La Risorsa Umana
Sono notizie di questi giorni: grandi aziende (Vodafone e Fiat, http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/10/10/news/vodafone_dipendenti_sul_campidoglio_non_scendiamo_se_non_ci_reintegrano-44271656/, http://www.ilmessaggero.it/economia/fiat_pomigliano_sentenza_fiom_mobilita/notizie/228809.shtml ), che senza farsi troppi problemi si fanno sostanzialmente “beffe” di sentenze di Tribunali Italiani.
Certo, il momento economico non è facile, ed in passato abbiamo assistito ad un eccessivo garantismo. Rimane però la sensazione (forse anche qualcosa di più), che oggi alcune aziende stiano in qualche modo vivendo una Sindrome da Onnipotenza, forti del fatto che la crisi ci rende tutti più deboli.
Qualcuno dice che ormai la luce in fondo al tunnel è vicina, e che di conseguenza tutto potrebbe tornare alla normalità. Qualcun altro ci dice invece che la luce è in realtà un lumino da 2 novembre (tanto per restare in tema), con la conseguenza che tutto sarà diverso: forse la così detta globalizzazione ci porterà una migliore distribuzione del benessere, ma non certo a casa nostra..
Tutto questo porta ad una riflessione: aver sostituito i nostri “Santi” (anche qui per restare in tema) con nuovi dogmi (Il “mercato globale subito” come signore e padrone dei nostri destini), non sta forse mettendo in seria difficoltà la Risorsa principale di tutto, cioè noi, le persone? Che senso ha correre verso questo nuovo equilibrio, se poi tutto questo va a scapito della Risorsa Umana?
Sono sempre stato un liberista convinto, che per me significa libertà di intraprendere, di provare cose nuove, con uno Stato che deve supportare tutto questo ( e devo dire che ancora molto vi è da fare, se per fare un esempio, occorro mesi ed anche anni di pratiche e di carte, per mettere 4 – dico 4, non 40 o 400 – pannelli su un tetto di una casa, per scaldarsi l’acqua – non certo per lucrare su bizzarri incentivi – e per ridurre l’inquinamento e la nostra dipendenza energetica da altri!), e non certo mortificare chi ha il coraggio di fare cose nuove (magari anche sbagliando!).
Tutto questo però mi sta ponendo molte domande: perché questo?
Dove andiamo?
Non ci sono alternative?
E’ veramente necessario mortificare la Risorsa Umana?
Per centinaia di anni il ricco occidente ha lucrato e vissuto sfruttando tutte le risorse mondiali a discapito del restante 75% di popolazione.
Dalla caduta del muro di Berlino in poi si è innescato un meccanismo che ha liberato i paesi dell’est, contaminando la Russia , la Cina, il Brasile ecc..
Una volta aperti i confini ed il libero mercato il benessere ha iniziato a coinvolgere popoli che fino a quel momento vivevano in estrema ignoranza e povertà.
Se si considerano gli effetti su scala mondiale allargata , la globalizzazione ha sicuramente regalato a tanti popoli dignità ed uno spazio adeguato in questo mondo.
Guardare solo una faccia della medaglia piangendosi addosso non risolverà i problemi, bisogna rimboccarsi le maniche, cambiare il modo di intendere il lavoro, imparare le lingue, stimolare la ricerca, esportare ed aggredire i mercati emergenti inquadrandoli come un’ opportunità.
Non si può tornare indietro e pensare di poter rilanciare l’occupazione senza rendersi conto che il mondo è definitivamente cambiato.
Stiamo dimostrando di essere vecchi anagraficamente e vecchi di mentalità, e se non ci diamo una svegliata ci ritroveremo catapultati nel terzo mondo prima di quanto possiamo immaginare.
