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Ancora IKEA, FORMICA e CUCINELLA: Conflitti cognitivi e aree di servizio. L'innovazione secondo FiordiRisorse

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L’appuntamento con Luca è chiaro: alle sei e mezza ci troviamo a Firenze NORD per andare insieme all’IKEA di Bologna per l’evento sull’innovazione.
Alle 6 e 45 ricevo la sua telefonata: “ma dove sei? Non ho visto la tua auto. Io sono allo Chef Express. Ho parcheggiato.” – “ok ti raggiungo”. Faccio un paio di giri e controllo entrambi gli accessi al ristorante. Di Luca e della sua macchina nessuna traccia. Richiamo, e scopro che non essendo uscito dall’Autostrada, lui si trova nell’area di servizio praticamente adiacente a quella in cui mi trovo io, che a descriverla deve essere praticamente identica, ma per fare il viaggio insieme dobbiamo capire come superare la barriera che ci divide.
Decidiamo di ricongiungerci uscendo a Calenzano, cosa che ci riesce non senza qualche ulteriore difficoltà, ma alla fine ce la facciamo. Solo dopo scopriremo di avere vissuto uno degli argomenti della serata. Quando arriviamo all’IKEA riconosciamo i nostri convitati per il fatto che alle otto siamo come salmoni con la giacca che nuotano controcorrente rispetto ai clienti che a quell’ora escono dal negozio.

Questo è sicuramente il primo convegno dove vedo i relatori seduti su sedie una diversa dall’altra (ancora con etichetta e il prezzo!), che bevono da bottigliette di plastica e non si formalizzano troppo per il tappeto nero a pelo lungo sul quale devono fare attenzione a non inciampare.
Ma siamo all’Ikea, dove i nostri padroni di casa ci mettono poco a spiegarci che fine hanno fatto le tazze da caffè coniche e come mai, soprattutto, fossero state rimpiazzate da modelli squadrati… però impilabili!!!
tazza1Anche a me non erano mai piaciute, ma scopro di non essere stato il solo, e così dopo un po’ questo modello di scarsa gloria è stato rimpiazzato con quello attuale, che coniuga design a vantaggio logistico.
Il Marketing dell’innovazione spiegato con gli oggetti che pure abbiamo avuto tutti sotto gli occhi. Di questo stiamo parlando, ma davanti ad un’attentissima platea, che con il tempo scopre che proporre una casa a mille euro al metro quadro è un problema solo per chi preferisce che siano altri a decidere per lui, ma anche se forse pochi di noi si sentono progettisti di interni, tutto sommato anche quando compriamo una macchina la frase “a partire da…” implica la collaborazione del cliente per la scelta di tutto quello che avvicina la nostra scelta alle nostre aspettative.

Tutto sommato il modello di edilizia industriale dove, chi realizza un capannone compra solo il cemento ma deve scegliere coperture, finestre, impianti e servizi accessori in funzione delle destinazione del fabbricato, potrebbe essere applicato all’edilizia civile.
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Ripartire dai nostri desideri per essere pronti a guardare di lato, e non solo davanti.
L’innovazione intesa come capacità di rompere degli schemi facendo le cose in modo diverso da come si è fatto finora, e non solo meglio.
Lo stesso spirito che guidò il quarto dipendente di IKEA quando decise che non avrebbe più montato i mobili… prima di portarseli a casa, guida il processo di innovamento dei sistemi di governance, secondo Pietro Fòrmica, che per questo vede in Svezia un problema, dato che il successo delle imprese che proprio dall’innovazione hanno tratto vantaggi, ha portato oltre la metà dei suoi giovani a desiderare di lavorarvi, allontanandosi così dalla prospettiva di costruire un percorso proprio.
Sicuramente non è facile disfarsi di schemi mentali che, soprattutto in tempi di crisi, ci portano a cercare rassicurazioni piuttosto che vie nuove, eppure Fior di Risorse riesce ad innovare mettendo insieme visioni nuove e permettendo a chi lavora (o è in una fase di cambiamento) di confrontarsi con altre esperienze riuscendo a compiere senza fare troppi chilometri quel nomadismo culturale che, come il Grand Tour consigliato da Bacon nel ‘600, avrebbe dotato il giovane di motivazioni e strumenti utili a interpretare meglio il suo mondo.

Così noi ci siamo trovati a viaggiare nelle idee che Fior di Risorse ha messo insieme, scoprendo che l’identità di un progetto su cui ci stiamo interrogando è forse meno importante dell’empatia creativa che Cucinella ci ha spiegato con le sue idee di abitazione, e che ogni giorno utilizziamo per agire insieme grazie agli strumenti a supporto dell’ubiquità cui Fòrmica fa riferimento e che egli stesso, con la sua formidabile energia, mette in atto come globetrotter culturale.

Magari da domani chiameremo davvero qualcuno per sapere come sta, senza pensare al modo in cui potrebbe esserci utile, oppure saremo in grado di renderci conto che due aree di servizio sono solo un conflitto cognitivo.

Io personalmente spero che arriverà presto il giorno in cui non avremo bisogno di un badge per raccontare qualcosa di noi dentro Fior di Risorse.

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