La Toscana è un'Isola (?) Tavola Pensante fra manager e imprenditori Percezioni, confronto, opportunità e proposte.
Gli Isolani del Continente
Così siamo stati fotografati, schedati e giudicati.
E’ questo il lapidario commento che porto via dall’evento Tavola Pensante Fdr all’Accademia dei Palati, ed in fondo è un giudizio che aimè per tanti versi non mi sento di contestare.
La fotografia emersa questa sera è proprio lapidaria, ancora manager validi con tanta voglia di fare in crisi di motivazione o opportunità, responsabili Hr in crisi di fondi per nuovi progetti, imprenditori in crisi e basta.
E su tutto questo il giudizio di una regione chiusa in se stessa quasi incapace di creare sinergie e da qui la definizione di isolani nel continente (Pietro con una frase ci hai massacrati…).
Se poi condiamo il tutto con la netta percezione che le imprese Toscane in un momento di difficoltà generale non riescano a produrre collaborazioni trasversali che vadino al di là della politica dell’orticello e che le istituzioni locali vivano in un mondo dorato lontano dalle reali esigenze delle aziende, è lecito pensare positivo?
Io tutto sommato oso dire di sì.
Si perché in tutta questa oscurità brillano delle luci. Queste luci sono rappresentate dalla voglia di confrontarsi, di raccontare le proprie esperienze, di verificare se si possono creare progetti verosimili, forse con paura che siano più grossi delle proprie possibilità , ma osare qualche volta può portare lontano.
Ed allora ben vengano gli imprenditori che hanno ancora voglia di portare la loro esperienza, i manager combattivi, i responsabili del personale che non mollano perché credono ancora in quello che fanno, perché tutto ciò ci dice una sola cosa, che questa regione non è morta.
In particolare mi è piaciuta l’idea proposta questa sera di portare progetti, anche semplici , ma comunque in controtendenza con il diffuso pessimismo. In fondo, a cosa serve Fdr? E’ uno strumento valido, ha un discreto parco di utenti , può essere un buon mezzo di diffusione di idee.
Perché quindi non utilizzarlo per promuovere idee e progetti nuovi?
Sarebbe possibile all’interno delle risorse disponibili creare tavoli di discussione divisi per esperienze e settori similari magari sullo stesso stile delle tavole pensanti , ma più focalizzate?
E’ poi così folle pensare di raggruppare settori, manager, aziende similari per realmente condividere esperienze, informazioni ed opportunità di business?
Vediamo cosa verrà fuori dalle prossime serate , perché di sicuro qualcosa si può muovere.
Per concludere ancora una volta mi trovo a ringraziare Osvaldo per avermi suggerito di partecipare, senza il suo invito puntuale come la sua testardaggine in questa creatura che è Fdr non credo che sarei intervenuto.
Nota goliardica: Ragazzi Osvaldo deve essere a dieta! Non ha “quasi” toccato nulla dell’ottimo cibo propostoci dall’Accademia dei Palati! Prova costume?
Sigh…se sapevo stavo zitto!!…;)
Comunque volevo concludere qui il mio intervento…….chi ha definito la Toscana un’isola in terraferma, l’ha scelta, come regione dove vivere, circa 10 anni fa e nel corso di tutti questi anni ha dovuto più volte rinnovare questa scelta.Soprattutto l’ha scelta dove far nascere e crescere la propria famiglia e una piccola peste ;)….ma soprattutto non dimentichiamo che gli “isolani” sono zeppi di ottime caratteristiche..Quali?….Beh ora volete sapere troppo!
Ciao e grazie a tutti gli intervenuti, a me quest’incontro è stato molto utile per rendermi conto che le mie analisi (scusate la deformazione professionale) erano pienamente centrate….
Pietro
La Toscana E’ un’isola, caro Pietro: circondata dall’Appennino e dal mare.
Può capitare che un naufrago approdi casualmente su quest’isola e, trovando le giuste risorse naturali, la trasformi in un centro di eccellenza civilizzando il buon Venerdì, che non si è ancora reso conto della fortuna che ha avuto nascendo su quest’isola.
Le Aziende Toscane troveranno il modo di “fare sistema” solo quando capiranno di poterne trarre un guadagno perchè, come recita un proverbio fiorentino, “dove non c’è guadagno la rimessa è certa”.
Il mio non è pessimismo, altrimenti sarei già fuggito da tempo negli USA.
E’ solo un guardingo realismo celato da un sincero sorriso; spinto dalla voglia di realizzare qualcosa di concreto, anche scontrandosi con il “particulare” e le logiche di bottega che governano le strategie di troppe aziende Toscane.
Purtroppo le attività in ottica di breve termine, che ci vengono imposte dall’attuale crisi finanziaria, rendono difficile un percorso di integrazione sinergica.
Ripeto la posizione che ho espresso ieri sera: solo la consapevolezza e la visibilità di un “Made in Toscana” integrato può farci superare il limite del “campanile”. Altrimenti saremo costretti, di nuovo, ad aspettare il prossimo Inglese che ci chiami “Chiantishire” per apprezzare e dare il vero valore (forse esagerando) ad un fienile, trasformandolo in villa, o ad una bottiglia di un vinello che ho sempre avuto sulla mia tavola, trasformandolo in Solaia.
Anche Machiavelli era dubbioso sulla possibilità di unire la Toscana; ma intanto ha scritto “Il Principe” per spiegare come si poteva fare.