Saluti e buon lavoro
Silver
Buongiorno Giuseppe, non è necessario mortificare la risorsa umana e soprattutto non è conveniente! Dovrebbero finalmente capirlo anche queste multinazionali che in questo momento cercano di sfruttare il momento di debolezza dell’Italia e si permettono di non rispettare sentenze di Tribunali Italiani, paese in cui fatturano delle cifre enormi. Non dovrebbe essere possibile. Le piccole aziende, per esempio non hanno di questi comportamenti e cmq vengono bistrattate.
Sono stupito che vi stupiate. Le Risorse Umane, sono, appunto “Risorse”. E tutte le aziende comprano le risorse dove costano meno, a parità di qualità. Quindi, o questo paese torna a produrre qualità, o altrimenti si trasformerà solo in un bacino di retail, e morirà. Una volta eravamo leader della meccanica, dell’aeronautica, i polimeri italiani dominavano la chimica, l’Olivetti era un esempio e la Lancia e l’Alfa erano le Audi e e BMW di adesso. La totale assenza di una politica industriale basata sul merito e sulla competenza ha ridotto il paese allo stato larvale…e non è una cosa degli ultimi vent’anni: è degli ultimi 40, ed è frutto della perfetta sincronia di pensiero fra una classe dirigenziale ed imprenditoriale inqualificabile ed una classe politica perfino peggiore. Il muro di Berlino non c’entra nulla, e nemmeno la Cina: la Germania ha investito in qualità e competenza, e non licenzia nessuno.
@Silver. Non discuto la spereuqazione che fino ad ora ha governato il nostro mondo. La mia perplessità sta nei tempi e nei modi. Velocizzare il processo di globalizzazione, anziché migliorare la qualità di vista dei paesi emergenti (che sono fortemente sperequati al loro interno), sta certamente peggiorando la nostra. se questo è il risultato, è veramente indispensabile?
Se la Risorsa umana ( @Luca), è solo una risorsa (la minuscola è voluta), come un prodotto o una utility, che senso ha il nostro sviluppo??? Non vi è dubbio che in Italia esistano carenze in termini di sviluppo (siamo usciti di fatto come produttori di tecnologia, come IT e TLC), e questo è, credo uno dei temi fondamentali per la nostra ripresa.
Non sarebbe in ogni caso, stato meglio portare tutti i paesi verso l’alto e non spingere le multinazionali (@Alessandra, ti seguo) a comportarsi oltre la legge?
Il confine tra economia ed etica è molto vicino in questo caso, ma soprattutto incide direttamente sulla qualità del futuro di tutti!
@Silver. Non discuto la spereuqazione che fino ad ora ha governato il nostro mondo. La mia perplessità sta nei tempi e nei modi. Velocizzare il processo di globalizzazione, anziché migliorare la qualità di vista dei paesi emergenti (che sono fortemente sperequati al loro interno), sta certamente peggiorando la nostra. se questo è il risultato, è veramente indispensabile?
Se la Risorsa umana ( @Luca), è solo una risorsa (la minuscola è voluta), come un prodotto o una utility, che senso ha il nostro sviluppo??? Non vi è dubbio che in Italia esistano carenze in termini di sviluppo (siamo usciti di fatto come produttori di tecnologia, come IT e TLC), e questo è, credo uno dei temi fondamentali per la nostra ripresa.
Non sarebbe in ogni caso, stato meglio portare tutti i paesi verso l’alto e non spingere le multinazionali (@Alessandra, ti seguo) a comportarsi oltre la legge?
Il confine tra economia ed etica è molto vicino in questo caso, ma soprattutto incide direttamente sulla qualità del futuro di tutti!
… e che ne dite se invece di Risorse Umane, cominciassimo a (ri)parlare di Uomini e Donne? Non occorre aver approfondito la PNL per comprenderne la differenza. Saluti a tutti.
@Silver e Luca: condivido in toto i contenuti dei vostri post.
Ma sono pessimista: l'”estro” italico stavolta non ci salverà.
Dubito che le giovani generazioni abbiano la forza per sovvertire il nostro trend di decadenza. Sarei felice di sbagliarmi … .