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"Fuori Servizio" – il coraggio di fare Outing

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“Ricevo e pubblico volentieri” si scriveva una volta su alcuni giornali. Leggete cosa scrive il nostro amico e fatemi sapere in quanti vi riconoscerete.

Ho sempre faticato ad alzarmi prima delle sette, adesso almeno posso mettere la sveglia alle nove. Dicono che bisogna sempre vedere il lato positivo delle cose .. ecco, allora comincio da qui, e qui finisco perché sinceramente ad essere cassintegrato tanti altri vantaggi non ci sono, a meno che non si voglia dire che chi ha tanto tempo può coltivare molti interessi .. palestra, lettura e internet, visto che siamo nell’era moderna, secondo il calendario che recita 2009. Io invece penso che siamo capitati in un buco temporale e che stiamo in realtà vivendo nel medioevo. Racconterò qualcosa che spero resti per tutti un incubo lontano.

Quarant’anni, sedici dei quali spesi accumulando dignitosissime esperienze professionali, quadro, un tenore di vita non elevato ma sufficiente a non farmi preoccupare quando arriva il mutuo mensile a tre zeri. Niente sfarzi: un appartamento decoroso, un’auto del tutto socially correct, qualche sfizio, niente viaggi intercontinentali d’estate o fuga ai tropici d’inverno. Quanto basta a vivere sereni, insomma.

Certo, il lavoro è una parte importante della mia vita, perché se vuoi avere devi dare. E io do volentieri, con entusiasmo, pensando che quelle 10 ore al giorno siano fatica ma anche gratificazione. Vivo di progetti ed idee in cui credo e che tento di realizzare nella ferma convinzione di fare l’interesse aziendale. Soprattutto quando vengo assunto col compito specifico di riorganizzare, di sviluppare, di far emergere i punti deboli e proporre soluzioni. Purtroppo, però, spesso si chiede bianco ma non si è disposti a ricevere che nero. Per mentalità, arroganza, presunzione, paura, incapacità a delegare, inadeguatezza …

E allora che fine un manager preso in contropiede da un ambiente ostile e refrattario al cambiamento che tanto invoca ? Forse oggi occorre non avere più ambizioni, personalità, addirittura la dignità personale può a volte essere dannosa, bisogna vestire i panni del servo della gleba, E bisogna anche essere bravi a fingere convinzione, entusiasmo, stima ed ammirazione incondizionate nei confronti del feudatario. No, sono eccessivo. In realtà oggi bisogna sviluppare competenze diverse: si deve essere scaltri e coltivare obiettivi non professionali ma strettamente personali, sempre più occorrono doti da intrigo di corte, da Mazarino del terzo millennio. Questo almeno se si lavora in una piccola azienda padronale toscana e le si vuole sopravvivere conservando uno stipendio, altrimenti … Altrimenti vieni visto con sospetto, vissuto come minaccia al sistema col quale non ti allinei e alla fine eliminato come una scoria nociva. Non è uno sfogo: di esempi oggettivi per provare quanto dico ne avrei la metà di mille ma, ancora, questo non è il punto.

Il fatto è che quella superficiale descrizione della mia vita fatta sopra non corrisponde più alla realtà. La crisi è arrivata puntuale a dare una mano a chi aveva bisogno di un metodo legale per sbarazzarsi di me. Da due mesi e mezzo mi alzo alle nove, accendo il pc e occupo tutta la mattinata e buona parte del pomeriggio a cercare lavoro, il resto del tempo lo faccio passare con i più vari espedienti e non ho mai avuto una casa così in ordine e pulita. Ma la stessa crisi ha generato anche una situazione di squilibrio sul mercato del lavoro: eccesso di domanda, si chiama. E quindi il panorama col quale mi confronto è fatto da offerte spesso svilenti, posizioni importanti da ricoprire con contratti a tempo determinato, sempre e solo per due soldi e, mi raccomando, sorridendo e ringraziando per l’opportunità ricevuta. Ecco, ancora il medioevo di cui parlavo: di colpo sono diventato “over”, costo troppo, meglio qualche giovane più malleabile e senza pretese.

