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Auchan, 8 maggio ore 18.30: MA LAVORANO SOLO I RACCOMANDATI?

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Questa mattina, durante un’intervista rilasciata in occasione della promozione della Bussola del Lavoro nelle Marche, lo speaker di Radio Conero, molto in gamba e punzecchioso mi ha chiesto se fosse ancora attuale il motivetto che vuol si che in Italia si lavori solo grazie al passaparola e alle raccomandazioni.

Inutile dire che piega abbia preso la discussione. Finalmente ho potuto dire tutto ciò che penso delle modalità di selezione delle aziende, della qualità del lavoro dei recruiters, e di tutti i barbagianni delle società di selezione all’americana che ormai piazzano candidati come si piazzano le pentole e dei commercialisti e consulenti del lavoro che si sono reinventati un mestiere.

Mi piacerebbe girare la stessa domanda in occasione del dibattito che si terrà domani alle 18.30 in occasione della bussola del Lavoro ad Ancona. Però, nello stile che contraddistingue FdR, ho pensato che, anzichè mettere sul palco i direttori del personale e qualche recruiter e farli impallinare dagli avventori del Centro Commerciale dove saremo domani, sarebbe stato più interessante mettere sul palco i candidati e provare a dialogare con i loro mal di pancia.

Ma soprattutto, come già avvenuto a Bologna, metteremo sul palco a fianco delle aziende, quelle agenzie per il lavoro e quei recruiters che non solo ci mettono la faccia, ma che hanno aderito gratuitamente alla Bussola del Lavoro perchè ci credono, perchè hanno ancora passione, ma soprattutto hanno ancora una missione.

Come al solito, mancheranno i grossi brand, quelli dipinti di rosso, di blu e di biancoblu. Quelli che per decidere hanno bisogno degli uffici di comunicazione collegati al legale, quelli che “mi mandi una mail” e poi non rispondono, quelli che ormai sono dei candidatifici senza qualità, e che non hanno bisogno di farsi vedere in un centro commerciale perchè hanno tanti soldi da investire in brochure e pubblicità.

Da domani, nelle Marche, vemite a confrontarvi con quelli che credono in voi.

Vi aspettiamo domani, per darci una risposta.

27 Commenti

  1. … peccato che Ancona sia “distantina” da Firenze.
    Ci avrei messo la faccia volentieri anch’io, in qualità di job seeker consapevole dell’attuale contesto delle (poco) dinamiche del mercato del lavoro.

  2. come sempre ottima iniziativa!
    unica nel suo genere non teme tentativi di imitazione.
    ma perchè tutta questa acredine nei confronti di chi non c’è o non ci vuol venire?
    il mondo è bello perchè è vario, e poi sappiamo bene che le multinazionali sono – per definizione – più complesse nell’accordare partecipazioni ad eventi, ed è giusto e normale che sia così, altrimenti sarebbero gestite dalla più totale anarchia.
    un saluto
    Francesco Bertellini, Perugia

  3. Prendo spunto per aprire un’ulteriore riflessione.
    In un mercato del lavoro imbarbarito anche dalle modalità di gestione della ricerca e selezione adottate da molte (forse la stragrande parte) delle società di selezione, si è mai riflettuto sul conflitto di interessi che c’è tra fare servizio di outplacement e ricerca e selezione?
    Perché una società di selezione, che fa anche outplacement (e prende un botto di soldi per questo servizio), dovrebbe prendere in considerazione il tuo profilo se non sei in un programma di outplacement?? … Alla faccia di un servizio di ricerca e selezione obbligatoriamente gratuito!

    Poi ne avrei altri di commenti … ma non voglio tediare!!

  4. Ottima iniziativa come sempre, purtroppo non sarò in zona Marche, meno che mai in Ancona, e mi mangio le mani per non poter partecipare all’evento in prima persona. Vorrei farvi una domanda: sarà possibile avere una copertura social dell’evento (azzardo un live streaming)?
    Come potrei partecipare in maniera “asincrona”?

