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Quelli che non si sono fatti sorprendere dalla crisi. Istruzioni per il piano B.

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Che cosa, concretamente, compone il nostro portafoglio di competenze/conoscenze ?

Proviamo a delineare qualche cosa,identificando un evento fondante per ogni fase della vita professionale :

Fase giovanile
: Percorso di Studi

Fase pre-maturità professionale
: Nostra decisione/voglia di dare una rilevanza geografica più ampia alle nostre competenze ( parente del più famoso “Lei è disponibile al trasferimento ?” ).

Fase maturità professionale : Nostra decisione/voglia di dedicare il 75/80 % della nostra vita al lavoro ( normalmente richiesto dalle posizioni manageriali più elevate ).

Immaginiamo , in base a questa teoria degli EVENTI FONDANTI, alcuni percorsi che secondo un eccitante gioco di sliding doors potrebbero essere percorsi dal nostro personaggio principale :

Hp 1
1) Fase giovanile : Laurea in Scienze Politiche, Master MBA presso importante Business school
2) Fase pre-maturità professionale : inserito in un programma dedicato agli ALTO POTENZIALE da importante azienda multinational accetta di fare job rotation per 4 anni su quattro aree funzionali diverse in 4 paesi diversi del mondo.
3) Fase maturità professionale : Nominato Direttore Generale della National Sales Company australiana ottiene ottimi risultati.
4) Al ritorno in Italia diventa Direttore Commerciale WW del gruppo, viaggia molto,lavora moltissimo,nel fine settimana dedica il sabato alla lettura delle e mail.

Hp.2
1) Fase giovanile :   Laurea in Scienze Politiche
2) Fase pre-maturità professionale : assunto come neolaureato in azienda di medie dimensioni della sua zona di residenza.
3) Fase maturità professionale : Responsabile delle Vendite, raggiunge il livello di Quadro, lavora moltissimo, a stretto contatto con la proprietà, guadagna il giusto,vive con orgoglio l’essere considerato uomo di fiducia della proprietà.

Hp.3
1)Fase giovanile : Laurea in Scienze Politiche
2)Fase pre-maturità professionale : assunto come neolaureato in grande azienda di Milano, dove si trasferisce.
3)Fase maturità professionale : Responsabile del Credit Management, è uno specialista di riconosciuto spessore, termina invariabilmente il suo lavoro che conosce ormai benissimo alle 18.00 di ogni giorno.

E’ il solito laureato in Scienze Politiche che  vive tre storie totalmente diverse ma tutte possibili.

Inseriamo una variante : l’azienda nella quale il nostro personaggio lavora entra in crisi,chiude.

Hp.1: Ha mille contatti si ricolloca.
Hp.2 : Tra mille difficoltà trova spazio come consulente e poi viene riassunto,si ricolloca.
Hp.3 : Iscritto nelle liste di mobilità , dopo 2 anni non si è ancora ricollocato.

Considerazioni

Il più forte Hp.1 vince, in effetti è l’unico che ha progettato la sua carriera, come si deve fare nei progetti ha immaginato anche qualche via di fuga, qualche piano B insomma, è abituato alla precarietà delle situazioni e sa che il rischio è una parte rilevante della sua professione.

Hp.2-Hp.3 hanno entrambi grosse difficoltà, entrambi non hanno fatto un progetto di carriera, non hanno piani b, la differenza sta nel fatto che Hp.2 ha imparato ad essere più intraprendente in maniera forse poco strutturata, diciamo che il PENSIERO FLESSIBILE per necessità rappresenta l’ultimo stadio della sua professionalità.

Hp.3 Non sa neanche come fare a cercare un nuovo lavoro, non credeva possibile che succedesse proprio a lui, non ha un piano b e neanche immagina che cosa potrebbe fare di diverso.

Hp.1 vince perché è l’unico che ha creato un PIANO B.
Ha dedicato del tempo a se stesso, gli altri hanno dedicato solo il tempo ( chi più-chi meno ) all’azienda pensando che l’azienda avrebbe tenuto  questo in gran conto.

E’ la situazione che gli inglesi chiamano shell – shoked jobless.

E’ troppo facile dire che HP.1, è quello nato nella migliore situazione di famiglia, quello che ha avuto più soldi da investire nella sua formazione ecct..

Nessuno ha spiegato a HP.2 e HP.3 che anche senza grandi investimenti avrebbero DOVUTO pensare in quale altro modo sarebbe stato per loro possibile mettere insieme il pranzo con la cena, quale altra possibilità avrebbero potuto avere per il loro futuro.  Avrebbero dovuto crearsi un piano B, tipico degli imprenditori.

E’ un cambiamento culturale importante, diventare imprenditori di noi stessi,noi stessi siamo aziende, nel senso che siamo capaci di produrre reddito, siamo in grado di produrre minori  o maggiori marginalità, di scegliere i “business” giusti per noi e per le nostre possibilità.
Hp.1 sarà la grande azienda multinazionale, ma nessuno avrebbe impedito a Hp.2 e Hp.3 di essere delle piccole e profittevoli aziende artigiane, con investimenti limitati ma intelligenza e coraggio !

