Tra finzione e realtà: a sostegno del progetto per la "Flexsicurity"
A seguito del convegno GIDP del 6 febbraio 2009, un gruppo di professionisti della gestione delle risorse umane delle imprese più avanzate di tutta Italia ha deciso di farsi portavoce di un coro unanime di richieste inviando una lettera aperta ai ministri del Lavoro del Governo Berlusconi e del Governo-ombra, al fine di sollecitare un impegno bi-partisan a sostegno del disegno di legge per la transizione a un nuovo regime di flexsecurity
Vediamo di capire meglio in cosa consiste questa innovativa ma al contempo efficace proposta
Alla base di tutto si pone la necessità di profilare un sistema di protezione del lavoro ispirato ai modelli nord-europei di flexsecurity, destinato ad applicarsi ai nuovi rapporti di lavoro. Questo sistema offrirà
> a tutti i new entrants un rapporto a tempo indeterminato, con un sistema di protezione “alla danese”, che dà sicurezza a tutti e una stabilità crescente con il crescere dell’anzianità;
> alle imprese interessate facilità di aggiustamento industriale: nuovi rapporti con costi di licenziamento inizialmente bassi, crescenti con l’anzianità di servizio;
> ai dipendenti già in organico la possibilità di accedere al nuovo regime mediante un apposito contratto collettivo aziendale; altrimenti, la vecchia disciplina per loro resta invariata.
O Il nuovo regime si applica alle nuove assunzioni delle imprese che stipulano, con uno o più sindacati, il contratto collettivo denominato contratto di transizione al nuovo sistema di protezione del lavoro.
O Il contratto di transizione istituisce un ente bilaterale o consortile, cui viene affidata dalle aziende stipulanti la gestione congiunta dell’assicurazione contro la disoccupazione e dei servizi di riqualificazione e assistenza intensiva nella ricerca del nuovo posto per i lavoratori licenziati.
o L’ente bilaterale o consortile stipula un contratto di ricollocazione con il lavoratore licenziato, che
> gli garantisce un’indennità di disoccupazione pari al 90% dell’ultima retribuzione per il primo anno, digradante del 10% in ciascuno dei tre anni successivi (durata max pari a quella del rapporto di lavoro intercorso, con il limite di quattro anni; il costo totale massimo è pari a circa due annualità dell’ultima retribuzione);
> lo obbliga a partecipare a tempo pieno a tutte le iniziative di riqualificazione e ricerca della nuova occupazione attivate per lui;
> lo assoggetta, per queste attività a un potere direttivo e di controllo dell’ente;
> è suscettibile di recesso per giusta causa da parte dell’ente, in caso di inadempimento del lavoratore;di recesso libero da parte del lavoratore stesso.
O Il finanziamento dell’ente è a carico delle imprese, con un costo stimato, a regime, pari allo 0,5% del monte salari relativo ai new entrants; un meccanismo bonus/malus premia le imprese che ricorrono di meno ai licenziamenti economici e penalizza le altre.
O Tranne pochi casi ben circoscritti in cui è ammesso il contratto a termine, i new entrants in posizione di dipendenza economica dall’azienda sono tutti assunti a tempo indeterminato, con
> periodo di prova di max sei mesi;
> controllo giudiziale e art. 18 per il licenziamento disciplinare e quello discriminatorio, salva la possibilità per il giudice, considerate le circostanze, di condannare l’imprenditore anche solo al risarcimento (o, in altri casi, solo alla reintegrazione senza risarcimento);
> esenzione dal controllo giudiziale per i licenziamenti non disciplinari: in questo caso tutti i lavoratori hanno diritto a un’indennità di licenziamento crescente con l’anzianità, più il contratto di ricollocazione di cui si è detto sopra.
O Sulle retribuzioni di tutti i new entrants in posizione di dipendenza economica grava un contributo pensionistico del 30% a carico dell’azienda.
o A carico dello Stato: la riduzione a 120 euro annui (10 al mese) dell’Irpef sui redditi di lavoro fino a mille euro al mese (oggi è di circa 1.200 euro annui), per una ulteriore riduzione del “cuneo” tra costo e reddito di lavoro. Costo complessivo per l’Erario: 8 miliardi.
Da Notare che in soli tre giorni hanno aderito più di 60 tra le aziende dei settori più dinamici, che danno lavoro a oltre 45.000 dipendenti (stando ai dati forniti dal sito www.pietroichino.it)
Contemporaneamente un gruppo di giovani ha promosso una lettera aperta simmetrica, indirizzata agli stessi esponenti politici di maggioranza e opposizione, a sostegno dello stesso progetto: “un rapporto a tempo indeterminato per tutti i nuovi assunti, a stabilità crescente, molto flessibile ma con garanzie forti ‘alla danese’per chi perde il posto; un nuovo diritto del lavoro che non ci divida in lavoratori di serie A, B o C e garantisca pari opportunità a tutti“.
Chi intende sottoscrivere la lettera aperta può farlo indirizzando un messaggio e-mail a
-Claudia Lesmo: candyclod@hotmail.com
–Manuela Campanella: manuelacampanella@yahoo.com
-Widad Tamimi: widad.tamimi@pietroichino.it
Nel messaggio occorre indicare: nome, cognome, data di nascita, città di residenza, indirizzo postale (facoltativo), attività svolta o professione (facoltativo).
Cosa ne pensa il “popolo” di FdR di questa proposta bi-partizan per rimettere in moto l’occupazione nel territorio nazionale ?