Una volta sul mercato del lavoro c’era una certa concentrazione e le società di selezione garantivano qualità nel servizio sia alle aziende sia ai candidati, c’era una deontologia. Oggi i selettori sono infiniti, spesso poco qualificati e, anch’essi, seriamente preoccupati di riuscire a campare. Aiutati dalla tecnologia inondano il web con gli stessi annunci ripetuti a cadenze regolari, loro malgrado asserviti alle bizzose richieste delle aziende che, in questo periodo e come mai prima, tengono stretto il coltello dalla parte del manico facendo a fette qualsivoglia minima e lecita aspirazione. E, in questo contesto, vanno a pallino l’educazione, il rispetto, la considerazione. La mancanza di feedback è la regola: posizioni aperte e mai chiuse, mail non risposte, proposte indecenti che fanno leva solo sul bisogno di chi eventualmente accetterà.

Diciamocelo, la crisi fa bene alle aziende, le permette di pagare cinque quello che vale dieci, oltre ad essere una splendida opportunità per tagliare e trovarsi snelli ai blocchi di ri-partenza quando l’onda sarà passata. Perché, lo sappiamo tutti, l’onda passerà.

Tutte le mattine, quando apro la finestra virtuale vedo questo scenario: frustrazione e rabbia sono le sensazioni dominanti, accompagnate da una profonda insicurezza. Tutto quello che avevo fino a Gennaio è in procinto di essere polverizzato. E io mi sento impotente. Non sono caduto in depressione perché fortunatamente poggio su una certa forza d’animo e ho molti supporters, in famiglia e non. Certo è che le domande che mi assillano sono pesanti: quando finirà ? Riuscirò ad anticipare il licenziamento, fine ultimo di questo allontanamento mascherato da cassa integrazione ? Come lo pago il mutuo se si va avanti così ? Riuscirò a reinserirmi nel mondo del lavoro o sarò da tutti considerato scaduto come lo yogurt fuori dal frigo da due giorni? Chi mi restituirà una dignità professionale ? Potrò mettere finalmente mettere su famiglia o dovrò accettare gli inviti al mare degli amici per fare uno straccio di vacanza?

Ma voglio chiudere con un sorriso perché nella difficoltà l’ironia è sempre la cura più efficace: se avete bisogno di una colf credo di potervi esser d’aiuto.. sto sviluppando delle competenze che nemmeno immaginate. Si, ecco .. forse la crisi potrebbe avermi inaspettatamente indicato la mia vera vocazione professionale !

10 Commenti

  1. Da parte mia, dal lato più “recruiter” e meno “Osvaldo”, un solo consiglio: fermate la pancia. Questo non è un momento come tutti gli altri. Fra un anno solo un idiota potrà chiedervi “sul Suo CV c’è un buco temporaneo di 6 mesi, come mai nel 2009 non ha lavorato?”. Quindi, nascondersi non serve a nulla.

    Piuttosto, uscite ora, che è tempo di semina. Individuate le 50 aziende del vostro mercato di riferimento e inviate il CV. Utilizzate il network per mandarlo alle persone e non alle segreterie o agli “info” generici. Datevi un obbiettivo settimanale: 4 incontri con referenti aziendali (pranzi, caffè, aperitivi..) o colloqui con agenzie. Se il vostro CV è in una banca dati, prima o poi verrà fuori.

    Non abbiate fretta. Mettete in conto che per 6 mesi non vi chiami nessuno. Se fra 3 riceverete una telefonata, ne sarete felicemente sorpresi. Quando poi avrete firmato il primo contratto, dal giorno dopo arriveranno le altre offerte. E’ la regola.

    Chi ha un pò di autonomia (economica e materiale), lavori con la testa e recuperi tutti gli spazi persi negli ultimi 3.6.10 anni.

    Ne verrà fuori una persona nuova.

    Leggete cosa scrive il nostro amico e fatemi sapere in quanti vi riconoscerete. Su fiordirisorse si può apparire in anonimo, per quanti ne abbiano ancora, davvero bisogno.

    E intanto, chiuderemo il discorso a Volterra, durante il nostro primo weekend formativo, dove ANCHE di questo parleremo.

