Modifica dell' Articolo 18 – un altro pesce d'aprile?
Ogni volta che l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è oggetto di richieste di modifica la questione diventa (inevitabilmente?) politica. Non so voi, ma a me pare che poco o per niente ci si dedichi a valutare l’impatto che i vincoli esisenti al licenziamento hanno su imprese che, spesso per impreparazione, ritengono la riduzione del personale una panacea a tutti i loro mali. Problemi spesso pre-esistenti alla crisi che la situazione contingente si limita ad evidenziare.
Pur con il rispetto dovuto alla storia di questa norma e alle legittime opinioni, anche politiche, in merito alla tutela del diritto al lavoro, è possibile che della questione si riesca a parlare fuori da schemi ideologici, tenendo conto in via primaria della tutela dell’impresa?
Essere “costretti” a conservare i dipendenti può essere uno stimolo alla migliore organizzazione?
Siamo ancora legati alle ideologie del liberismo versus la tutela dei lavoratori?
Nell’occasione: Buona Pasqua!
Perdonami, Luigi, posso darti del tu?…..ma della tutela dei lavoratori, che sono quelli che con il loro stipendio fisso pagano la spesa pubblica e creano la domanda globale, chi ne parla?…senza polemiche e senza preconcetti politici….può la tutela degli interessi di una sola parte, quella sicuramente meno attiva nel panorama industriale italiano, essere la chiave di uscita da questa crisi?….può la riduzione del personale con tagli orizzontali l’unica risposta da parte di questi “imprenditori/manager”?
Ciao e a presto
Ciao Pietro,
mi sembra che diciamo la stessa cosa. La mia considerazione “aziendalista” verteva su una funzione indiretta di stimolo all’organizzazione dell’articolo 18, che in tempi di crisi come questi è percepito (comprensibilmente) come un ostacolo a possibili soluzioni ad una eccessiva onerosità dei costi fissi di struttura. Quello che nasconde questa percezione è la disorganizzazione che probabilmente da prima affliggeva le aziende che oggi si sentono vincolate.
La questione è senza dubbio complessa e credo che dei diritti dell’unica categoria di lavoratori che, tra l’altro, paga di sicuro le tasse, non si parla mai abbastanza. Mi piacerebbe che dell’aspetto della tutela dei lavoratori come strumento indiretto di efficienza aziendale si parlasse fuori da uno schema ideologico e per questo magari FdR è il posto giusto!
A presto,
Luigi