Io non ho studiato molto. Ma ho fatto un MUSTer.
Fra i verbi della mia adolescenza, “studiare” è uno degli ultimi che mi vengono in mente.
Suonare si, tanto. Leggere, libri e fumetti, molto. Spippolare al PC, tantissimo. Ero un maniaco dei data base: dischi, cassette, film, catalogavo tutto. Ma studiare, proprio no. Dopo il classico, quando ho detto a mio padre che volevo fare lettere, gli si sono drizzati i capelli in testa. Avevo dimostrato una costanza incredibile e uno spirito di appartenenza alla scuola davvero fuori dal comune, portandomi latino e greco a settembre, tutti gli anni. Mai saltato uno.
Per uno scherzo del destino sempre mio padre mi iscrisse a un corso per animatori turistici, iniziai a frequentare i villaggi e gli hotels, ad appassionarmi a quel mondo, Ho avuto un paio di direttori di albergo che sono stati dei veri e propri Maestri, mi hanno insegnato l’arte dell’ospitalità, della cucina, della sala, dell’accoglienza. Assorbivo come una spugna. Fin quando ho diretto un residence in Africa. Ho studiato ancora. Come trattare con fornitori, con i dipendenti, con le autorità corrotte e a mediare con la gente del posto. Grazie a questa esperienza, quando Adecco aprì la prima filiale interinale dedicata al settore alberghiero, trovarono solo me e iniziai una nuova storia, e altre cose da imparare. E diventai recruiter (di camerieri, facchini, governanti, chef e receptionists)
Diventai MOLTO PIU’ recruiter quando mi chiamò Michael Page per selezionare profili finanziari ed amministrativi. E io che avevo fatto il classico e lettere e schivato la matematica ho dovuto studiare ancora. E’ stata una palestra fantastica: formazione come non se ne fa più, profilo per profilo a capire ogni sfumatura di ogni lavoro e di ogni professione. Ed ho imparato.
Sono passati un pò di anni in cui Benigni è riuscito laddove la scuola no. Ho riletto la Divina Commedia, riscoperta grazie a una serata d’estate a Piazza Santa Croce. E’ proprio vero che certi maestri fanno la differenza. E’ arrivata la crisi e tutti quei candidati che prima dovevo rincorrere e con cui dovevo contattare retribuzioni sempre più alte, adesso arrivavano alla mia scrivania con grande facilità, piegati dalle “ristrutturazioni”. Che quando le fa l’azienda, non è come imbiancare e rifare l’intonaco a casa.
Quando il primo mi ha confessato che avrebbe speso un terzo della liquidazione per seguire un master “in modo da ricollocarsi prima”, l’ho guardato con simpatia e un pò di sufficienza, ma quando anche il secondo e il terzo stavano per spendere 15000 euro a testa, li ho fermati. I MASTER NON AIUTANO A RICOLLOCARSI. Mettetevelo in testa. In 15 anni non una sola azienda mi ha mai chiesto un “Professional” col Master.
Il mio amico Stefano, ex MBA di una notissima business school cittadina mi gira una mail promozionale dove si offrono percentuali a chi convince gli amici a iscriversi e si estraggono numeri a sorte paventando collocamenti rapidissimi, network garantito e aziende partners con cui dialogare.
Io non ho mai fatto un Master in vita mia. Però ne ho inventato uno. E l’ho fatto con la consapevolezza che non avrei guadagnato tanto più di quello che avrei speso, che avrei speso molto perchè volevo invitare a parlare Testimonial (non professori) che avessero delle storie concrete da raccontare. L’ho fatto perchè la formazione, soprattutto in un momento di crisi serve ad ampliare la propria visuale, ad imparare da chi ha esperienze diverse dalla tua a guardare le situazioni e i processi in modo diverso e a capire che le cose si possono fare diversamente da come si sono sempre fatte.
Il MUSTer di FiordiRisorse, così lo abbiamo chiamato doveva essere un progetto alla portata di tutti e pertanto costare poco. Pochissimo rispetto a tutti gli altri Master. Ma soprattutto doveva dare molto ma molto di più di tutti gli altri Master. E così abbiamo eliminato le aule e lo abbiamo portato dentro le aziende. Abbiamo eliminato i docenti di professione e abbiamo fatto parlare i manager di quelle aziende affinchè ci raccontassero casi veri. “Come loro hanno fatto a…” Abbiamo invitato opinion leader importanti nei loro settori (chef, giornalisti, imprenditori, allenatori). Abbiamo selezionato formatori che lavorano dentro le aziende e che portassero testimonianze di processi e progetti e non slides kilometriche imparate a memoria o lette sul posto.
Il MUSTer di FiordiRisorse è esattamente questo. Una immersione di cultura aziendale dentro le aziende, un confronto continuo con i manager chi ci lavorano, nell’intenzione di creare un vero network con i testimonial e con le aziende prima e con i colleghi di classe, poi.
La prima edizione è stato un vero successo. Nell’ultima lezione ognuno ha potuto esprimersi e condividere la trasformazione avvenuta durante i 7 mesi di visite nelle aziende. Le testimonianze, ognuno si è sentito libero di esprimerle su Linkedin.
La seconda edizione (scarica qui il calendario) riparte con una giornata di presentazione in Lombardini Motori a Reggio Emilia il 15/11. Ho cercato di coinvolgere una parte dei testimonial e delle aziende che ospiteranno il MUSTer. Ognuno di loro porterà una parola. Io ne avrò due, perchè sono il capo (!) : “etica” e “divertimento”.
“Etica” è la spinta che mi ha fatto progettare il MUSTer: un master onesto, senza bugie di fondo, alla portata di tutti. “Divertimento” è anche uno dei valori di FiordiRisorse. E’ l’animo con cui con Giovanni Lucarelli abbiamo affrontato la progettazione dei moduli e con gli studenti dell’anno scorso abbiamo trascorso ogni ora di lezione e i momenti di condivisione: dalle cene serali, al Caffe Letterario, allo Sciamanager nel bosco. Non è un caso che molti di loro siano diventati amici. Non è un caso che alcuni di loro li incontreremo di nuovo l’anno prossimo. Qualcun’altro ci abbia presentato la sua azienda per ospitare il nuovo MUSTer.
Io non ho studiato molto, ma non credo di sbagliarmi nel dire che sto recuperando.
Entrare nelle aziende e confrontarsi con le persone che hanno portato avanti progetti di cambiamento stravolgendo abitudini, ritrosie, sicurezze e capire che come sono riusciti nell’impresa è una delle scuole più importanti che si possano ricevere, perché spesso gli ostacoli appaiono più grandi nella nostra mente che nella realtà.
Come dissi ad Osvaldo nel corso della prima edizione del Muster: stai facendo un capolavoro!
L’unica laurea che conta davvero e quella conseguita … all’Università della vita (professionale e non).
la è doveva essere accentata.