    Osvaldo

  2. Salve a tutti. Ho letto con molta attenzione questa discussione, in quanto coinvolta di pancia e non solo nei temi trattati. 25 anni, laureata da un anno in psicologia del lavoro e delle risorse umane. Contattata ancor prima di discutere la tesi da una azienda multinazionale, inserita in un progetto per giovani talenti della durata di 8 mesi. Scaduti gli 8 mesi: “grazie, la stimiamo molto, ma in questo periodo l’azienda non è in grado di assumere personale” Effettivamente in azienda anche i direttori stavano andando in cassa integrazione.
    La posizione di un neo laureato che tenta di approcciare il mondo del lavoro oggi, è il simbolo della precarietà per antonomasia, degli equilibri economici che si reggono sui fili. E se chi ha 40 anni si sente over, come si sentono i ragazzi come me? Frutti acerbi che non vale la pena di cogliere perchè si preferisce spremere a costi ridotti i frutti maturi (e sfatti!? :]) che già appartengono al mercato del lavoro.
    Guardo il lato positivo della medaglia. Ora lavoro part-time in una libreria, ho la possibilità di sfogliare libri appassionanti come non potevo fare da molto tempo.
    Vorrei condividere qui alcune righe di “Possibilità economiche per i nostri nipoti” di Keynes, ripreso da Guido Rossi, con la speranza di infondere un pò di fiducia. “La fenice dello sviluppo economico contemporaneo sta bruciando su un rogo che si è accesa da sola. Ciò che nascerà dalle sue ceneri dovrà essere molto diverso dal capitalismo come lo abbiamo fin qui conosciuto. Che cosa sarà non è ancora chiaro, ma nel pensarlo possiamo in un certo senso permetterci più utopia di quanta se ne sia concessa Keynes. Dopotutto il suo mondo era più piccolo del nostro, e l’unico risultato che i suoi nipoti -cioè noi- hanno ottenuto è di renderlo più grande e più instabile. Ma anche, da molti punti di vista, meno limitato, più aperto -alla comunicazione, ad esempio- e al cambiamento. In ogni caso questa apertura sembra oggi l’unica possibilità economica che i nostri nipoti, avranno modo di sfruttare”.
    Con la speranza di infonderMI un pò di fiducia.

  3. Ti ringrazio molto per le tue parole piene di ottimismo e i tuoi consigli.
    Anche io sono un “ristrutturato” e sono in periodo di semina.
    La tua esperienza è molto importante per le persone che sono nella mia situazione.

    I tuoi suggerimenti mi hanno fatto nascere l’idea, fra l’altro, di dedicare un incontro alle modalità migliori per proporsi in questo periodo, con consigli su come utilizzare al meglio gli strumenti che oggi ci offre il Web 2.0, Linkedin ecc.
    Su come proporsi e cercare i contatti e come organizzarsi più efficacemente, disperdendo meno energie e tempo possibile.
    Si potrebbe invitare ad un incontro degli Head hunters, degli esperti di outplacement, degli imprenditori che potrebbero informare di “cosa a loro serve” maggiormente e avere testimonianze di chi ha già “vinto” questo percorso.

    Chi è nel suo momento di semina potrebbe giovare molto dei consigli di chi è esperto e ha in mano il polso della situazione.

    Cosa ne pensi?

    Ciao e grazie nuovamente per il supporto / Stefano

  4. questa mail ha sicuramente punto sul vivo molti di noi. Ho 30 anni impiegata di medio livello una vita lavorativa iniziata 10 anni fa che nel suo piccolo mi ha dato molte soddisfazioni. A gennaio mi sono trovata ad affrontare la mia esperienza di mobilita’ e ho cominciato tutto l’iter perfettamente spiegato nella mail di ricerca di lavoro, tra aziende che non si sa bene cosa cercano ed annunci quasi inverosimili. Nel mio medio profilo, eta’ media, esperienza media, stipendio medio credevo di poter aver buone possibilita’ .. invece riesci sempre a risultare o troppo o troppo poco…
    detto questo solo per dare la mia testimonianza di un momento che sta coinvolgendo molto gente e a tutti i livelli saro’ ben felice di partecipare ad un incontro dove poter valutare insieme le modalita’ di ricerca piu’ efficaci.
    un grosso in bocca a lupo a tutti ed un virtuale brindisi al futuro!!

  5. Sono per mia fortuna in una situazione completamente diversa ma in passato mi sono trovato più di una volta a dover ricostruire la strada del mio futuro.

    Prima guerra del golfo, seconda guerra del golfo, necessità di trasferirsi per motivi personali e tutte le volte ho scoperto che l’unica valida strategia per farsi accettare ed assumere è scommettere su se stessi …

    La prima volta firmando una lettera di dimissioni senza data per dar modo al mio datore di lavoro di licenziarmi in ogni momento se non avessi prodotto i risultati attesi; la seconda volta accettando uno stipendio ridicolo con premi nell’ordine del 400% del fisso; la terza volta spostandomi in un’altra regione con un contratto da distaccato per un anno rinnovabile …

    Ho sempre vinto le mie scommesse e mi auguro che anche chi oggi si trova in condizioni non facili ce la faccia …

  6. Ciao a tutti, sono Franco e mi occupo “del problema” da piu o meno 18 anni.
    la questione è complessa…….ma voglio dire 2 cose:
    1) oggi cercare un lavoro è difficile, come sempre, forse un po di più per qualche mese ancora, poi tutto tornerà “come prima” ma penso “con regole diverse”. Nella ricerca di un nuovo lavoro, vedo che spesso le persone vedono in alcune cose come un problema, che non lo è e non vedono problemi che in realta esistono. Questo, secondo la mia esperienza è il primo passo.

