto, come è giusto che sia!), quattro persone speciali che certo devono essersi fermate spesso a riflettere sul senso di una parola come “cambiamento”. E tante emozioni per tutti i presenti, che attraverso i racconti hanno potuto condividere quello “spirito di eccezionalità” che, vi garantisco, in sala era palpabile.

    1. Persone accomunate da una grande audacia. Non si sono sottomesse alla professione scelta bensì l’hanno “cucita su misura” nel rispetto de loro modo di essere.
      Sarà questa una delle chiavi vincenti per il successo ?

  2. Dopo una buona dose di “nozioni”, credo fosse giunto il momento, nel percorso del MUSTer, di raccogliere un po’ di energia!
    I quattro testimonial hanno saputo, ognuno a suo modo, trasmettere l’importanza di avere il coraggio di cambiare per realizzare i propri sogni. “Non si possono replicare i successi”

  3. E come te ne vuoi andare da un modulo di #MUSTer come questo? Con l’acquolina in bocca! Col desiderio di fare tutte quelle domande che ti sono rimaste sulla carta, con l’ammirazione per queste quattro singolari e splendide Persone che hanno abbattuto – a dispetto di tutto e tutti – la quarta parete. Non la parete del palcoscenico, ma quella dei dubbi, delle perplessità, di chi ti rema contro, di chi non ci crede, di chi non ti crede.
    Ascoltare Filippo, Dario, Teo e la dolce Makoto mi ha dato buone conferme che il (nuovo) cammino intrapreso forzerà gli argini. Ti manca qualcosa per arrivarci? Procuratelo! Non hai tutte le competenze? Studia! Non si può essere sempre “arrivati”, prima di cambiare direzione. A che servirebbero le strade?

  4. Pomeriggio ricco di contenuti,valori, emozioni.
    Makoto, Filippo, Teo, Dario ognuno di loro con obiettivi o meglio sogni ben definiti.
    Vi assicuro che ripensare a Makoto con gli occhi lucidi che ci racconta come è diventata gelataia mi commuove anche adesso mentre scrivo.
    L’energia genuina e vera di Cecchini la sua storia il legame al territorio me lo porterò dietro fino al prossimo viaggio in quel di Panzano e oltre.

  5. Già, la “vita vera” era nella sala del Gelato Museum in Carpigiani! Vita e sogno assieme direi, raccontati in modo da far riaccendere la scintilla sotto le ceneri e far brillare gli occhi per la piacevole immedesimazione.
    Guardando i visi rapiti degli astanti, l’espressione comune in platea era: “Allora forse anche io ce la posso fare..!” Piacevolissima sensazione!! come quella di un gelato aperitivo al pistacchio e cioccolato!!!

  6. Bel pomeriggio davvero!
    Oltre al “non si può ripetere un successo” già commentato, a me a colpito la possibilità di replicare lo spirito di un successo come mostrato dalle reinterpretazione del modello “originale” baladin, che portano a dei locali completamente “non in franchising”, a una serie di birre e poi a una cola, a un chinotto….
    Ma sopratutto: Osvaldo, ti tocca invitare Makoto a un prossimo evento!
    Pensate una giapponese, senza storia familiare, senza cultura particolare ma solo con una passione. E che ce la fa! Allora, come dicevano in frankenstein Junior: “SI PUO’FARE”!
    E poi, vogliamo parlare del gelato finale alla birra o di quello in agrodolce…

  7. Ripensando alla giornata di venerdì, ho apprezzato l’importanza data dai tre testimonials alle persone, alla squadra (Brigata) e per Cecchini e Musso al mantenere un legame stretto con la propria terra d’origine.
    Inoltre mi ha colpito il concetto di “non ripetere pedissequamente un progetto di successo” espresso dallo Chef Lamantia. Lo disse anche F.Fazio a chi gli chiedeva perchè il secondo Sanremo fosse andato molto peggio del primo…
    Infine un grazie alla mitica Makoto per il suo delizioso gelato. Espressione vivente della caparbietà e forza di volontà indistruttibile del popolo nipponico.

  8. E’ stato un piacere avere l’occasione di partecipare; in particolare ho portato via con me tre ingredienti: coraggio, passione e determinazione. Tre elementi comuni a storie diverse che hanno data vita ad un dibattito capace di catturare l’attenzione di chi ascoltava fino alle ultime battute trasmettendo entusiasmo e voglia di “mettersi in gioco”.

  9. Cambiamento come sinonimo di passione: ci vuole coraggio a lasciare il Giappone per venire in Italia con il sogno di fare il miglior gelato al mondo. Ce ne vuole anche per fare birra dove e’ stato fatto sempre e solo vino. E ce ne vuole per continuare a fare il macellaio come i propri avi ma reinterpretando il mestiere e aggiungervi la consapevolezza della componente etica e infine ci vuole coraggio a lasciare la professione di reporter per intraprendere quella di chef. Come hanno fatto questi quattro personaggi a prendere la decisione di fare quello che stanno facendo? Qual e’ stato il fattore che li ha spinti a pensare che ce l’avrebbero fatta e a buttarsi? E a sapere che che quello sarebbe stato il mestiere in cui si sarebbero sentiti appagati e da cui avrebbero tratto la soddisfazione che da’ la consapevolezza di agire bene? Solo la passione vera puo’ dare questa spinta e questa determinazione. E’ questo l’elemento replicabile in ogni contesto aziendale in cui ci sia una sfida da affrontare.

