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Sul lavoro…toppano uno dietro l'altro

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Ormai è diventato un frutto di stagione: l’anno scorso a ferragosto è arrivata la riforma Fornero che ha visto bene di allungare in modo insensato le pause tra un contratto a termine e la sua proroga, facendo rischiare, a tanta gente di perdere il lavoro… Personalmente, per l’azienda di cui sono HR manager, ho dovuto ricorrere alla somministrazione con le agenzie, per poter proseguire a far lavorare il call center….(Piccolo chiarimento: il tempo determinato non è un piacere sottile dell’imprenditore, in molto casi è l’unica strada, di fronte ad un mercato altalenante e pieno di imprevisti, ma forse la ministra preferiva il ritorno al lavoro nero…)

Adesso a fine giugno, ecco sfornato (non è un gioco di parole) il decretone del governissimo di larghissime intese, che ci dice che se sei giovane, ma sei anche ignorante, ma c’hai la famiglia a carico, ma vivi pure nel meridione, e sei disoccupato di lunga data…. Per chi ti assume c’è un bel contributo ed uno sgravio!!! Perfetto, ne son lieto così sistemiamo 14 persone in tutta Italia.

Chi lo spiega al ministro e a Letta jr che a spasso ci sono i giovani laureati che vivono a casa con la mamma e campano con la paghetta della nonna, che la famiglia non ce l’hanno, ma solo un’eterna fidanzatina da amar al buio dentro alla Punto di papà?

Chi glie lo dice a coloro che ci comandano, che in questo paese serve un intervento serio e programmatico, che abbatta l’eccessivo costo del lavoro (quasi il più caro d’Europa) e permetta finalmente agli imprenditori onesti (che sono la maggioranza) di poter competere con gli imprenditori disonesti (che sono la minoranza), e non sentirsi sempre i “fessi”, gli unici che rispettano le regole in un paese dove ognuno si fa gli affari suoi.

Diceva il compianto Montanelli: “un popolo di furbi, fa un paese di fessi”… Quanto aveva ragione..

E poi ci comperiamo gli aeroplanini nuovi per giocare al contingente militare…

Attendiamo fiduciosi la prossima estate per l’ennesima riforma del lavoro, che vada a tutelare stavolta tutti quelli nati durante il solstizio, che c’hanno gli occhi azzurri ed i capelli rossi; tanto per essere ugualitari!!

Scusate lo sfogo e le (tante) imprecisioni, di un giovane (nel ruolo non all’anagrafe) Direttore del Personale che vorrebbe poter assumere senza ansia e paura, e vorrebbe non dover licenziare (non dormendoci per tre notti).

2 Commenti

  1. L’APPRENDISTA STREGONE E LE RIFORME SUL LAVORO DI MEZZA ESTATE
    ll Consiglio dei Ministri ha approvato il Dl Lavoro del governo Letta che, dovrebbe risolvere, o quantomeno iniziare a risolvere, il dramma della disoccupazione giovanile.
    Ho letto e riletto la bozza, ma forse mi sono perso qualche pezzo del ragionamento politico da “loro” fatto……non so.
    Provo a ragionare a voce alta.
    Il pacchetto approvato ha un costo di 1,5 miliardi di euro di cui 794 milioni destinati agli under 30, per questa categoria ci sarebbero sgravi definti “sperimentali”……boh ! diretti specialmente al Sud, ma ATTENZIONE a determinate condizioni: o bisogna essere disoccupati cronici, o non aver studiato, o vivere da soli e aver messo su famiglia.

    Il bonus, con un tetto fissato a 650 euro mensili, per 18 mesi in caso di nuove assunzioni e 12 per contratti a tempo confermati come indeterminati, sembrerebbe una cosa utile, se non fosse per le restrizioni che vengono chieste per averne accesso.
    IN PRATICA: L’età va dai 18 ai 29 anni, bisogna essere disoccupati da almeno sei mesi, ma soprattutto non si deve avere un diploma di scuola superiore/professionale e vivere da soli con una o più persone a carico.
    PER ONESTA’: Il decreto stabilisce che bisogna rientrare in almeno una di queste categorie e non in tutte contemporanemente, ma le condizioni richieste sono davvero lontane dalla realtà.

    L’età, per esempio: Mi pare quindi che vanno esclusi i 30enni e tutte quelle persone in piena età lavorativa che da anni si aggrappano a contratti precari, a tempo, a progetto, false partite Iva e simili. Un’intera generazione !!!!
    Può darsi che si dica che non sia la priorità, del resto i più giovani un lavoro non l’hanno mai avuto/non l’hanno mai cercato/ non hanno mai visto un contratto, ecc-

    Altra curiosità: Per avere accesso al bonus, non si deve avere studiato, secondo il Dl dunque, chi non ha studiato ha diritto al bonus, ma solo a 19 anni: per tre anni non si ha diritto all’incentivo (anceh perchè è possibile iniziare a lavorare a 16 nni se non ricordo male…), si rimane nel limbo, aspettando di rientrare nella categoria del Dl. Sempre per aver accesso al bonus, poi bisogna essere andati a vivere da soli e avere persone a carico, magari una famiglia…………..senza un lavoro? MAH !.

    Tutto questo ovviamente in fase “sperimentale”: per quanto tempo? Mi ricorda tanto qualcuno che vantava 1 milione di posti di lavoro……. MAH !

    Giusto ribadire il concetto (e FdR c’ha fatto anche un evento su questo, al quale ho aprtecipato come relatore) che essite il dramma della occupazione di persone altamente qualificate, che hanno studiato e che per lavorare con dignità sono costrette ad andare all’estero, raggiungendo brillanti risultati, tra l’altro.

    Ultime considerazioni: per tre anni poi le aziende potranno godere di vantaggi fiscali in caso di assunzioni a tempo indeterminato. BENE ! Ma Il costo del lavoro, in questo lasso di tempo, che sarà quindi certamente ridotto, come verrà gestito per il futuro ? ci sarà una politica seria sui tagli nel cuneo fiscale ?. de lresto per tre anni le imrpese pagheranno meno tasse sul lavoro: scaduto il termine, se non si interviene sui veri problemi, le aziende, specie le piccole e medie imprese, si troveranno al punto di partenza e dovranno licenziare.
    Quindi, mi pare ovvio che in mancanza di riforme strutturali, alle imprese conviene fare contratti a tempo, d’apprendistato o a progetto che comunque costano meno e che non danno problemi in fase di chiusura del rapporto di lavoro.

    Si torna poi a sperimentare,la SOCIAL CARD…………di questa proprio mi rifiuto di parlare visto il clamoroso flop del precedente tentativo.

    Eh si, viva le riforme di mezza estate fatte da Apprendisti stregoni.

  2. Ho l’estero viene da noi (nel senso di eccellenza nell’organizzazione, competenza e onestà nella gestione, costi e lacciuoli burocratici congrui e proporzionati, ecc…) oppure inutile biasimare quelli che se ne vanno a cercare “l’Italia che non c’è, ma che (quasi) tutti vorremmo” all’estero.
    E non sto parlando dell’economia o dell’impresa solamente, parlo anche e soprattutto della politica e della società.

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