Al lavoro e alla ricerca dello stesso in un mercato come quello di adesso ci si  avvicina da imprenditori di noi stessi,non possiamo più sperare che “qualcuno” o “ qualche cosa “ ci regali la nostra opportunità,la grande possibilità. Come nella gestione di impresa,nella gestione della nostra carriera dobbiamo porci mille domande ogni momento, non fermarsi, non dare per scontato, e……fare continuamente scelte.

Questo spazio vorrei dedicarlo alle nostre storie, alle nostre esigenze professionali, magari raccontando di noi stessi, senza pudori, senza problemi, punti forti e punti deboli, riusciremo a fare tesoro dell’esperienza degli altri.

Il lavoro che ci darà successo, prima lo si cerca dentro noi stessi, poi sul mercato !

Questo spazio consentirà ogni 15 gg. a 5 di noi di raccontare la propria storia e chiedere un check up professionale e una piccola bussola per orientarsi.

Parliamo dei nostri PIANI B.

Metterò a disposizione non una…scienza….neanche una ricetta…..soltanto 14 anni di interviste.

Un forte abbraccio a tutti.

5 Commenti

  1. Ciao Enrico,
    complimenti per la vena quasi poetica !
    Se stiamo leggendo qui forse siamo in molti hp.2, chissà se in tempo a cambiare in hp.1 ……..
    Molto interessante sia l’idea del Piano B che la considerazione del ns. sviluppo professionale come scelta strategica aziendale. Io sento di averla fatta da poco, anche se non mi sono preparato un Business Plan a supporto e quindi sarei ben contento di partecipare…..

    Andrea

  2. Ciao Enrico,

    confesso che, nella mia attuale situazione, rientrata in Italia dopo 10 anni di lavoro all’estero, un check-up per la mia ricerca di lavoro in Italia, mi sarebbe molto d’aiuto… Fammi sapere, per favore, di cosa c’e’ bisogno per parteciparvi…
    Grazie mille!
    Ciao
    Monica

  3. Enrico,
    non avevo ancora avuto modo di leggere questo tuo ottimo testo, ma l’avevo “puntato” da qualche giorno. Sorrido con me stesso, perché parlavo del piano B con un ex-collega, oggi controller di un grande gruppo italiano, quasi tre anni fa, una sera a cena a Milano. Ho ripensato moltissime volte a quella cena ed al pensiero del piano B (gli amici più anglofoni direbbero Back up plan, che sempre per B comincia) e neanch’io ho una scienza o una ricetta; però colgo qualcosa dallo spunto delle conoscenze, dei contatti e mi sembra che Fior di Risorse, Linked in, Fior di Risorse all’interno di Linked in possano essere una buona base di partenza. Il discorso è un po’ destrutturato, ma l’efficacia della rete è molto superiore rispetto ai tentativi di descriverla con un algoritmo.
    Un saluto caloroso e a presto,
    Giorgio

  4. Chiedo scusa per il secondo giro, ma pochi minuti fa ho trovato questo su Linked in, che riporto virgolettato (copyright di Rebecca Thompson); date un’occhiata; non è male; può essere utile per ognuno di noi (just in case, of course) o per qualche nostro amico/conoscente:

    ” A plan for what to do if you are suddenly unemployed.
    Being proactive is key to a successful job search outcome. Use these six steps to get motivated:

    1. Assess your situation and create written plan of action to keep track of your progress.

    2. Update/create a resume. If needed – get help from a resume writer.

    3. Search job-listing resources and write down the company name, telephone number and contact name, date you applied and a brief description of the job.

    *Use online job search websites – Post Resume and Job Alert tools.

    *Search Classifieds

    *Seek help from recruitment firms, employment agencies, college alumni services, or a career coach.

    *Go through the yellow page directory.

    4. Networking offers the highest return-on-investment when job searching.

    *List contacts including: family, friends, co-workers, college roommates, professors, and community connections. Put the word out you are job hunting.

    *Join top online networking groups, local community groups/organizations, attend job clubs/networking meetings, and make contacts at your children’s school.

    *Use networking tools that include: elevator speech, networking cards, one-page networking resume, professional biography, and target search summary.

    5. Practice answering sample interview questions; focus on the difficult ones commonly used to test how you handle pressure. Do an online search to find these sample questions. Ask your own questions to obtain enough information about the employer. After the interview, use strategically timed documents including: “Thank You”, “Follow-Up”, and “Critical Leadership Initiatives” documents. These documents keep you current in the interviewer’s mind.

    6. During the process, take full responsibility for your attitude. Staying upbeat is key to keeping the momentum strong.

    You will soon find that conducting a fruitful job search requires two things: a clever strategy and persistent effort.

    Copyright © Rebecca Thompson “

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