  10. L’incontro in Carpigiani è stato un nuovo interessante stimolo personale e professionale, come accade sempre con gli appuntamenti del Muster di Fdr.
    Questa volta abbiamo incontrato tre personaggi dei quali si occupano spesso le riviste di settore, per le loro storie professionali e anche per la capacità di comunicare che li accomunano. Ai testimonial “ufficiali”, venerdì si è aggiunta la storia personale e professionale della straordinaria Makoto che ha realizzato il suo sogno di bimba giapponese che voleva fare il gelato piu’ buono del mondo per il suo papà..
    Nel mio blocco appunto ho evidenziato una frase di Dario Cecchini “Non perdere mai lo spirito di gioco del bambino”… una chiave di lettura che accomuna i 4 personaggi che abbiamo incontrato ma che ho ritrovato in tutte le storie di successo di imprenditori e professionisti.
    Chi è davvero appassionato del proprio lavoro, anche dopo tanti anni, riesce a trovare in quello che fà ogni giorno, il piacere ed il divertimento del bambino.
    Io mi sono portato a casa questo stimolo, importantissimo per confrontarsi con le scelte professionali che ci troviamo a fare e anche uno spunto per motivarci anche nelle situazioni piu’ complicate.

  11. Quando si parla di Cambiamento, sembra che tutti abbiano qualcosa da dire. Ma pochi hanno il coraggio (la Volontà? la Forza? l’Intelligenza la Fortuna?….) di agirlo. Ed è bello, oltre che interessante, partecipare ad una giornata del MUSTer e ascoltare quattro persone che SONO il cambiamento, ciascuno con la sua storia personale e professionale. Ed è ancora più bello cogliere spunti, fuori dagli schemi, per la MIA vita professionale. Non dai soliti manager, non nelle solite scuole. Ma direttamente dalle Persone. Ricordiamoci che le Persone sono al centro delle Aziende (quelle con la A maiuscola); delle altre…. sarebbe veramente bello se lo diventassero!

  12. Come si realizza la ricetta perfetta?
    Metti ingredienti di prima qualità: le persone che solo fiordirisorse sa scovare, ai 4 angoli del pianeta.
    Metti gli agenti giusti: emulsionanti o lievitanti ma sempre scoppiettanti, come le domande che emergono nel Muster.
    Agita con cura: un pomeriggio, un gelato al manzo & uno alla birra.
    Cocktail di successo garantito!
    Per la prossima edizione – e ci sarà: Dario, Teo & Filippo ci aspettano – abbiamo le materie prime, abbiamo il cuoco: facciamo live una cotta&mangiata!
    Ci vediamo al prossimo imperdibile modulo masterini;-)

  13. Un pomeriggio che ha lasciato il segno sia nella mia memoria logica che in quella emotiva
    Una location in stile FdR: l’Azienda Carpigiani, eccellenza del territorio italiano e bolognese, che apre le porte alle persone di FdR il suo Museo del Gelato, le sue persone -Makoto in primis- , la sua cultura dell’eccellenza e del servizio, i suoi prodotti ed il gelato personalizzato sui tre ospiti: al pistacchio per Filippo, alla birra per Teo, agrodolce per Dario.
    i tre ospiti così diversi e così uguali nella passione per ciò che fanno e per il modo con la quale lo fanno: etico, rispettoso del territorio delle origini, delle persone.
    Penso che si possano definire storie di successo , non nel senso capitalistico (anche se , a quanto pare questo è una conseguenza…) ma nel senso della realizzazione dei propri talenti.
    Per ultimo un sentimento di orgoglio e speranza per chi ha il coraggio di fare “impresa” in Italia.

  14. “Stanco sempre e stufo mai! ”
    Ecco cosa ci dice il Macellaio di Panzano, insieme a “To Beef or not to Beef?” Musica classica e poesia per decidere di uccidere animali e cibarsi di carne in modo responsabile, facendo con passione cio’ che più’ “garba nella vita cioè offrire un bicchiere o del buon cibo a chi va a trovarlo.

    Ecco, ancora la passione traspare anche nelle parole del galante Filippo Lamantia, con tanto di elogio della brigata in rosa perché “le donne sono davvero molto brave in cucina,… nella pasticceria e in sala!”

    Preziosi gli insegnamenti per indurre un cambiamento di stile: ridurre lo spreco, inquadrare la spesa in un rito quotidiano e tenere i frigoriferi vuoti. “Comprate roba fresca!” Eliminiamo i paradossi del cibo mentre facciamo la spesa.
    “Ma a casa chi ci mangia??” questa è la domandi di Filippo, e Teo Musso dà la sua risposta: creare luoghi di aggregazione dove bere birre artigianali prodotta in modo naturale.. ma anche realizzare il sogno di far cambiare in Italia l’approccio al mondo della birra, una piccola grande rivoluzione per tornare alla nostra terra.

    Che pomeriggio carico di Emozioni, Belle Persone e Belle Storie al #MUSTER FDR in Carpigiani, che ancora una volta non delude… (d)anzi!

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