Una gran bella differenza: intervista con Sebastiano Zanolli
Sebastiano Zanolli è un personaggio vivace, acuto, poliedrico: un manager decisamente “atipico”. E’ Direttore Generale di un’importante azienda di abbigliamento, scrittore di successo, speaker, blogger, formatore, coach, consulente e altro ancora. E’ esperto di Management, di Marketing, di vendite ma, soprattutto, è una persona capace di fare, in azienda e fuori, una bella differenza.
Nei suoi libri, nel suo blog (www.sebastianozanolli.com), nelle sue conferenze ha la grande capacità di accompagnare il lettore (o l’ascoltatore) in un percorso di riflessione e di crescita. Le parole di Sebastiano aiutano a guardarsi dentro, a ri-scoprire i propri desideri, a ri-trovare l’energia per realizzare i propri progetti.
Ho deciso di scambiare quattro chiacchiere con Sebastiano a proposito del talento, della creatività, del futuro …
– Sebastiano sei Direttore Generale, scrittore, blogger, speaker, ma anche marito, padre, amico: come fai ad armonizzare tutto questo (in termini di tempo ed energie)?
E’ una domanda che mi fanno spesso. In verità è una illusione ottica direi. La mia vita professionale è tutta intorno al tema di produrre i risultati attesi. Studio quello che faccio, faccio quello che imparo, parlo di quello che faccio e studio, scrivo di quello che imparo e provo. Insomma, sono abbastanza focalizzato…o monotono. Dipende da chi osserva.
– Che cos’è per il te il talento, come si sviluppa?
Il talento è una capacità, che ci si ritrova fin da piccoli magari in forme leggermente diverse, che riesce a farti ottenere risultati riproducibili, migliori della media, facilmente e senza grandi sforzi. Se accompagnata da un adeguato approfondimento, studio, pratica o approfondimento, si sviluppa e ti può portare a livelli decisamente straordinari.
– Che cos’è per te la creatività e in quali circostanze le vengono le migliori idee?
Ho due definizioni di creatività che mi piacciono molto.
Connettere informazioni, cose, persone, tecniche fino a quel momento apparentemente disconnesse.
Cercare nuovi modi di fare stare bene il prossimo.
La prima è in qualche modo legata a Steve Jobs e l’altra all’architetto Oscar Neimeyer.
– Come può aiutarci la creatività a fronteggiare l’attuale crisi? O forse è più opportuno dire a fronteggiare il “nuovo mondo”?
Se è nuovo allora pone dilemmi nuovi per definizione. Se pone dilemmi nuovi servono soluzioni nuove. Se servono soluzioni nuove serve attivare la creatività.
E’ più adeguato chiedersi se non essere creativi sarà possibile. E la risposta è no. Per definizione.
– Quali sono, nella sua esperienza, i principali ostacoli nel rendere più innovativo un gruppo, un’azienda o un’organizzazione?
Tralascio gli aspetti burocratici e amministrativi che caratterizzano un sistema Paese favorevole all’innovazione, che non sono esattamente il punto forte del nostro di Paese.
Parlo del dentro delle organizzazioni e ti dico la mia personale opinione.
Come dice Jim Collins, il bene è nemico del meglio. Questo è un ostacolo. Se vai bene chi te lo fa fare di innovare. Questo è un ostacolo. L’altro invece è dato dalla naturale attitudine umana alla pigrizia, che si scontra con la voglia di migliorare che distingue chi vorrebbe di più dalla sua esistenza.
– Che cos’è che, oggi, potrebbe fare una grande differenza?
Dei leader di respiro, che volino alto e guardino lontano. Se dovessi dare una idea romantica. Per rimanere sul pragmatico direi che un viaggio in Cina, Brasile ed India per tutti i cittadini basterebbe a capire l’importanza di rimboccarsi le maniche e considerarci una comunità di destino in cui tutti devono fare la loro parte.
– Quali sono, secondo te, le vie della felicità?
Questa è una domanda per un Guru. E io non lo sono. Io vendo abbigliamento, scrivo manuali e corro a piedi in montagna quando posso. Non ho risposte per domande così alte. A naso direi che serve cercare qualcosa che ti stimola. E che la felicità è nel cercare indizi, se poi trovi, tanto meglio. Ecco direi che una forma di felicità, o meglio di serenità, sta nella consapevolezza che stai facendo qualcosa a cui dai un senso.
Grazie Sebastiano per il tuo tempo e la tua disponibilità …
Potete trovare la versione integrale dell’intervista a Sebastiano (insieme ad un simpatico epilogo) sul blog “Creatività al lavoro”
Venerdì 9 novembre Sebastiano sarà ospite all’evento di Fior di Risorse “Dovresti tornare a guidare il camion, Elvis: Puntare sul proprio talento quando tutto sembra non funzionare!” presso l’Azienda Scavolini di Pesaro. (http://guidailcamionfdr.eventbrite.com)
Penso che a Sebastiano non basterebbero giorni per far fronte a tutta un’altra serie di domande oltre quelle che Giovanni gli ha sagacemente già rivolto.
Il talento può esser visto, capito, analizzato come il gruppo sanguigno e forse il talento in quanto tale è il gruppo più prezioso che abbiamo ovvero quello che ci appartiene per natura ma che soprattutto possiamo solo dare, a chi ci sta vicino e oltre.
Potremmo anche dire che la migliore e più saggia “contaminazione” avviene con la trasmissione dei talenti, ma prima ancora con la scoperta di essi e l’alimentazione quotidiana con creatività, desideri e studio costante, come dice Sebastiano.
In un momento come quello che viviamo, il talento è lo strumento per cogliere l’attimo, capire l’opportunità, condividere una scelta, affrontare gli ostacoli e quanto più sei pronto e allenato, tanto più il confronto è vincente.
Talento è capire che ora “bisogna darsi una regolata”, talento è capire che la scala delle nostre priorità merita parecchie correzioni e aggiustamenti, talento è capire che non ci siamo solo noi !