Cronache da un altro mondo. Dagli USA: bimbi digitali crescono
Negli USA c’e’ una lunga tradizione di commistione tra le aziende informatiche ed il mondo della scuola. Pensiamo ad Apple, a Google, a Microsoft, a PTC solo per citarne alcuni in ordine alfabetico: da molti anni arrivano computer e software “gratis” per scuole di ogni ordine e grado. Dietro l’ipocrisia del messaggio mediatico “investiamo sui bimbi che sono il nostro futuro”, resta solido il principio che il pupo che tiene in braccio un iPad per 10 anni, quando sara’ finalmente al lavoro chiedera’ alla sua azienda di poter usare lo stesso strumento.
Non a caso, proprio aziende come quelle citate sponsorizzano il cosiddetto Bring Your Own Device (portati il tuo strumento, pc o smartphone o tablet che sia) per conquistare sempre piu’ mercato prezzo aziende ed enti statali.
Il fenomeno interessante in questo caso e’ il notevole sviluppo della facilita’ d’uso e piacevolezza delle interfacce di tablet e smartphone, che portano gia’ i bimbi in eta’ prescolare a spendere ore su questi prodotti. Dalle elementari poi, oltre al gioco si unisce anche lettura, compiti ed esercitazioni, facendo quindi in modo che il fanciullo spenda buona parte della giornata su questo o quello strumento. Gli stessi genitori non ricevono piu’ le pagelle, ma link internet che li costringono ad usare gli stessi strumenti.
Connettività, riduzione dei prezzi, crescita di smartphone, “commoditizzazione” del software, nuove interfacce utente estremamente intuitive, sono trend tecnologici che fanno scopa con una seria trasformazione sociale. Gli strumenti ci consentono di esprimerci come INDIVIDUI.
I bimbi crescono digitali, i genitori si abituano a comprare via internet ed usare e-banking, i nonni tranquillamente parlano via skype e “postano” foto sui social media. La ragazzina non scrive piu’ sul diario segreto del suo primo amore, ma pensa bene di cambiare il suo “status” su facebook a “fidanzata” , con conseguente mancamento dei suddetti genitori e nonni che appunto la “seguono” su facebook.
Da genitore di adolescenti molto addentro ai social media ed informatica, testimonio sulla mia pelle la difficolta’ di educare i ragazzi al fatto che tutto quanto va su internet, poi RESTA su internet. Insegnamenti che i miei genitori manco avrebbero sognato, perche’ per noi c’era solo il modo reale. Oggi la nuova generazione digitale fonde il mondo reale con quello digitale.
In USA Zappos ha (in un solo centro distribuzione) 3,2milioni di scarpe, gestite come stock individuale: ognuna può essere comprata entro le 17 e consegnata entro le 12 del giorno successivo in qualsiasi punto del paese. I miei figli non hanno la minima idea della complessita’ e difficolta’ di portare un paio di scarpe dal mezzo degli USA al New England in poche ore: loro “cliccano” (io pago) ed ecco al mattino le scarpe nuove.
Quello che preoccupa un genitore e’ sapere che in tutta la catena che va dal click del pupo alla consegna della scarpa, le persone impiegate prendono uno stipendio da fame, e gli altri son robot.