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Integrazione in UK: Meglio a 20 anni che a 40.

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Non si puo’ mai sapere che scherzo ti giochera’ la vita. Mai. Soprattutto se parliamo di integrazione.

Quindi non mi dovrei sorprendere piu’ di tanto se il percorso della mia esperienza professionale mi ha infine condotto in Inghilterra a Brighton a lavorare per una azienda inglese operante nel business del fotovoltaico, quando tutto il mio percorso di studi e la mia carriera erano in realta’ rivolti all’edilizia innovativa ed al risparmio energetico.

Gia’ mi ero impegnato nelle rinnovabili con l’arrivo della crisi nel 2009, che per me e’ stata l’occasione di sperimentare nuove vie, nuovi percorsi e che mi hanno visto maturare anche un’esperienza aziendale/manageriale: purtroppo l’acuirsi della crisi economica assieme alla mala gestione statale degli incentivi ha portato alla crisi anche l’azienda giovane e florida per la quale lavoravo, quindi dopo un’altra occasione ho provato il salto in un Paese straniero, ed eccomi qui.

L’esperienza estera e’ molto valida e formativa, se ben gestita, perche’ grazie al confronto con una cultura ed una mentalita’ piu’ aperta della nostra si ha modo di avere una visione alternativa delle cose: sento di essere stato avvantaggiato dall’avere mantenuto una grossa curiosita’ per le novita’, che mi e’ stata di grande aiuto nel momento in cui si e’ dovuto tagliare molti ponti con parentele ed amicizie per fare questo passo.

L’azienda in cui mi trovo ora e’ giovane ed in forte sviluppo ed offre a tutti di poter crescere professionalmente: con rammarico devo ricordare che anche l’azienda italiana da cui provenivo possedeva le stesse identiche caratteristiche, ma il contesto era ben diverso e diversi sono stati alla fine i risultati.

Posso distinguere due situazioni, in cui la prima vede un maggiore vantaggio venire qui tra i 20 ed i 30 anni, un’eta’ in cui e’ piu’ facile integrarsi ed imparare una nuova cultura, una nuova lingua e costruire rapporti interpersonali, sempre utili come pure da noi; E’ piu’ difficile invece l’approccio di chi come me si trova alla soglia dei 40 anni, in cui difficilmente si puo’ fare affidamento su conoscenze pregresse che possano aiutare ad inserirsi, ed in questo caso diventano fondamentali le competenze spendibili su questo mercato, pur restando la oggettiva maggiore difficolta’ di apprendere una nuova lingua ed una nuova cultura ripartendo in pratica da zero.

Ma mentre in Italia in questo momento il lavoro viene visto come un miraggio, spesso pure squalificante o sottopagato, in Inghilterra se una persona possiede capacita’ e/o spirito imprenditoriale (e fortuna, che non guasta mai) ha l’effettiva possibilita’ di fare carriera ed emergere: al contrario dell’Italia quindi e’ quasi consigliabile passare da un lavoro ad un altro, man mano maturando competenze e qualifiche fino ad arrivare ad una posizione economicamente migliore e piu’ vicina ai propri interessi, mentre purtroppo da noi il sistema resta ingessato, e per quanto detto prima spesso non permette al lavoratore di migliorarsi e di crescere, e con lui anche l’azienda dove si trova.

Chiaramente una persona ben pagata ha anche un maggiore interesse a fare bene il suo lavoro, ma purtroppo questo pare essersi un minimo ridotto qui con l’arrivo di tanti stranieri da sud Europa e Paesi esteri che a volte sono preferiti agli autoctoni perche’ meno “costosi”.

Attenzione che anche qui, anzi soprattutto qui nella patria del Business, le differenze sociali si sentono a livello di qualita’ di studio, condizione sanitaria e carriera lavorativa: un inglese che ha avuto modo di frequentare costosi corsi di laurea o Master e’ sicuramente in una posizione migliore della maggior parte dei propri concittadini, e soprattutto di chi dal nostro Paese e’ giunto fin qui con un nostro titolo di studio; Da questo punto di vista il nostro Paese e’ ancora migliore… ma per quanto?

