Padoan: "La produttività dipende dagli imprenditori e dal luogo di lavoro che sanno creare". Siete d’accordo?
Questa estate, nell’ambito di un incontro, il ministro Padoan ha rilasciato una dichiarazione che è passata totalmente inosservata dai media, ma che riteniamo invece che abbia un grosso impatto culturale per le imprese e soprattutto per i loro dipendenti.
In pratica il Ministro del Lavoro ha affermato che il livello di produttività non dipende dai lavoratori, ma dall’ambiente di lavoro e dagli stimoli che gli imprenditori sanno creare all’interno delle loro aziende.
Noi vorremmo sapere cosa ne pensate e per questo abbiamo lanciato un piccolo sondaggio i cui risultati invieremo direttamente alla Segreteria del Ministero.
Ci date una mano?
“La produttività è una cosa un po’ strana, si misura spesso in un modo non chiaramente osservabile. Però può essere interpretata in vari modi. Dire che un Paese è un Paese a bassa produttività – ed è vero che l’Italia lo è se si guarda soprattutto ai dati aggregati – quasi meccanicamente porta con sé un giudizio mi verrebbe da dire etico: un paese a bassa produttività è un paese di fannulloni, un paese in cui la gente non lavora, in cui imbroglia… paradossalmente è esattamente vero il contrario!
In Italia, e questo si può andare a vedere scavando nei dati, la produttività è lo sforzo, il risultato che viene dallo sforzo, del lavoro è spesso basso non perché gli italiani – a qualunque tipo di mestiere si applichi questo ragionamento – lavorano poco. Ma perché lo fanno in un ambiente e in un contesto d’impresa a volte insufficiente.
Ecco perché ci vogliono le riforme, per rendere più facile la vita di chi si impegna a produrre. L’aumento di produttività è il risultato ad esempio di più investimenti, di più innovazione, di miglior capitale umano. E qui torno ad insistere su questa questione: l’Italia – come altri paesi europei è una società che invecchia dal punto di vista demografico in cui il peso delle generazioni in avanti con gli anni è preponderante rispetto alle parti più giovani della società (e da questo punto di vista l’immigrazione è un potente elemento positivo). In una società del genere come si cresce?
Si cresce con più produttività attraverso più investimenti e più innovazione. Ma l’innovazione che cos’è? E’ utilizzare in modo diverso e nuovo conoscenza che già si ha e produrre nuova conoscenza. E io qui dico una cosa che sicuramente il presidente del consiglio dice continuamente: c’è un enorme ricchezza di conoscenza passata e di conoscenza potenziale futura che questo paese ha. Se la mobilitiamo nel modo giusto la produttività aumenta, la crescita aumenta e il benessere aumenta.
Dunque da dove bisogna partire? Dal fatto che – e questo lo dico dal punto di vista del governo – che bisogna mettere questo enorme potenziale di conoscenza nelle migliori condizioni di operare. Ecco perché il grande sforzo è quello di migliorare l’ambiente, di introdurre le riforme, di cambiare la vita di tutti i giorni dalla pubblica amministrazione alla giustizia alle relazioni industriali alla scuola.
Perché con un ambiente più favorevole, con strumenti più efficaci e più flessibili d’investimento l’enorme sforzo di attività che ciascun individuo pone nella sua attività in questo paese verrebbe moltiplicato in termini di risultati”
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