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Il formatore è Covid-19

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Nella sfortuna, siamo fortunati.

Sì, perché quando la realtà supera la fantasia, possiamo sederci con calma e seguire la lezione in diretta. Magari con accanto un bel blocco per appunti. Abbiamo in aula (rigorosamente virtuale) il formatore del momento, Covid-19. Per renderlo presentabile, gli abbiamo suggerito un dress code stile l’agente Smith di Matrix.

Parte il webinar.

Primo punto chiave: “La globalizzazione non esiste (almeno per il momento)”.

Internet, la mobilità e le transazioni economico-finanziarie ci hanno indotto a pensarla come reale ma l’evidenza della pandemia ci mostra tutt’altro. Ognuno ha corso da solo. Le singole Regioni in Italia, i singoli Stati all’interno dell’Unione Europea, i singoli Stati nel mondo.

Come manager, confermiamo come la politica sia l’esatto contrario del management.

Anni di team building in azienda per osservare alla fine un modello di gestione dell’emergenza estremamente frammentato, non coordinato e individualista. Un perfetto contrappasso dantesco.

Secondo punto chiave: “Siete come King Kong nella gabbia”.

Il nostro formatore cita niente di meno che il sociologo Max Weber. Fu lui a definire “Gabbia d’acciaio” la burocrazia imperante sulla società. Weber è morto esattamente cento anni fa, nel 1920. All’epoca di Weber, la società era ancora uno scimpanzè. Siccome nell’arco di un secolo la burocrazia è cresciuta in modo esponenziale, lo scimpanzè nel frattempo è diventato King Kong.

La gabbia, naturalmente, si è dovuta adeguare alle nuove dimensioni del primate. Il “mondo amministrato” è un mondo dove hanno contato, e contano ancora, soltanto i soldi e le “procedure”. Brutale, vero? Eppure serve prenderne atto.

Sono decenni che i leader nel mondo si sono limitati ad amministrare le loro realtà, nel bene e nel male. ONU e OMS compresi.  Oggi, con un gran tonfo, il mito della leadership è caduto. Occorre rialzarsi con un bel colpo di reni e ripartire da qui. Da ora in poi, abbiamo bisogno soltanto di persone capaci di visione, di guida, di disegnare traiettorie lungimiranti.

Non vogliamo più leader-amministratori, ma future designers. Anche con carta e matita.

Terzo punto chiave: “Bisogna saper pensare con i se e con i ma”.

Noi, invece, siamo cresciuti con l’omogeneizzato del  “senza se e senza ma”.  Il formatore ci sta suggerendo che non c’è nulla di più illusorio di una certezza. L’essere umano è un cacciatore di certezze ma questa modalità di vivere il mondo andava bene nel paleolitico. Oggi, per sopravvivere, dobbiamo sviluppare un nuovo pensiero strategico. Esiste, per esempio, una tecnica che ci aiuta ad allenarlo. La tecnica dello “scenario building”. Consiste in una impietosa raffica di domande a bruciapelo: “Che cosa accadrebbe se dovesse verificarsi…? (Ogni tipo di evento immaginabile, compreso l’imponderabile)”. Oppure: “Cosa faremmo se dovessimo trovarci…?”. L’obiettivo è rispondere, mettendo in scena anche un eventuale cigno nero prima ancora che si presenti da solo nel laghetto della nostra quotidianità.

“Senza se e senza ma” puzza di dogmatico.  Certo, i diritti umani sono inalienabili e la legge è uguale per tutti, “senza se e senza ma”. Ma è realmente così? E se la legge non fosse proprio così “uguale per tutti”?

Il quarto punto chiave suona quasi come una esortazione: “Siate pronti!”.

Pare che il nostro formatore abbia fatto il boy scout. “Estote parati”, in latino, il loro motto. Anche qui: anni a ragionare in azienda su come  giocare d’anticipo sui tempi e su come “cambiare prima di essere costretti a farlo”, per ritrovarsi a rincorrere i buoi scappati dal recinto. Lo stesso, identico, recinto di sempre. Quello con le palizzate in legno. Bello, ma vulnerabile. Scenografico, ma inadeguato per contenere i nuovi buoi del terzo millennio. Tuttavia, tenersi pronti è necessario ma non sufficiente. Bisogna capire esattamente su cosa tenersi pronti.

Ecco l’ultimo punto chiave di questo webinar con Covid-19: “Capire le priorità”.

Per essere più precisi: le vere priorità. In azienda, da sempre, questo è l’ABC del bravo manager; o meglio, era. Sì, perché oggi comprendere quale sia una vera priorità è diventata una cosa molto complicata per tutti. Ormai, lo schema del mitico generale Eisenhower per la gestione delle priorità è una favola che possiamo raccontare ai bambini prima di addormentarsi.

Covid-19 fa scorrere una serie di immagini. Stimoli che colpiscono come un colpo improvviso di un pugile sul ring. Osservando in silenzio, comprendiamo quale siano le vere priorità della società umana. Uscire, prima di tutto, dalla gabbia d’acciaio della burocrazia. Poi, organizzare sistemi politici le cui decisioni abbiano come sistematico criterio quello dell’assicurare il “benessere del bene comune”. Tradotto significa: il passaggio urgente (vera priorità) dal “politicamente (s)corretto” all’ “eticamente corretto”. Un movimento di pensiero e di azione  – questo sì che aiuterà a concretizzare la globalizzazione!  – che ri-orienti le élite verso una visione umana e non solo monetaria-procedurale del nostro domani.    

Abbiamo bisogno di guide creative e non di amministratori-guardiani di gabbie d’acciaio. Altrimenti il rischio è che ci ritroviamo aggrappati all’Empire State Building.

E pare che King Kong non abbia fatto una bella fine. Covid-19 si è scollegato. Ora tocca a noi salvare Zion.

1 Commento

  1. La legge è uguale per tutti, solo in teoria, eppure tutti vorrebbero che lo fosse in pratica senza fermarsi a riflettere – abbastanza – sulla differenza.
    Ho abbandonato i tribunali quando ho capito che non potevo gestire la differenza.
    Grazie per l’articolo, davvero lucido e chiaro. Oltrechè ispirante!

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