    PS; quasi sempre si vede il problema fuori……spesso invece il problema sta “dentro” anche se è piu difficile da capire ed accettare.

    2) buona l’idea, Osvaldo di un bel incontro con le persone che in questo momento cercano lavoro. E da organizzare bene però, l’argomento è complesso, delicato e pieno di aspettative.
    Buona caccia FRANCO

  7. Buongiorno a tutti, voglio aggiungere solo poche parole sperando di essere d’aiuto, per dare il mio punto di vista.
    Nulla sarà piu’ come prima quando la vita economica ripartirà ma una cosa è certa, il cambiamento deve essere dentro di noi.
    Possiamo fare piccole cose quotidiane che ci servono a cambiare la razionalità e la prevedibilità della nostra mente , quanti di noi sono andati a corsi di formazione e al secondo giorno sono stati “beccati” dal formatore sulla stessa sedia del giorno precedente.
    Dobbiamo cambiare l’edicola, il bar dove facciamo colazione , cambiare strada quando andiamo in centro lavorare di notte e girare di giorno dobbiamo fare in modo che la nostra mente non si confronti con “cosa facevo prima” , tutto quello che copio lo peggioro , se invece ogni giorno cambio faccio paragoni alla fine lo miglioro, è ciò che viene chiamato KAIZEN, il miglioramento continuo.
    Sono i piccoli cambiamenti che ci aiutano.
    Pensiamo ad un team di F1 o MotoGp ogni anno cambiano le regole e ogni anno non conta come andavi l’anno scorso conta come interpreti il presente pensando al futuro:
    Viviamo il presente , Sognamo il futuro, Impariamo dal passato.
    Avanti Tutta, Sempre!!!
    Enzo

  8. Eccomi… un “ristrutturato” 40enne in più che si unisce al gruppo.
    Ristrutturato con l’aggravante dell’essere un Responsabile Qualità e, quindi, un rompic… ehm… personaggio scomodo per definizione e ruolo.
    Personaggio scomodo in un’azienda che vorrebbe essere al pari della multinazionale di cui fa parte, ma non ha il coraggio, la capacità e (diciamolo!) le persone per portare fino in fondo questa volontà: quindi assume un responsabile Qualità strappandolo ad altra azienda e altra regione ma poi non vuole che vada fino in fondo, che cambi veramente le cose… solo quel tanto da superare il microproblema, ma per carità che non si tocchino gli equilibri interni, gli orticelli, i centri di micropotere.
    Ho lavorato a lungo con manager ebrei negli USA e in Israele, quando ero giovane, e mi hanno insegnato a puntare sempre dritto allo scopo finale, ad essere valutato solo sui risultati concreti, misurabili e non su quanto riesci ad essere simpatico al plant manager di turno e/o agli HR.
    Vabbè, non voglio certo raccontare tutta la triste (e un po’ squallida) storia che si conclude con la mia “incentivazione all’esodo” (in alternativa al licenziamento per soppressione del ruolo) pur di togliermi di torno: si corre sempre il rischio dell’effetto “gruppo di auto aiuto” (stile AA)… “Ciao, sono Corrado e vi racconto la mia storia” e tutti “ciao Corrado!”… ecc, in perfetto metodo dei 12 passi…
    Comunque, tornando ai fatti, l’idea di un incontro fra “operatori HR” (perdonate la definizione) e fruitori (molto politically correct) è senz’altro ottima: la mia perosnale impressione è che ci sia un misunderstanding di base fra ciò che i recruiter si aspettano e ciò che le persone mandano loro e, viceversa, ciò che un potenziale candidato si aspetta e ciò che viene effettivamente veicolato dalla comunicazione.
    E attenzione: non stiamo parlando di candidati neolaureati al primo impego o comunque con ruoli generici: stiamo parlando di professionisti con anni di carriera alle spalle ed inquadramenti da 1o livello/quadro.
    Ci sono troppe dinamiche apparentemente inspiegabili.
    Ecco, mi piacerebbe un bell’incontro “fuori dai denti”, dove confrontarsi, capirsi, trovare un sistema di rifermenti comune per poter avere un dialogo costruttivo per entrambi… non mi aspetto il miracolo e venir via con l’offerta economica in tasca, ma quantomeno di capire se e dove sbaglio quando vedo che ho inviato oltre 100 CV e ho ricevuto 2 (due!) risposte, fatto 2 colloqui e 2 secondi colloqui con ottimo feedback… ed ora è tutto fermo che sembra di essere sulla Fortezza Bastiani!
    Vabbè, questa è la mia sommaria testimonianza: la mia logorrea, conseguenza dell’età che avanza e dei neuroni che svaniscono, potrebbe farmi scrivere per ore sull’argomento ma riesco persono ad annoiarmi da solo, figuriamoci l’effetto che faccio agli altri.
    @ Franco Faoro: concordo sull’estrema delicatezza dell’argomento ma è un elemento in più per occuparsene in modo serio e professionale.
    Io sono qui, disponibile a qualunque contributo, anche organizzativo.
    Grazie a tutti voi e a FdR per l’ospitalità.
    Corrado

