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Apertivo FFFornarina & FdR: è stato fabulous!!!

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“Facciamo andare il video?” esordisce LaVizzi, indiscussa maga “giuliana” dei folletti di FdR, [di cui i Fleetwood sarebbero certamente orgogliosi]!!!
E mentre tutti i partecipanti ripetono ormai il leitmotiv “Don’t stop thinking about tomorrow”, [in tutte le lingue, LaVizzi persino in bisiàco: “non finir de pensar a doman”] -, l’aperitivo si trasforma in un crescente dibattito sulla creatività, sull’innovazione, sul generare e misurare le idee nel fabulous world di Fornarina.
Ad iniziarci sul tema, sono Gianluca Paladini ed Elena D’Urso, mkg manager, che ci hanno parlato del ciclo di vita dell’idea: nella moda si assume che il prodotto [risultato in cui sfocia l’idea] duri solamente una stagione. E questo sembra ovvio, tanto che la Fornari [alla terza generazione imprenditoriale, e azienda interamente riconvertita a metà anni ’90], coi suoi marchi lancia ogni stagione almeno 4-5 collezioni nella logica del fast fashion: collezioni chiamate così proprio per la velocità con cui si consumano. Ma dietro questa velocità della gestione delle idee, vive di fatto un prodotto che perdura nel tempo: pensiamo alle famose UP, le sneakers con la zeppa che si è inventato Lino Fornari e che sono ancora oggi al centro del fatturato dell’azienda… Oppure il denim che resiste da oltre dieci anni… Lino stesso li ha definiti PRODOTTI EROE, perchè hanno superato le aspettative commerciali, e sopravvivono da molte stagioni… Poi si è passati all’importanza della comunicazione, alla creazione dell’immaginario associabile al brand: le azioni che consacrano l’appeal attraverso la pubblicità, il visual merchandising, piuttosto che gli eventi: dal loop del pay-off, Fabulous Legs, l’aim che contraddistingue il denim Fornarina, ossia VALORIZZARE LE GAMBE: il benefit che Fornarina promette alle teenager e non solo… Abbiamo visto lo spot di quest’anno! In questo caso l’innovazione è stata sul metodo pubblicitario, tanto che Fornarina per prima nel mondo commerciale del fashion, ha realizzato un cortometraggio in 3d (concept di Caterina Aimone e Marco Bragaglia). Poi continua Elisabetta Ciuccio, assistente di Lino, sul come sia promossa ed alimentata la propositività all’interno e dall’esterno dell’azienda, a tutti i livelli, in maniera diffusa nell’organizzazione, addirittura con la creazione di un apposito e-mail account su cui chiunque può depositare suggerimenti: sembra quasi di essere in Giappone!!!
“Le idee possono provenire da chiunque e da dovunque, collaborando con trend watcher o artisti in generale: la circolazione è sicuramente spontanea, informale ed open; poi tutta la gestione del processo invece è portata avanti interamente in maniera strutturata, all’INTERNO dell’azienda, dall’imprenditore, in prima persona, e dal team dell’ufficio stile che trasmutano questi segnali in prodotto, e divulgati esternamente da un’agenzia di comunicazione, anch’essa INTERNA, altamente specializzata”. Poi orgogliosamente afferma: “Siamo arrivati primi al Best Event Award con un evento a Parigi nel maggio 2008. Abbiamo battuto la Fiat che partecipava col lancio della Nuova500, giusto per farvi capire con chi competevamo!” Un’evento magistrale all’ombra del Louvre… Avevano disseminato su tutta Parigi delle bici col colore e marchio istituzionale Fornarina!
E l’importanza del senso di appartenenza al territorio?
Elisabetta ha risposto fermamente: “Fornari è calzaturiera perché è marchigiana!!!”
L’azienda, proprio sulle calzature, detiene un’infinità di brevetti, non certo per fregiarsi del titolo, ma perché è un’esigenza legata all’innovazione, alla qualità del know-how: “l’ultimo brevetto depositato riguarda la Kiki, un modello di ballerina, il cui processo di montaggio si realizza per accartocciamento, una plissettatura a sacchetto in grado di ottenere perfomance in termini di elasticità e morbidezza della calzatura, abbattimento dei costi di produzione, assoluta versatilità e semplificazione della produzione…: una invenzione esagerata!
Poi ci siamo addentrati sui metodi di selezione del personale e sulla valutazione dell’attitudine al buon gusto; Michela Trojani, HR dept, ci ha illustrato quanto sia difficile misurare la creatività in un colloquio, e tutti hanno esposto le proprie esperienze in merito in un fantastico confronto che solo FdR sa generare!
E ancora, non certo sottovalutabile, l’impegno nella diffusione della cultura imprenditoriale del territorio: Lino Fornari ha partecipato in prima persona alla costituzione dell’ITS, l’istituto tecnico superiore per il calzaturiero, coinvolgendo l’ANCI ed insistendo costantemente col Ministero dell’Istruzione affinché fosse costituito un corso di studi per insegnare il mestiere, volgarmente detto dello “scarparo”, salvaguardandone la professionalità: quel saper fare, e ancor prima quel saper pensare che è tipico del distretto marchigiano.
Concludendo! Anche stavolta è stata un’eccellente occasione – più informale dell’informale – per conoscersi, ritrovarsi, scambiarsi opinioni ed idee, alimentate e nutrite con grande entusiasmo dallo staff Fornarina.

