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Una Mole di Leadership.

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Chissà che cosa ne avrebbe pensato il suo progettista Luigi Vanvitelli, ma lunedì sera, nella storica e suggestiva cornice della Mole Vanvitelliana, ad Ancona, grazie all’evento “Meno leader, piú leadership” organizzato da FiordiRisorse, abbiamo avuto la sensazione di vedere il futuro molto da vicino e di poterlo addirittura toccare.

Eravamo un centinaio in sala e credo di non essere stata l’unica a sentirmi empaticamente connessa non solo con i relatori e con le persone presenti, ma anche con qualcosa/qualcuno di piú complesso: l’umanità in senso lato.

Si è parlato di leader,

ma soprattutto di interconnessioni fra individui, di come si relazionano tra loro e di come diano vita fin dalla notte dei tempi, per reciproco beneficio, a sistemi organizzati. Organizzazioni a volte sclerotizzate, caratterizzate da rigide gerarchie e da un capo, ma anche organizzazioni open, fluide, in continua evoluzione (come gli esseri viventi), che originano forme autonomamente vitali di leadership che rifuggono burocratizzazioni,organigrammi aziendali e job title predefiniti.

In linea con lo stile di FiordiRisorse, abbiamo avuto l’opportunità di sentirne parlare da chi affronta questi argomenti tutti i giorni sul campo. Guerino Delfino,CEO e Chairman del Gruppo Ogilvy Italia, è un pioniere del digitale dalla personalità poliedrica: terapista shiatsu, pasticcere e panificatore sopraffino (nel tempo libero) e da sempre interessato alle religioni, all’arte contemporanea e al cambiamento e Alessandro Cravera, partner di Newton Management Innovation, è docente del Laboratorio di Leadership e Sviluppo Manageriale dell’Executive MBA organizzato da ALTIS Università Cattolica e Sole 24 Ore Business School e un appassionato della teoria della complessità.

Delfino é riuscito a tratteggiare con abili e mirati esempi la sua vision del leader di domani, piú concentrato sul facilitare le connessioni e il flusso orizzontale di idee che sul comandare e controllare; ci ha trasmesso il senso di appartenenza, responsabilitá e autonomia che contraddistingue i gruppi di lavoro in una realtá importante e complessa come Ogilvy & Mather, uno dei più grandi network di comunicazione e marketing. Personalmente mi ha colpito la rappresentazione traslata in ottica social-post iPhone- del paradigma di MacLean sui tre cervelli, ognuno dei quali rappresenta un momento evolutivo della storia umana e il concetto della potenza esponenziale che si sprigiona, e si sprigionerà sempre di più, dalla Rete virtuale per andare a permeare tutto il quotidiano.

Cravera, dopo averci fatto notare, grazie ad un giochino, come sia facile spegnere il proprio cervello (forse tutti e tre!) ci ha fornito le chiavi di lettura appropriate per interpretare le forme organizzative e aziendali con cui abbiamo a che fare tutti i giorni. Ho trovato molto interessante il discorso su come la sostenibilità e la stessa sopravvivenza delle aziende oggi sia imprescindibile dall’implementare un modo di strutturarsi liquido, aperto e prontamente reattivo ai cambiamenti; un sistema mutevole e complesso come lo è la realtá in cui viviamo. Nei sistemi formati da individui l’eterogeneità è la norma e l’unicità delle persone diventa l’elemento principale per l’adattamento all’ambiente.

Mi porto a casa questa affermazione: “i dipendenti, come i figli, non si devono trattare tutti allo stesso modo, perchè ognuno ha la sua peculiaritá.”

Tu che cosa ne pensi?

p.s.: Se vuoi rivedere tutte le foto della serata, scattate da Antonella Cipollone, questo è il link.

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