Ringrazio anch’io tutte le Colleghe ed i Colleghi partecipanti per i preziosi interventi.
E ringrazio ancora una volta Osvaldo per averci scrollati dal torpore ed averci fatto uscire allo scoperto, con i nostri dubbi e le nostre idee.
Marco
PS: Osvaldo, l’insalata di riso non fa ingrassare… 😉
Salve a tutti,
rientrando a Lucca ripensavo alle parole del medico. Non siamo stati pratici, non ci siamo chiariti le idee. Conosco un altro medico, che passa la sua vita all’estero e che dice lo stesso dei politici (italiani) e delle istituzioni internazionali quali ONU e CRI – Gino Strada-. E son rabbrividito!
Quindi la proposta di metodo per il proseguo degl incontri.
1)la prima sera abbiamo fatto un “auto”analisi della nostra condizione di Toscani in azienda. Come manager, usiamo abitualmente alcuni strumenti base: invece di fare un semplice verbale, ORGANIZZIAMO LE EVIDENZE EMERSE, ad esempio in una tabella di SWOT Analysis, e poi chiediamo ai nostri amici che si riuniscono oggi e giovedì di andare oltre e di pensare a delle soluzioni.
2) possibili soluzioni, idee, azioni. Partendo dalla swot analysis, proviamo ad usare un APPROCCIO STRUTTURATO anche qui. Ci sono mille metodi, su 2 piedi me ne viene in mente uno che forse non fitta al 100% come il 4m&1E (material methods manning machine environment). Ad esempio ieri abbiamo parlato molto di metodi per aggredire il mercato, ma per strutturare i processi all’interno dell’azienda?
Cmq sono stato molto felice di condividere esperienze e pensieri sul futuro, è sicuramente una buona iniziativa!
ciaociao
fb
Scoprirsi improvvisamente “isolani”… fa un certo effetto!
Per carità, condivido gli interventi: il “campanilismo”, l'”orticello”, quel certo approccio appena un poco muffito, polveroso.
Vien quasi da pensare ad una “predisposizione genetica”, immutabile… se non che la consapevolezza è il primo passo per il cambiamento. O almeno ci si può provare…
Quindi GRAZIE a tutti i partecipanti di ieri, per aver contribuito con spunti mai banali alla “presa di coscienza”… e un sentito “buon lavoro” a chi ci sarà stasera e giovedì… Aspettiamo proposte!
O almeno, una zattera!
Stefano
ps:le proposte culinarie dell’Accademia… erano davvero una grande tentazione!
Buffo .. sono stata 1 settimana fa all’Isola d’elba per un’edizione di BTO (borsa turismo online) definita delle isole, nello stesso senso con cui avete parlato della Toscana in questo evento qui sopra. Non tanto per questioni geografiche, quanto piuttosto per l’incapacità per le aziende di fare networking.
e per questo diffuso pessimismo, per carità anche motivato, ma che di certo non tiene conto di quante cose si stanno muovendo (almeno in alcuni settori, penso per esempio al web).
le vere innovazioni vengono da piccole realtà che con passione e fatica emergono dal torpore del pubblico e del “si è sempre fatto cosi”.
ma quindi… le conclusioni della tavola pensante? 🙂
Voglio essere ottimista e ricordare, nel mantenere il parallelismo con la storia, che dopo i secoli bui del Medioevo, Firenze è stata capace di esprimere un grandissimo Rinascimento, nonostante un lungo vissuto di profonda conflittualità politica ed economica interna.
Propogno quindi a Osvaldo un nuovo tema per un prossimo incontro: quali le ricette per colmare l’attuale deficit di fiducia che ci rende immobili e troppo riepiegati sul nostro passato e sulle nostre paure e diffidenze? Come liberare le energie senza lesinare su ingegno, lavoro e mezzi?
Grazie a tutti per l’incontro frizzante e piacevole! e, alla prossima!
Ho partecipato all’incontro di Lunedì e come prima cosa un apprezzamento alla formula dei gruppi ristretti che cosentono a tutti i partecipanti di contribuire, ci perdiamo però il contributo dei gruppi successivi.Come supplire?
Potrebbe essere valida la proposta di Francesco Bandoni della SWOT Analysis mantenendo però il carattere di discussione aperte “pensante”.
Detto ciò sembra emergere della Toscana un immagine statica che come tale potrebbe diventare critica in una ottica futura non generando basi per il rinnovamento.La nostra eredità storico culturale è diventata la nostra zavorra invece che risorsa. Eppure, tralasciando lo storico dei marchi e dei gruppi industriali famosi, nell’ultimo decennio in Toscana sono nate realtà molto innovative come DADA, Teseco e CDC ad esempio realtà ben lontane dai settori storici della nostra regione.La dimensione aziendale medio piccola altro problema già da tutti condivso, che non consente (o non capiscono) l’apporto a queste di un midle management esterno che apporti nuove risorse/capacità/opportunità. La gestione politica dell’ultimo decennio certo non ha aiutato. E dunque? dunque credo che le risorse umane e tecnologiche in Toscana esistano, diamoli e diamoci una mossa priettandoci al futuro. Mi piace pensare ad un movimento che sia di stimolo, non pretendiamo di avere ora (4 Giugno) dopo 3 incontri le soluzioni, ma già cominciare a pensarci è un buon inizio. Speriamo sia duraturo ovviamente.
Basta ho scritto troppo.