    1. Ciao Andrea,
      dalla pagina facebook della BussoladelLavoro daremo una copertura “visuale”. https://www.facebook.com/bussoladellavoro
      Radio Arancia ci regalerà qualche commento in diretta, ma più di questo non riusciamo a fare. Puoi provare a passare alle prossime tappe? Porto S. Elpidio e Fano. Oppure aspettare che si arrivi nella tua regione (qual’è?)

  5. Chiamato in causa prontamente rispondo; premetto che sono un consulente di outplacement che opera proprio ad Ancona. In merito alla domanda di Guglielmo che parla di conflitti di interesse tra società che si occupano di outplacement e società che fanno ricerca e selezione ma facenti parte dello stesso gruppo.
    Provo a darti la mia spiegazione, ti sembrerà strano ma la società di selezione del gruppo non presenta praticamente mai i candidati gestiti dalla società di outplacement del gruppo stesso, per due motivi, il primo è la correttezza professionale appunto ed il secondo (semmai non credessi al primo) è che il gioco durerebbe poco con le aziende stesse, quanto pensi che ci metta a scoprire una azienda che il candidato proposto dalla società di selezione (quindi ricerca PAGATA) è il candidato fornito dalla società di outplacement dello stesso gruppo (quindi PAGATO a sua volta)? La figura sarebbe meschina, anche perchè noi che ci occupiamo di outplacement (io almeno lo faccio sempre e sfido chi mi conosca a dire il contrario) la prima cosa che dico alle aziende quando presento il servizio è che se hanno delle ricerche aperte non devono far altro che segnalarmele perchè se ho persone che sto gestendo in ricollocazione e che ricalcano il profilo segnalato, li manderò a colloquio e se andranno bene potranno assumerle, tutto RIGOROSAMENTE GRATIS! Ovvero noi società di outplacment (almeno la mia) non chiediamo soldi alle aziende a cui segnaliamo profili perchè il nostro mestiere è ricollocare le persone e siamo già stati pagati per questo.
    C’è una differenza tra l’attività di una società di ricerca e selezione ed una società di outplacement, la prima ha il focus sull’azienda (ovvero si muove su indicazione dell’azienda per trovare una figura adatta per l’azienda) la seconda ha il focus sulla persona (ci muoviamo per trovare una azienda adatta alla persona).

  6. Concorde con la vena polemica di Osvaldo.
    Fatto sta che nè io nè mio marito abbiamo trovato lavoro tramite società di selezione del personale ma tramite auto-segnalazione diretta al nostro potenziale futuro capo della società in cui avremmo voluto lavorare. La scrematura dei CV è spesso fatta da neo-laureati/e che a stento sanno il significato delle varie job position dunque come avrebbero fatto a capire che: “un consulente funzionale esperto in un determinato ERP del settore XY” sia perfetto per l’azienda Pinkopallo che è il cliente numero 1 mondiale di quel determinato ERP ?
    Idem per CV perfetti per posizioni NON aperte: neanche sono presi in considerazione. Magari invece l’Amministratore Delegato di un’azienda può vedere dei vantaggi nell’assunzione di quella figura ed aprire una posizione ad hoc per lui/lei.
    Concludendo: fosse per me non dovrebbero esistere né i Direttori del Personale (se non per buste-paga, rapporti coi sindacati e poco altro) nè i Selezionatori del Personale. Tanto a me/noi NON sono mai serviti ma è servito il sano ‘passaparola’ (non la raccomandazione, perché parliamo di aziende private dove, alla fine, ti assumono se fai guadagnare di più non se sei ‘figlio di’).
    Quello che comunque i nostri gruppi LinkedIN con associazioni a latere hanno contribuito a creare favorendo il networking e la conoscenza disinteressata.
    CONTINUIAMO COSI’!