  9. coraggio Corrado, è un brutto momento per tutti o quasi.

    sono d’accordo con te sull’opportunità di creare un confronto tra i due “fronti”, da gestire con molta professionalità.

    poi, rimane il fatto che ormai il rapporto di lavoro è un fatto individuale e molto atiipico e che la dimensione delle azienmde italiane spesso porta vesro personalismi e/o rifiuto di scelte strategiche..

    io probabilmente, sarò scarica tutta l’estate; meglio d’estate che d’inverno per quanto riguarda l’umore. il mare, le vacanze, gli amici mi aiuteranno, spero, a passare “la nottata”.

    ma se c’è bisogno di bracce/teste per organizzare questo scambio, sono qui.
    grazie a FdR per l’ospitaliytà
    Fulvia

  10. Come fare a non concordare con tutti voi? Per dieci anni (ne ho 37) ho lavorato con entusiasmo nella ricerca e selezione del personale tra Bologna e Milano ottenendo buoni risultati professionali ed una gratificazione che non ti viene dalla busta paga ma dalla voce squillante di “ex-candidati” che ti chiamano dopo aver firmato un contratto di lavoro con il quale inizieranno una nuova sfida grazie anche al tuo piccolo contributo o dai dipendenti di aziende nelle quali hai curato l’analisi del clima aziendale che, prima diffidenti (“ma cosa vuole questa tizia??? spiffererà tutto all’ AD???”) dopo la restituzione dei risultati a tutti (maestranze comprese) ti stringono la mano dicendoti che sei una persona seria e corretta.
    Poi la crisi… la mobilità non retribuita (sì perchè non c’è cassa integrazione in una società con 3 dipendenti e una marea di consulenti). Ti trovi dal leggere cv di potenziali Candidati a dover inviare il tuo… Per ora l’ho presa con ironia e il mutuo lo sto pagando col TFR. La parte più esilarante è quando i Candidati ti chiamano sul cellulare (sì perchè non esisteva cellulare aziendale…) a metà mattina e tu sei a fare la spesa all’Esselunga e non in un’Azienda cliente come solo la settimana prima… e questa volta non puoi aiutarli in nessun modo. La crisi passerà sicuramente e sono d’accordo che bisognerà variare e ripensare il modo di lavorare di tutti ma mi chiedo da vera ingenua… questi cambiamenti non peggioreranno la situazione in termini di scorrettezza? Per me lealtà e correttezza sono al primo posto (e questo mi ha sempre penalizzato ma mi ha fatto anche credere sempre in me stessa). Ora guardando su internet vedo decine di “inserzioni civetta” assolutamente taroccate… facendo il copia e incolla con alcune di esse si ritrovano inserzioni di anni fa… riproposte da “squali” solo per fare banca dati…
    Basterebbe forse essere un po’ meno €oriented e un po’ più seri.
    A crisi finita sono sicura che tutti troveranno una ricollocazione e concordo pienamente con Osvaldo che nessuno ad un colloquio vi chiederà il perchè di un “buco” di 6 mesi nel cv; se ve lo chiede non merita il vostro tempo e la vostra serietà.

    In bocca al lupo a tutti! E grazie Osvaldo per avermi dato la possibilità di esprimermi.
    SIlvia

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