Nel passare dai cantieri alle scrivanie ora la mia giornata tipo si svolge gestendo impianti per conto di clienti quali banche, fondi di investimento o semplici privati: il contratto prevede 7,5 ore giornaliere per 5 giorni alla settimana, con liberta’ di ingresso ed uscita, ed appena finito di lavorare fuori dall’ufficio e’ facile muoversi con i servizi pubblici sempre molto efficienti oppure a piedi o bicicletta piuttosto che la macchina, e la vita di tutti i giorni e’ facilitata dall’avere le grosse catene commerciali molto ramificate anche a livello di quartiere con orari di apertura simili ai nostri ma con la differenza di avere spesso i negozi aperti pure sabato e domenica come giorni normali.

Dopo tutto questo una persona dovrebbe prendere, caricare una valigia e abbandonare l’Italia, giusto? Dipende.

Fosse un giovane gli suggerirei di si, ma scegliendo o di troncare totalmente con l’Italia oppure decidere di ritornare in futuro: i contatti umani e le bellezze che l’Italia puo’ offrire sono impossibili da avere qui, da noi i rapporti interpersonali possono e spesso sono piu’ “battaglieri” ma per questo piu’ veri, meno formali ed esternamente “finti” come qui, e la mia personale sensazione e’ che anche dopo anni qui sarei sempre visto come “italiano” in una societa’ che ti integra ma non ti “amalgama”. E da una certa parte della propria vita in poi sono queste le cose che assumono un valore importante nella vita. Resto convinto che se solo ci fosse più “Inghilterra” nella maniera di gestire le cose in Italia, non ce ne sarebbe per nessuno.

2 Commenti

  1. bel articolo sicuramente ma … secondo me quando si parla di lavorare all’estero non si tiene anche in degna considerazione alcuni aspetti importanti. In Italia se ti ammali e sei dipendente, tu vieni pagato e non succede nulla. All’estero è un day off e come tale non vieni retribuito. In Italia se entri in un ospedale e ti ricoverano in fin di vita per un motivo x … dopo enne giorni di ospedale esci (qualcuno dirà si se esci …!) dicendo grazie ai dottori e salutando tutti, all’estero passi prima dalla cassa e … ti passa la salute. In Italia il 90% delle persone vive senza assicurazione perché di fatto lo stato sociale è quello che serve da assicurazione contro tutto e tutti, all’estero questo non succede.

    Daniele citava giustamente i centri commerciali aperti di domenica e a volte anche di notte. In Italia per le aperture natalizie si è dovuto lottare un sacco e comunque in questi giorni la gente è già tutta a fare compere (all’estero staresti lavorando magari anche il 31 dicembre che ovunque è considerato lavorativo fino alle 17!). In Italia esiste il ponte. Ci sono addirittura le chiusure aziendali in occasioni dei ponti … all’estero si lavora si lavora si lavora … 20 days off a mio personalissimo ricordo …

    Oggi in Italia c’è un’oggettiva mancanza di lavoro ma non dimentichiamoci che all’estero non è tutto oro quello che luccica. In UK oggi c’è un mercato del lavoro molto valido ma … la società anglosassone è in assoluta quella più classista che esista nel mondo, il sistema scolastico italiano è sicuramente disastrato ma è praticamente gratuito.

    Senza scadere in politica o in cose di questo tipo, posso tranquillamente dire che le stime del Movimento 99% di Occupy Wall Street aveva individuato negli US e nel UK i due paesi con il più alto tasso di squilibrio sociale tra ricchi e poveri.

    Ah … un’ultima considerazione veloce. Il Lavoro a TEMPO INDERTERMINATO … il sogno di tutti gli italiani, all’estero non esiste. Un errore e hai il primo warning, il secondo errore hai il secondo warning … al terzo sei fuori !!!

    1. Hai ragione Alessandro, ma giustamente ho dovuto sintetizzare un discorso altrimenti molto più lungo.
      Ma c’è pure da dire che il sistema sociale lì funziona, qui va appunto avanti spesso grazie alla “buona volontà” di chi giornalmente vede la gente con problemi di ogni tipo.
      Per quello il mio auspicio sarebbe che il Governo nazionale finalmente riuscisse a tagliare il nodo gordiano della eccessiva burocrazia che rende assurde pratiche anche semplici, allungano tempi (spesso morti, che quindi noi come utenti paghiamo doppio) e rende difficile alla stessa P. Amm. la corretta gestione ed organizzazione propria.

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