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Franchising e crisi (del lavoro…soprattutto) seconda parte

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Nel concludere la prima parte di questo intervento “Franchising e crisi (del lavoro…soprattutto)”, ho individuato due azioni con le quali avrei chiarito come e su cosa debba basarsi un ottimo rapporto tra “franchising e lavoro”:

  1. attività di formazione per la “cultura del franchising”;
  2. attività di prevenzione per rimuovere “l’ingannevolezza nel franchising”.

Vediamo il primo.

La formazione costituisce un aspetto fondamentale nel franchising, nel corso di vigenza del contratto di franchising.

Forse, occorrerebbe fare un salto indietro nel tempo e riflettere sul fatto che per il potenziale affiliato, la formazione, dovrebbe iniziare già da prima della firma del contratto anche perché ciò server a supportarlo nella scelta e nella comprensione della formula commerciale la quale richiede, allo stesso tempo, autonomia e capacità di lavorare all’interno di un contesto già organizzato.

Come noto nel franchising l’affiliante trasferisce il proprio patrimonio di conoscenze pratiche, derivanti da esperienze e da prove e assolutamente necessarie all’espletamento delle sue attività.

Più velocemente l’affiliato sarà messo nelle condizioni di lavorare bene a regime, maggiori saranno le garanzie che il sistema franchising “giri” bene, sia in termini di guadagno, che in termini di ritorno di immagine, e ciò non solo per l’affiliante, ma anche per l’affiliato.

Pertanto, il know how, nella sua trasmissione, diventa patrimonio perennemente a disposizione del franchisee (tenuto alla segretezza).

Il trasferimento di know-how avviene principalmente attraverso due elementi, fondamentali nel rapporto di franchising:

  • il manuale operativo, che racchiude le informazioni dettagliate per il funzionamento dell’attività, costituisce le sintesi descrittive del know-how e si aggiornerà con l’aggiornamento dello stesso know-how).
  • i corsi di formazione, iniziali o pre-apertura e continuativi, nel corso del rapporto di franchising.

La formazione è una delle aree di maggiore criticità nel rapporto tra franchisor e franchisee e ne rappresenta anche un momento centrale e, come detto, il tema “formazione” ha la necessità di essere analizzato anche in altri momenti temporali e non solo al momento o dopo l’instaurazione dei rapporti.

CULTURA DEL FRANCHISING

Si tratta di puntare sulla formazione di imprenditori e professionisti e creare una vera e propria “cultura del franchising”. Infatti, ancor oggi, è ancora gravemente diffusa la disinformazione e la scarsa conoscenza del settore. Nonostante ciò, molti si avvicinano al franchising e investono sul proprio futuro (come franchisee o come franchisor) apportando ovviamente capitale e, non raramente, con un atteggiamento superficiale.

Quando si intende acquistare un’attività, anche piccola, tutti hanno ben chiari molti dei propri diritti/doveri e, per una maggiore cautela, ritengono anche di doversi affidare ad una serie di professionisti (commercialista, avvocato, notaio, consulente del lavoro, esperto in sicurezza del lavoro, ecc.) per una valutazione dell’azienda oggetto di potenziale acquisto. Una valutazione anche “facile” in quanto può basarsi su dati ed informazioni storiche. Questo non sempre accade nel franchising dove la valutazione è anche più difficile perchè si parla di un’impresa “futura”: non di rado troviamo franchisee che si presentano a tali professionisti quando hanno già firmato contratti o impegni o preventivi. Fino a quando la catena è solida, tutto procede bene, altrimenti…

Questo esempio non è casuale: negli USA, quando si parla di un’affiliazione, si dice “To buy a franchise” (“Acquistare una franchise”) e un affiliato è definito “consumatore” (la Federal Trade Commission ha pubblicato una specifica guida dal titolo “Buying a franchise: a consumer guide”). Anche se in Italia tale definizione non è utilizzata, non ci discostiamo molto dal fatto che all’atto pratico di un acquisto si tratta.

Allora, nel settore occorre procedere ed attivare con urgenza qualsiasi strumento che possa far rendere conto ai potenziali affiliati che quando si deve procedere ad un “acquisto”, è necessario attribuire un “valore” all’oggetto che si intende acquistare e che per ottenere un ““”valore” occorre procedere ad una “valutazione”, che deve essere assolutamente preventiva e sostanziale e non una “valutazione di immagine o di attrattiva”: tutto questo dovrebbe essere anche e soprattutto interesse primario dei franchisor seri.

TRE STEP FORMATIVI

Proprio la guida della FTC in apertura riporta “Acquistare una franchise è come un qualsiasi altro investimento: non c’è garanzia di successo. La Federal Trade Commission, l’agenzia nazionale di protezione del consumatore, ha preparato questa guida per spiegare come comprare un’opportunità di franchising, gli obblighi del proprietario di una franchise, le domande da porre prima di investire”.

Non si tratta di una formazione direttamente o esclusivamente a carico degli affilianti, ma può risultare utile ad ambedue le parti. Possiamo ipotizzare almeno le seguenti necessità formative:

  1. formazione finalizzata a rafforzare e ad agevolare la scelta della rete;
  2. formazione finalizzata a fornire le capacità per poter operare in rete, per poter collaborare con l’affiliante e con gli altri aderenti alla rete;
  3. formazione strettamente imprenditoriale per poter operare come unità autonome.

