“Straniero sarai tu”. Il nuovo numero di SenzaFiltro
C’è un’emergenza nel nostro Paese.
E’ un’emergenza più sottile che una semplice mancanza di un Governo compatto e della situazione politica che si è venuta a creare nel nostro Paese, o dei 230.000 esperti supertecnici che il Gotha dell’industrialesimo (si, ho scritto proprio così) lamenta di non riuscire a trovare per far partire un’industria 4.0 di cui abbiamo visto solo timide avvisaglie e roboanti convegni.
Un’emergenza che scava nelle pieghe dei nostri tessuti sociali e dell’intelligenza sotterranea di molte Persone, così sotterranea che è quasi invisibile fin quando non compare prepotente sui social network vomitando parole e commenti che un Paese europeo con la cultura e la storia che ci hanno preceduti non dovrebbe nemmeno lontanamente permettere ai suoi abitanti.
E’ “l’emergenza straniero”. Quel labile confine che divide la minaccia dall’opportunità, il punto di vista di chi dice che “ci stanno portando via il lavoro” alla possibilità di contaminazione di cultura che da sempre è stato il successo di chi apre le porte e le menti. L’emergenza sta anche nel non comprendere che dal punto di vista economico, un Paese come il nostro a crescita zero e con un debito pubblico urgente, senza stranieri si ritroverebbe fra 20 anni ad essere un Paese di soli anziani senza i fondi per pagare un minimo di assistenza pubblica (ormai, sulle pensioni credo che ci possiamo già mettere una pietra sopra), come ha detto anche Tito Boeri presidente dell’INPS nell’intervista a Bruno Perini in apertura al nostro #NobilitaFestival.
E’ del 2011 il film con uno straordinario Abatantuono, che recita il ruolo di un imprenditore nel film “Cose dell’altro mondo”. La macchietta del tipico imprenditore di provincia a cavallo dello slogan “diamo la precedenza agli italiani”, in una performance divertente se non rappresentasse oggi motivo di grande imbarazzo per quegli imprenditori che dalle pagine dei giornali degli ultimi mesi non disegnassero una realtà troppo vicina alla fantasia.
Un’emergenza che da sociale diventa politica. Una politica che, espropriata del suo significato più alto, orienta le sue scelte verso la pancia delle persone anziché portare a compimento il suo vero compito che è quello di guardare fuori dai confini, importare cultura, buoni propositi, eccellenza intellettuale e trasferirne al proprio Paese.
Per questo, credo sia importante che anche una Community come la nostra che vive grazie ai temi del lavoro, alla contaminazione fra le Persone più diverse, che cerca di generare cultura del lavoro nuova, che “scansa” le iniziative di facile consenso e non ha mai imboccato facili scorciatoie che ci avrebbero permesso di arrivare in metà tempo e con molti più consensi ai risultati ottenuti in totale autonomia, prenda una posizione chiara su questi temi.
Da editore di SenzaFiltro non ho avuto alcun dubbio quando mi è stato proposto dalla redazione il tema degli stranieri e il loro impatto col mondo del lavoro. On line c’è il nuovo numero, si chiama “Straniero sarai tu” ed è dedicato ad un pubblico molto preciso
- coloro che credono che dalla contaminazione e dalle aperture si possa solo generare valore per tutti
- coloro che parlano male del Sud del mondo ma non hanno mai visto Piazza Plebiscito a Napoli e credono che la vera pizza sia quella di Cracco (unico vero straniero abusivo di tutta la situazione!)
Al di fuori del luogo comune, credo ci siamo capiti.
Il nuovo numero di SenzaFiltro è qui.