9 Commenti

  1. Fare le scarpe = Danneggiare qualcuno in modo subdolo, generalmente allo scopo di prenderne in posto. Riferito, in genere, ad ambienti di lavoro, a cariche ambite e così via (Dizionario dei Modi di Dire, B.M. Quartu).
    In una terra in cui i calzolai, i cazolà, i scarpari sono tanti e sono la spina dorsale della società, prima che dell’economia, parlare di “idee che possono provenire da chiunque e da dovunque, collaborando con trend watcher o da artisti con una circolazione sicuramente spontanea, informale ed open” può rappresentare una chiave di lettura assai “fashion” per mettere a fuoco il lavorio di centinaia, anzi migliaia di attori e testimoni, grandi e piccoli, che ad ogni stagione si industriano (oppure, più semplicemente, si arrangiano) per mettere insieme una collezione, un catalogo, un campionario.
    Vecchi i tempi della “Trilogia di Vigevano”, quando cui il segreto del calzaturiero di successo era quello di massimizzare la magica formula margine x rotazione, con tanto di evasione fiscale basata essenzialmente sull’aggiramento dei balzelli daziari. La calzatura non è più un prodotto standard, contenuto in scatole bianche con diciture in corsivo nero. E nei nostri ripostigli (per fortuna!) non ci sono più due sole paia di scarpe (quelle buone per la domenica e quelle andanti per il resto della settimana).
    Siamo ancora bravissimi, comunque, a fare le scarpe. Le facciamo a tutti, ma non riusciamo a farle a noi stessi, a quel concetto di scarparo o di cazolà che è stato felicemente superato dalla Fornarina (applauso!) nel momento in cui è riuscita a differenziarsi sul mercato con i SUOI (scritto in maiuscolo) prodotti Eroe.
    Ancora pochi anni fa il distretto calzaturiero marchigiano era considerato l’ambito in cui trovavano la più naturale applicazione le teorie di Keith Pavitt, basate sull’innovazione dovuta alle imprese leader, sulle “conoscenze distintive” e sul diffondersi delle informazioni nell’ambito dei sistemi locali. Il mondo però è cambiato rapidamente; questo patrimonio di conoscenze è sempre meno inscritto nei confini distrettuali ed ormai sempre più condiviso su scala planetaria, ove la prossimità geografica e la specializzazione maturata negli anni sono divenuti fattori assai meno discriminanti rispetto ad altri. Diceva laVizzi a questo proposito: “Ci abbiamo messo troppo tempo a capire il fenomeno Cina ed a comprendere che facevano sul serio…”.
    Fino ad ora, con considerazioni assai banali, mi sono soffermato sull’Ieri, che è anche Oggi.
    Al Domani non smetto di pensare… ma, a dire il vero, un po’ mi preoccupa…
    P.S.: Complimenti allo staff Fornarina, anche da parte mia.