  7. Credo che non ci siano neolaureati all’interno di “FDR” se non con belle capocce annesse.

    Tuttavia mi sento di appoggiare l’escursus riportato da Laura, spesso mi sono trovato nella stessa situazione e troppo spesso il mio CV viene “guardato male”. Mi prendo parte della colpa avendolo scritto di mio pugno, ma essere scartato (spesso e volentieri) perché il mio CV è troppo pesante è frustrante

  8. Non possiamo generalizzare ne sparare a zero su selezionatori o responsabili del personale, vediamo piuttosto di premiare la professionalità promuovendo le persone capaci e denunciando gli incapaci. Certamente potersi proporre direttamente al CEO o al proprietario dell’impresa per cui ci piacerebbe lavorare è una strada da percorrere che può essere facilitata da una attività di networking sana, etica e responsabile. E’ preoccupante il proliferare di career coach (dopo un corso di 40 ore), esperti di linkedin, social network, personal branding, …. Non ne possiamo più degli improvvisati.

  9. Osvaldo, come sempre punto di vista temerario,sfidante e affascinante ma anche profondamente impreciso.
    Sono temi delicati questi, gli approcci seri,ed il tuo lo è, sono tutti ammessi , ma la realtà è molto più complessa delle facili generalizzazioni ( Laura )e anche molto meno affascinante, di solito, dei facili salti in avanti sfidanti e temerari.
    Ma se tu che sei un serio operatore del settore pensi e dici queste cose, come farà Laura a capire che un’headhunter può essere un buono o cattivo professionista a pari di mille altri, il cattivo non aggiunge valore , il buono normalmente cambia il corso degli eventi, capisce prima di te che cosa succederà e sa consigliarti in maniera strategica… anche se non partecipa alla Bussola del lavoro.

    1. L’ “offensiva” non era a carico di chi non partecipa alla Bussola, ci mancherebbe. Ma nei confronti di tutte quelle belle aziendone multinazionali che io e te conosciamo molto bene, che hanno dei codici etici lunghi 30 metri i cui uffici di comunicazione spendono vagonate di quattrini per pubblicizzarli su tutti i media (compresi certi AD che per anni non hanno fatto altro che andare in televisione e organizzare improbabili premi per il lavoro – dove, per inciso, un nostro comune amico ha vinto per 2 o 3 anni di seguito (anche) perchè unico candidato regionale! Ma io il premio glielo avrei dato comunque – )e poi, di fronte ad una proposta come questa ti rispondono: “La Direzione Generale ci ha dato mandato di focalizzarci solo sul business quest’anno!”. Come se il business di un’agenzia interinale fosse solo fare attività commerciale e non curare le candidature. Poi non si lamentino se i candidati li infangano dalla mattina alla sera su tutti i media possibili, e i clienti li trattano come pezze da piedi perchè supercorteggiati. Un pò come fa con te Charlize Theron, per intenderci.
      Salvo poi scoprire qualche barlume di intelligenza etica sul territorio che ti manda una mail e ti dice:
      “Ma io vorrei partecipare con la mia filiale a questa manifestazione!”
      “Scusi, ma la Sua collega della filiale a 5 km ha detto che la Direzione Generale…”
      “Con la Direzione Generale ci parlo io. Credo sia importante per chi lavora su questo territorio avere una visibilità e trasmettere un messaggio di questo tipo.. Pronto? Direzione? So che siete a conoscenza di questa manifestazione, io vorrei partecipare..”
      “Ma quale manifestazione?”
      “La Bussola del LAvoro.. quella nei centri Commerciali… avete chiesto a Danzi di mandare una mail.. poi avete risposto che la policy…”
      “Ah guarda, io non so nulla (in genere l’accento è Milanese), non ho visto nulla.. qui abbiamo da lavurà… Fai come vuoiiii”
      Fine del racconto.

  10. (VERSIONE CORRETTA)

    Seguirvi via Twitter è stato un po’ difficoltoso, ma è stato comunque interessante. Crescita per tutti, sia candidati che selezionatori. Prossimamente cercherò di rendere più personale e meno anonimo il mio CV.

