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Lo sviluppo della leadership attraverso il trasferimento delle competenze

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Negli ultimi giorni mi è capitato di leggere diversi articoli inerenti la figura dei manager d’azienda, dei quali vengono evidenziati tutti gli aspetti peggiori: “capi” che restano in ufficio 14 ore di fila stressando i loro collaboratori e portandoli all’annullamento di ogni forma di vita privata, boss che soffrono dei 7 peccati capitali del manager (il termine badbossology mi ha incuriosito parecchio, qua un articolo interessante), personaggi che sembrano possedere la poltrona di comando senza averne i titoli, le competenze o i talenti necessari.

Eccomi quindi con la maschera del presuntuoso ed arrogante a suggerir loro qualche dritta.

La prima cosa buona da fare è chiedersi come ci percepiscono i nostri collaboratori: siamo una guida autorevole, stimata e rispettata, oppure il loro desiderio più grande è che noi si finisca al più presto fra gli obiettivi di Dexter Morgan?
Se c’è anche una piccola possibilità che la seconda sia la risposta esatta, potrebbe essere utile modificare la situazione. Come? Ad esempio, adoperiamoci per trasferire le nostre competenze ai collaboratori, così da farli crescere e renderli maggiormente autonomi, verifichiamo che i nostri comportamenti siano utili a questo scopo ed analizziamo periodicamente i risultati raggiunti dalle nostre risorse (non in termini economici, ma appunto di competenze).
Se si è alla guida di un team e si cerca una via praticabile per aumentare la propria leadership senza cadere nell’autoritarismo, interrogarsi sul tempo (e la sua qualità) che si dedica al trasferimento delle competenze può essere un corretto indirizzo da seguire. Non si deve aver timore di diventare meno importanti, sostituibili e non indispensabili, bensì guidare i propri collaboratori al raggiungimento degli obiettivi, facendo in modo che siano essi a spingere la palla in rete (sì, anche con un tiro di punta contro il vostro segnare in rovesciata), senza dimenticare di congratularsi con loro per evidenziare i progressi fatti. Sarà inevitabile l’essere riconosciuti come guida stimata e punto di riferimento.

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