FiordiRisorse e PepLab fra e-commerce e creatività.
Giovedì 17 aprile, presso l’Università Politecnica delle Marche – Facoltà di Economia, ci sarà un evento che si preannuncia davvero interessante: “E-commerce, e-creatività” organizzato dalle vivaci menti di PepeLab.
Tanti gli speaker che condivideranno esperienze e casi di successo (nazionali ed internazionali) per aiutarci a riflettere su e-commerce, pensiero creativo e nuovi modelli di business. Il programma dettagliato e il link per la registrazione gratuita sono sul sito di PepeLab.
Conosceremo Antonio Civita, Creative Director, appassionato di moda, di design, di musica, di cultura e di bellezza, che ha creato un archivio speciale, un “luogo” senza tempo. Nel suo ArchivioStore seleziona prodotti unici, caratterizzati da qualità e creatività, prodotti capaci di superare le mode, prodotti che hanno una storia da raccontare.
– Antonio come possiamo aiutare i ragazzi le ragazze a comprendere e ad apprezzare la bellezza, la cultura, la creatività?
Mi sento ancora troppo “ragazzo” per poter indicare il “giusto modo di fare le cose” ad altri ragazzi. Mi sento, però, di dare un consiglio a chi accompagna la loro crescita. Il consiglio è che non bisogna “insegnare”, ma “insegnare ad imparare”. Fornire un metodo per applicare la creatività, per trasformare le idee in progetti tangibili in un ambiente libero da pregiudizi. E, soprattutto, insegnare che sbagliare è solo un altro sinonimo di imparare. Per aiutare questi ragazzi, bisogna alimentare la loro curiosità, affinché imparino qualcosa di nuovo ogni giorno.
– Quali caratteristiche deve avere una storia per essere affascinante e permanere nel tempo?
Credo che la principale qualità che una storia deve avere al giorno d’oggi è la capacità di essere condivisa. Non solo sui social network, che sono soltanto uno strumento. Una buona storia deve dare la possibilità di condividere un’esperienza e quindi un’emozione, anche diversa da persona a persona. Se una storia ti fa venir voglia di dire “Hei! Voglio raccontarti una storia…” ogni volta che ti torna in mente, ecco: quella è davvero una storia affascinante.
Ascolteremo Antonio Tombolini, infaticabile “sognatore” Lauretano, che, dopo anni di variegate esperienze lavorative (negli ambiti più differenti), ha deciso di fondare, nel 2006, Simplicissimus Book Farm. L’obiettivo della sua Azienda è agevolare il passaggio all’editoria digitale offrendo servizi di produzione, distribuzione e vendita (ad autori, agenti, editori, distributori, lettori, ecc.).
– Antonio quali sono i tre principali fattori che “ostacolano” (o rallentano) il passaggio dall’editoria cartacea a quella digitale?
1. La gran parte degli editori, specialmente i più grandi, pensa ancora che la crisi della carta stampata sia “colpa” del digitale. Di conseguenza, essi pensano che ostacolare o rallentare la transizione al digitale significhi proteggere meglio il loro vecchio business. In realtà, così facendo, possono rallentare sì la penetrazione del digitale, che sarà comunque inarrestabile, ma si troveranno impreparati, quando il digitale assumerà comunque un peso più che rilevante.
2. In alcuni segmenti (libri illustrati, per ragazzi, manualistica, libri scolastici) i costi di produzione del digitale, in assenza di un formato standard univocamente accettato, sono ancora troppo elevati.
3. Gli Autori e i loro agenti sono ancora vittime di un gap culturale che, nel frattempo, i lettori hanno invece superato: quello per cui il libro elettronico non sarebbe “un vero libro”, ma un libro “di serie B”.
– Che peso ha, nella tua esperienza, l’innovazione nel contesto dell’editoria digitale?
L’editoria digitale è in se stessa innovazione: la transizione al digitale di un’industria antica come quella libraria significa esattamente questo. Significa che tutti i mestieri coinvolti devono reinterpretarsi, innovare e reinventare i loro strumenti e metodi di lavoro in ottica digitale.
– Che suggerimenti daresti ad un ragazzo/a che desidera formarsi per lavorare nell’ambito dell’editoria digitale?
Suggerisco di cercare il modo di avere a che fare, al più presto e concretamente, con i mestieri dell’editoria digitale. La formazione è ancora purtroppo indietro e l’esperienza è per ora largamente preferibile. Magari cominciando con l’autopubblicazione di una propria opera, sperimentando quindi con se stessi tutti i passaggi di produzione, distribuzione e promozione di un libro.
Incontreremo Lorenzo Quarello, distinto torinese, appassionato di vino e di cultura enogastronomica, che, dopo aver maturato esperienze significative nell’ambito della consulenza e del marketing, ha ideato Goodmakers, un innovativo network di acquisto.
– Lorenzo che cosa è un Network di acquisto e come è nata l’idea di realizzarlo?
Il Network di acquisto è la prima “vendita social” della rete dedicata ai vini di qualità; è l’aggregazione, momentanea e virtuale, di persone su tutto il territorio nazionale interessate ad acquistare uno o più vini dei “buoni produttori”, al miglior prezzo possibile. Il Miglior prezzo possibile è quello che tutti gli utenti possono raggiungere attraverso il passaparola e la viralizzazione delle loro scelte di acquisto. Goodmakers riconosce a tutti i partecipanti, dal primo acquirente all’ultimo, in base al volume delle bottiglie ordinate alla chiusura della vendita, uno sconto fino al 20% dal prezzo iniziale.
L’idea è nata, proprio come ci si potrebbe immaginare, dalle idee un po’ balzane e un po’ utopiche, durante un mio sogno (Lorenzo Quarello). Poi, da quel sogno si è passati alla razionalizzazione e si è arrivati, con la collaborazione di Guido Quarello (cugino e Direttore creativo di Goodmakers), al battesimo del nome: Network d’acquisto.
– Com’è possibile trovare nuove modalità per promuovere un prodotto “antico” come il vino, che accompagna l’uomo fin dalla notte dei tempi?
Il prodotto vino è antico e lo è certamente tanto quanto uno dei motori dell’evoluzione umana: il passaparola. Goodmakers vuole, con il passaparola (e attraverso i nuovi media che lo accolgono e lo amplificano in modo esponenziale), costruire una rete virtuosa di diffusione di tutti quei produttori-artigiani che preservano il loro territorio e le tradizioni e sanno trasferirle in un calice di vino, sempre diverso e unico; dove gli ingredienti che non cambiano mai sono tanto lavoro, la passione e tanta dedizione.
Avremo modo di ascoltare, inoltre, Giuseppe Tamola, country manager di Zalando, leader mondiale nella vendita di abbigliamento e scarpe online, Matteo Stifanelli, country manager di Airbnb, sito (americano) specializzato nella ricerca di alloggi per le vacanze e Laura De Benedetto, co-fondatrice del negozio online MakeTank.
Ciao: ci sono anche io nel panel e sono della ‘terra di nascita’ di FdR nonchè frequentatrice sporadica delle vostre interessanti serate. Non mancate domani per ascoltare tutto della mia nuova ‘creatura’: la startup innovativa Maketank che non è un negozio online ma la piattaforma dei Maker, coloro che realizzano oggetti con tecniche di Digital Fabrication (stampa 3D, lasercut, ecc.) oppure con Open Source Hardware (Arduino, ecc.). Se volete, possiamo organizzare un evento sul tema al mio rientro, magari a Bologna, per cambiare… A domani, vi aspetto numerosissimi!