Cronache da un altro MondoNewsRisorse Umane

Il cinese senza biglietto, non lo trovi mai. Una storia vera di downshifting.

3 commenti2165 visite

Intervista ad un capotreno, ex psicologa del lavoro.

Ore 21: io a Ivrea davanti al mio pc, Serena Carangelo a Reggio Emilia con il suo: dopo qualche tentativo fallito, finalmente parte Skype. Microfono, telecamera e per un’ora ho il piacere di confrontarmi con questa brillante ragazza di Taranto, 36 anni (ma ne dimostra di meno). Il suo accento vagamente emiliano rende tutto più leggero.

Dove hai lavorato prima di fare la capotreno?

Ho lavorato in diverse aziende: sono una psicologa del lavoro e mi sono occupata di selezione e formazione per azienda del settore ceramica, poi azienda metalmeccanica, poi sw house e  infine agenzia per il lavoro.

Perché hai messo i caratteri in cinese su Linkedin?

Perché parlo cinese mandarino e quindi ho fatto cv e profilo Linkedin in mandarino

Per diversi anni sono stata con contratti a tempo determinato in tutte le aziende di cui parlavo finché ho deciso di volere qualcosa che desse valore aggiunto al cv, alla mia preparazione: lo studio del mandarino, appunto. Sono andata in Cina 2 mesi ma continuo a studiarlo e soprattutto a parlare cinese nel mio lavoro con i tanti passeggeri (cinesi) che incontro sui treni.

Cosa ti ha spinta a lasciare il tuo lavoro per diventare capotreno?

Non è un mestiere che ho cercato, non conoscevo nulla di questa professione. Il capo treno è una figura complessa, non si occupa solo del controllo biglietti, come molti credono.

Io sono iscritta alle liste speciali del collocamento obbligatorio, per le persone che hanno perso un parente per motivi di lavoro e sono stata chiamata da una società locale che si occupa di trasporto ferroviario.  In quel momento non stavo lavorando perché avevo dato le dimissioni dall’azienda in cui mi trovavo. Per me è stato un salto nel buio; io nella mia carriera lavorativa non sono mai stata senza lavoro.

Oggi il mondo del lavoro è difficile per chi ricopre posizioni a tempo indeterminato; ma per chi ha un contratto a tempo determinato, è disponibile ed è volenteroso, trovare opportunità è più facile. Adesso ho un contratto a tempo indeterminato che era subordinato al superamento degli esami.

Quali esami hai dovuto superare per questa nuova professione?

Ho fatto gli esami che mi hanno dato l’abilitazione alla manovra, alla formazione e all’accompagnamento treni, ma non guido i treni.  Per chi non lo sapesse il formatore tra le sue mansioni ha anche quella di preparare i documenti di accompagnamento al treno

Su quali tratte lavori?

Copro le linee reggiane, Modena – Mantova e una linea su Parma.

Il primo impatto con un settore così diverso dal tuo.

Il primo giorno sono andata a fare un corso; la cosa è durata parecchi mesi, sino a Giugno.

Non si entra subito sul posto, prima bisogna imparare molto.

All’inizio ero entusiasta, il trasporto ferroviario ruota attorno alla sicurezza, un argomento che mi interessa tantissimo oltre al fatto che ognuno di noi dipende dalla capacità dell’altro di far bene il proprio lavoro. E poi mi ha colpito il fatto che fosse un ambiente accogliente e cooperativo, i colleghi ti aiutano.

E’ possibile individuare differenze tra le tue aziende precedenti e l’azienda ferroviaria?

Una in particolare, dato che mi sono occupata di risorse umane: ll ferroviere medio è molto sveglio, cosa che non si riscontra sempre nel mondo dell’azienda privata.

Ti sei innamorata di questo mestiere.

Si, perché ho trovato relazioni positive e, pur pensando in precedenza di non averne poi così bisogno, ho scoperto che in realtà la vita migliora moltissimo. Vado al lavoro volentieri.

Ti ripeto, incontro persone disponibili che creano una buona atmosfera; i sacrifici ci sono, ma si affrontano meglio se si lavora in un ambiente collaborativo.

Come è cambiata la tua vita privata con un lavoro da capo treno?

Gli orari sono pesanti, i turni sono anche di notte e non vedo le mie amiche da tempo. Domani per esempio mi sveglio prima delle 5 perché mi inizia il turno.

Quanto alla vita di coppia, mio marito è contento se sono contenta io. Ed io sono davvero soddisfatta del mio lavoro.

A questo punto raccontaci le principali soddisfazioni.

Una in particolare, che riguarda il fatto che parlo mandarino. Ci sono parecchi cinesi in Emilia, molti non parlano italiano, anche se vivono e lavorano in Italia da tanti anni; il fatto che qualcuno parli cinese con loro, per loro è una cosa positiva. Sento una forte affinità con il popolo cinese. Sono molto gentili, accoglienti, il cinese senza biglietto non lo trovi mai. Il fatto di poter fare in modo che si sentano accolti ed integrati mi dà una grande soddisfazione; inoltre una delle mie migliori amiche è una ragazza cinese

Non hai mai pensato a trasferiti in Cina?

Adesso sono sposata, ma non mi vedo in Cina. Ho provato a cercare lavoro subito dopo la mia permanenza là ma di aziende italiane con possibilità di mandarmi a lavorare lì non ne ho trovate. Però credo che se fossi rimasta li per un’azienda cinese mi sarei trovata bene.

Il tuo rapporto con Linkedin e con i social network.

Lo usavo molto prima, nelle mie precedenti esperienze aziendali; adesso non ho più tempo di navigare ma ogni tanto mi collego per vedere gli aggiornamenti. Quanto ai social network, li uso a singhiozzo, ritengo che Facebook non sia indispensabile. Credo che Linkedin sia quello più professionale. Uso poco twitter. Poi per il lavoro che faccio cerco di essere discreta, non metto in piazza tutte le mie cose. Non si sa mai chi si incontra sul treno.

Alle 22 l’intervista si chiude; Serena sprizza ottimismo e soddisfazione. Testimonia che nella vita ci vuole anche un pizzico di coraggio, che bisogna avere competenze ed aver voglia sempre di imparare. Serena era molto contenta di fare l’intervista ed emozionata che noi le avessimo chiesto di raccontarci la sua storia: le ho detto che storie come questa sono belle storie, spunti importanti per noi di FiordiRisorse che viviamo di valori, etica, tante risate e molto lavoro.

 

Domani un altro turno la aspetta, ma lei andrà al lavoro contenta: l’ha scelto lei e si trova bene. Magari anche domani parlerà in cinese mandarino e penserà alla sua amata Cina.

3 Commenti

Lascia un commento