    @Laura: concordo con te. Probabilmente il problema sta nella fase di preselezione che segue standard internazionali che poco si adattano alla nostra cultura e alla nostra forma mentale, molto più elastica, creativa e “out of the box” rispetto allo standard internazionale.

    Un laureato in filosofia passerebbe tutte le fasi di selezione per responsabile IT? … eppure ne ho visti.
    … e un laureato in fisica come CFO … eppure ne ho visti.
    … e un animatore come selezionatore del personale?
    Queste persone spesso sono entrate non attraverso un processo di selezione, ma attraverso il contatto diretto con chi avrebbe dovuto inserire all’interno delle organizzazioni e che credeva in loro, perchè in loro percepiva dell’altro che non poteva esprimersi nel CV.
    A questo punto mi chiedo se nella selezione di ruoli medio-alti, a parte i “plug & play” spesso rubati alla concorrenza, l’intero iter sia adeguato alle reali necessità dell’azienda.

    A me è successo di essere avvicinato da un CFO, durante un corso executive per CFO, proponendomi come CFO per una azienda collegata: l’avevano colpito le molteplici competenze che avevo, tutti utili a ricoprire in modo moderno e aperto il ruolo, come per mesi ci hanno illustrato nel corso.
    Da precisare che io non ho mai fatto il CFO.
    Lui avrebbe “scommesso” in me.

    Le aziende per sopravvivere hanno bisogno di competenze,
    ma per crescere e svilupparsi hanno bisogno di innovarsi e l’innovazione spesso la introduci ragionando fuori dagli schemi.

  11. E infatti, Osvaldo, gli applausi come sempre non ti mancano… Io preferisco continuare a pensare,sempre, che le cose siano molto più complesse di quello che normalmente sembrano e questa volta ne sono anche più convinto.
    Ti stimo , ma non posso fare a meno di pensare che tu ti innamori spesso del motto salace, preferibilmente tuo , meno dell’analisi….

    1. Amico mio stimato Enrico. Il mondo si divide fra quelli che sono stufi e vogliono provare a cambiare le cose, (facendo nomi e cognomi, non nascondendosi dietro il dito della “privacy che non esiste”, condividendo informazioni al fine di arginare pessimi professionisti, servizi e brand amplificati dalla forza dei comunicati stampa), e quelli che hanno bisogno di una tessera associativa per nascondere a se stessi e ai propri “simili” (nel senso latino del termine) la paura di cambiare e trasformarsi in qualcosa di migliore.
      Fra pochi giorni nel nostro bel capoluogo di Provincia ci sarà il Convegno Nazionale dei Paludati.
      Spero tu abbia una buona scusa (anche qui) per mancare.

  12. Per Enrico: le cose spesso sono complesse se si guardano una ad una. Magari andando alla radice dei singoli problemi però si vede che il tutto è dovuto alla mancanza del rispetto di pochissimi elementi:
    – etica;
    – rispetto delle regole;
    – cooperazione.
    La complicazione nasce dal voler imporre per legge comportamenti che dovrebbero essere naturali e il cui rispetto dovrebbe essere voluto dalla società intera.
    Se chi infrange è considerato “furbo” e non “stronzo” allora sì tutto diventa più complesso da affrontare e gestire.

  13. Discussione davvero “avvincente” e “non convenzionale”.
    @Carlo: condivido in toto il tuo precedente intervento, specialmente l’ultimo paragrafo.

  14. Per completezza, sarò al Convegno nazionale dei paludati come ogni anno perchè credo che una comunità professionale che si rispetti debba avere anche una sua liturgia.
    Osvaldo non ci sarà, ma ormai ogni sua assenza è in realtà una presenza come succede nel fantastico mondo della comunicazione veloce e su tutto , o su tutto veloce.
    Io continuo, tuttavia, a provare affetto per lui…aspetto soltanto che invecchi ancora un poco per poterlo invitare a cena…ora la sua nuova gioventù mi spaventa.

    1. Tu ci sarai, in verità, perchè stai diventando un vecchio politicante! E quando mi inviterai a cena, tu berrai brodino e io sgranocchierò bruschetta!

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