Formare per far scegliere…

Il successo di un’attività in franchising parte da prima del suo avvio. Il primo elemento è la scelta del settore in cui l’affiliato intende operare. E’ in genere conseguenza delle esperienze maturate dal potenziale affiliato, ma in molti casi può esserne indipendente. Un affiliato che intende entrare in un settore per lui “nuovo” deve certamente valutare con attenzione e individuare quelli più promettenti. Ma anche la scelta del potenziale affiliato coerente con le passate esperienze, come spesso richiesto da alcuni franchisor, richiede comunque una oculata valutazione.

Il secondo elemento è la scelta del marchio tra quelli esistenti in un dato settore o, comunque, tra un ventaglio di opzioni predisposte per la scelta. Per un potenziale affiliato è importante avere tutti gli strumenti necessari per scegliere l’insegna, sulla base dei vantaggi offerti, dei vincoli posti, dei contratti proposti, ecc..Il potenziale affiliato deve essere in grado di articolare questa valutazione in più fasi:

  1. valutazione comparata della redditività offerta dai diversi franchisor e valutazione dell’efficacia comunicativa dei diversi marchi;
  2. verifica completa del totale rispetto del contenuto della Legge 129/2004 (conoscenza dei propri diritti e dei propri doveri);
  3. analisi comparata dei servizi offerti e dei contratti proposti, consapevoli che non necessariamente esiste una formula ottimale per tutti, ma che la bontà della formula deve essere giudicata in rapporto alle proprie competenze e risorse.

Ciò presuppone dunque l’apprendimento di strumenti di analisi per poter cogliere vantaggi e svantaggi che possono essere legati a singole clausole, ma anche un esame delle proprie competenze per comprendere quali elementi meglio si prestano alla propria situazione e quali servizi debbano essere forniti dal franchisor per poter operare con efficacia.

…per saper lavorare in rete…

Un buon risultato della formula di franchising, dipende, in misura significativa, dalla collaborazione che si instaura all’interno della rete, dalla serietà del rapporto, dalla capacità di interagire e collaborare sia con l’affiliante sia con gli altri affiliati.

La formazione deve aiutare il potenziale affiliato a sviluppare le capacità di comunicare e di lavorare per obiettivi comuni: quando entrerà in una rete, si sentirà parte di un gruppo e non un operatore completamente autonomo, considerato che, comunque, avrà anche la necessità di assimilare e comprendere il funzionamento di una grande organizzazione.

Per questo una formazione che fornisca e sviluppi capacità di comunicazione non potrà che favorire i contatti con il franchisor e con gli altri affiliati, ma anche migliorare la comunicazione con gli utenti dei servizi/prodotti offerti. Il sistema delle relazioni risulta elemento molto importante anche nei rapporti con il personale impiegato nel o nei propri punti vendita.

…per essere imprenditori nella propria impresa

L’analisi delle competenze, da parte dell’aspirante franchisee, compiuta in fase di scelta deve necessariamente tener conto della capacità dello stesso aspirante di operare in autonomia.

Un affiliato, pertanto, dovrebbe aver acquisito capacità di operare come entità in parte autonoma e, quindi, aver affinato le competenze che tipicamente vengono richieste in una piccola e media impresa, anche se potrà contare sul sostegno del franchisor, soprattutto nella promozione.

In misura più o meno ampia, dovrà sviluppare competenze relative a:

  • gestione contabile ed amministrativa;
  • capacità di leggere il mercato, non solo attraverso le informazioni che vengono dall’affiliante e non solo in un’ottica di breve periodo;
  • selezione e la gestione del personale;
  • gestione degli acquisti e del magazzino;
  • capacità di pianificare;
  • orientamento al cliente.

E poi, da oltre un decennio, la sempre maggiore informatizzazione nelle varie fasi della gestione impone il possesso di competenze informatiche. Infine, anche nel franchising, sono sempre più rilevanti le doti di iniziativa e intraprendenza, la capacità di lavorare per obiettivi e il problem solving.

SCELTE E INSTAURAZIONE DI RAPPORTI

Fare impresa, lo sappiamo, non è attività facile, anzi: si pensi all’elevata concorrenza in tutti i settori, alla necessità di competenze specialistiche, agli investimenti in denaro, alla burocrazia, ecc..

Fare impresa può essere, comunque, una scelta professionale gratificante, perché consente di realizzare e creare qualcosa di proprio e di concretizzare i propri progetti. Ma l’impresa non nasce spontaneamente.

Come ogni espressione dell’operare umano essa è il frutto di una concomitanza di fattori chiamati ad interagire. Innanzitutto, la volontà creativa di uomini e donne disposti a scommettere su se stessi, a impegnarsi duramente in prima persona e a saper trasmettere anche ad altri il proprio entusiasmo per realizzare le proprie idee e i propri progetti. In secondo luogo un sistema di supporti, diversi per tipologia e funzionalità, in grado di indirizzare i primi, spesso decisivi, passi.

Ecco perchè è importante creare tutti i presupposti per fornire le necessarie conoscenze a comprendere che fare impresa non si risolve con la firma di un contratto di franchising. Non lo risolve il potenziale affiliato che agisce in questo modo e poi pone tutte le sue speranze nell’aver scelto “un buon franchisor”. Non lo risolve il franchisor che, pur avendo la certezza di aver incassato il proprio diritto di entrata, potrebbe sapere dopo molto tempo di aver fatto aderire un affiliato, ma non un imprenditore.

(continua)

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