  2. Deve esser stato veramente “fabulous”… peccato essere mancato!
    Un grandissimo “bravi” al team Fornarina… e a quello FDR, of course!

  3. Alceo, grazie per la speciale cronaca che offri, in particolare a chi è mancato. Ultimamente, parlando di Fior di Risorse – a Latina, a Sabaudia, a Iri, ad Incisa, a Roma – m’è venuto spontaneo iniziare a parlare degli eventi FdR delle Marche e poi degli altri in generale.
    … confesso di avere un debole per LaVizzi! Il colpo di fulmine è avvenuto in Indesit, su questo non ho dubbi…
    Bravissimi, al team Fornarina. Buone vacanze!

  4. Molto piacevole la serata “marchigiana” di FdR alla Fornarina.

    Grazie ad Alessandra, supportata da Alceo, Donatella, Giovanni e Maurizio (c’è chi comincia a chiamarli i “fantastici 4”), gli interventi dello Staff Fornarina si sono alternati, in modo molto naturale, alle domande dei partecipanti, alla proiezione di video, alla presentazione di nuovi prodotti, ecc.

    La competenza, la disponibilità e la simpatia degli organizzatori (Fornarina + FdR)hanno contribuito a creare un clima più “unconventional” del solito stimolando i presenti ad intervenire con riflessioni e domande inerenti la gestione delle idee, la realizzazione di nuovi prodotti, la selezione di persone creative, ecc.

    Grazie a tutti e alla prossima!

    Giovanni

  5. Grande Giovanni!!! suona un po’ autocelebrativo;-)ma è verissimo! anche questa delle Marche, è proprio una bella squadra. FdR funziona!

  6. Salve a tutti.
    Ricollegandomi al post di Alceo condivido che si è trattato di Un Fior di Aperitivo per il gruppo FdR Marche riunitosi la settimana scorsa. Siamo saliti in cabina di regia per osservare da una prospettiva privilegiata una vera eccellenza del territorio marchigiano. L’atmosfera informale ha aiutato lo svolgersi della discussione di cui Alceo ha ampiamente trattato. Potrei aggiungere che il Premio Raffaello, di cui si è conclusa la prima fase in questi giorni, è stato lo spunto per discutere alcuni aspetti legati al Made in Italy e alla missione che la Fornarina persegue in questo ambito: il profondo radicamento nel contesto regionale e la consapevolezza del vantaggio competitivo che ne deriva. Vantaggio che le ha permesso di eccellere pur essendo lontana, geograficamente parlando, dalle maggiori realtà della moda.
    Una bella serata pre-vacanze, dunque, che ritengo essere l’antipasto di un ricco banchetto gentilmente offerto da FdR.
    Un grazie e complimenti per l’organizzazione dell’evento.
    A presto!!
    Maurizio

  7. Ciao! Volevo ringraziare tutti per la bella serata, mi dispiace di poter essere potuta arrivare puntiale, per questo la cronaca di Alceo è stata preziosissima. Grazie anche per il “taccuino” FdR e per lo squisito aperitivo..

    Ed approposito.. mi sa che son scappata via, dimenticandomi di versare la mia quota, mo? Che fare? Devo venire per forza alle prossime per estinguere il debito :-).

  8. Deve essere stato davvero interessante! Mi spiace di non esserci stata..
    Complimenti allo staff organizzativo FdR e a quello Fornarina!

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