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FdR in Amadori. Cambiamo marcia: mettiamoci la faccia! (e qualcuno anche la pancia!)

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Cenare insieme a Francesco Amadori che mangia le alucce di pollo impanate con le mani dopo avere scherzato: “Nessuno mi ha chiesto se io lo mangio, il pollo…. Ebbene si, lo mangio cinque volte a settimana, a pranzo… perché spesso salto la cena…” non ha prezzo… Stasera in Fiordirisorse abbiamo avuto un’opportunità più unica che rara: vivere da dentro le mura di casa sua, il primo stabilimento, quello sorto a S. Vittore di Cesena, tutta la passione e l’autenticità che hanno fatto, e continuano a fare, il successo del marchio Amadori in Italia e all’estero.

Quarant’anni di storia di una delle più note aziende alimentari italiane, e insieme, quarant’anni di storia della pubblicità, e del costume, italiano, condensati nella memoria delle campagne pubblicitarie storiche dell’azienda: spassosi filmati vintage ormai  radicati nell’immaginario collettivo di più d’una generazione di italiani.  La famiglia fatta azienda e il patron modello di responsabilità, di affidabilità, di autenticità e quindi credibilità nella comunicazione con il consumatore: questo è Amadori, e così la sua azienda ha accolto oggi Fiordirisorse per un evento assolutamente gustoso.

Paolo Iabichino, direttore creativo di Ogilvy, primaria agenzia di comunicazione del panorama internazionale, ci ha raccontato come ci si confronta con  la  necessità di muoversi in controtendenza nel fare, oggi, la pubblicità, facendo invertising (http://www.invertising.it) e non più advertising. “ L’unico modo possibile, oggi -asserisce Iabichino- per riposizionare un brand è fare chiarezza sui valori che guidano l’azienda, creare e inseguire un ideale e intorno a quell’ideale avviare e mantenere viva una conversazione con le persone, che non sono più consumatori, ma utenti, che non comprano, ma condividono e scambiano opinioni, prodotti e abitudini, anche di consumo. Perciò occorre curare soprattutto la reputation dell’azienda, trovando il coraggio di prendere posizione nella società a livello culturale: cosi e solo così si potrà  ottenere relevance a livello commerciale.

Le aziende  che  vincono oggi la sfida dei mercati sono quelle che provano a fare del proprio mondo un mondo migliore, il mondo ideale, almeno per quanto rientra nel proprio campo d’azione, privilegiando l’etica al posto dell’estetica, educando le persone per mezzo di un dialogo in cui i brand si rendono responsabili dei contenuti che diffondono, consentendo infine, alle persone esperienze nuove e diverse: in una parola, facendo Invertising e mettendoci, sempre di più, la faccia.

15 Commenti

  1. Molto coinvolgente ed interessante la serata di ieri alla Amadori di Cesena.

    Ancora una volta abbiamo scoperto che le grandi aziende in Italia nascono da qualcosa di piccolo, nascono da persone che ci credono, nascono grazie alla forza di una famiglia che unita supera le difficoltà.

    Abbiamo scoperto che Francesco Amadori la faccia ce l’ha messa davvero, che quando va al ristorante “ordina sempre il pollo”. Scritto così può sembrare naive, o magari una trovata di marketing tanto sottile quanto sofisticata, ma io con Francesco ci ho Parlato davvero è non è niente di tutto questo. Lui ci crede, ed ordina il pollo al ristorante perché il pollo è la cosa che gli piace di più.

    Mi domando quanto tutto questo sia importante per creare un’azienda di successo, e ripenso alle diapositive che abbiamo visto all’evento in Nike dove ci sono i 2 fondatori con un camper con scritto sopra Nike con lo scotch, che vendono le scarpe a una fiera di paese.

    Da qui all’”invertising” di Paolo Iabichino il passo è breve, perché anche lui ci ha fatto scoprire che la pubblicità di successo oggi è quella che parla di autenticità, che se vuoi fare la differenza non basta più fare rumore o trovare un “testimonial” di successo, adesso ci vuole coerenza e la faccia l’azienda ce la può mettere solo se se lo può permettere, altrimenti è meglio di no perché sarebbe un boomerag.

    Non è che i pubblicitari siano diventati di colpo tutti persone per bene, che cercano la coerenza e raccontano solo cose vere. Il fatto è che adesso grazie alle nuove tecnologie i clienti si parlano, condividono le opinioni, vedono le aziende dall’interno e scoprono “che cosa c’è veramente dietro”. E allora non basta più che le aziende più inquinanti riempiano pagine di riviste con prati fioriti e mari blu, adesso se vuoi essere ascoltato devi essere credibile, e per essere credibile ci devi credere davvero….. “parola di Francesco Amadori”.

  2. Cara Rossella, stavo preparando anch’io un post; lo lascio volentieri come commento al tuo.

    FDR IN AMADORI: QUELLI CHE CI METTONO LA CREDIBILITÀ E L’UMANITÀ

    Altro evento di successo: oltre 100 appassionati uditori presenti in Romagna, a San Vittore di Cesena, storica sede di Amadori per ascoltare Francesca Amadori, Marco Magnaghi e le star della serata: Francesco Amadori e Paolo Iabichino.

    Il titolo “quelli che ci mettono la faccia” è stato ampiamente centrato, con la firma, il volto e le parole appassionate del padrone di casa, Francesco Amadori. Il titolo della serata è stato superato, a mio modesto modo di vedere da due parole credibilità ed umanità.
    Francesco Amadori, stimolato da un’acuta domanda di Massimiliano Amagliani, sulla fiducia ci ha parlato della “credibilità del pollo” che, al di là della apparente ironia, ha il senso profondo della credibilità del marchio, raccontata in maniera “ruspante” ma vera; e quindi della credibilità dell’azienda e delle persone che stanno dietro a quel marchio e che arrivano fino ad esserne testimonial (si può dire “autotestimonial”?) nella pubblicità
    Anche Paolo Iabichino ci ha parlato della credibilità del marchio, proponendo la sua visione moderna della comunicazione pubblicitaria, attraverso il cambio di direzione che porta dall’advertising al suo Invertising. Ed aggiunge una cosa stupenda, scontata nelle relazioni ma sorprendente nel contesto: l’umanità, il marchio che parla agli users (non consumers) con voce umana.

    Nella serata ci sono stati altri spunti: Osvaldo non manca mai di divertirci, inorgoglirci e ricordarci il progredire fantasioso ma solido ed inarrestabile della nostra community FdR. E poi ci sarebbe una considerazione molto più ampia sulla non crescita di uno stabilimento per le relazioni sindacali, spuinto proveniente da un passaggio del racconto della storia di Amadori… ma non voglio aprire un dibattito enorme che può essere svolto in altra sede o altro post ad hoc.

    Godiamoci questa ulteriore bella occasione e continuiamo a riflettere!

  3. Bellissima serata,dove ho avuto la possibilita’di conoscere un grande imprenditore ed una persona schietta e simpatica come Francesco Amadori.
    Sono,invece,molto piu’tiepido per quanto riguarda Iabichino.
    Non certo sulla persona,ovviamente,che e’un eccellente professionista con una visione nuova della dimensione pubblicitaria.Pero’il suo assunto qualche dubbio me lo ha lsciato.
    Ho scritto e suggerito tante carte dei valori,tante dichiarazioni deotologiche impeccabili improntate alla visione del cliente utente,del dipendente al centro dell’interesse aziendale ecc…Ma credete veramente,solo per fare un esempio,che dietro alla politica per la sicurezza delle aziende ci sia un qualche minimo afflato di coscienza sociale(sapete dove c’e’unicamente e veramente nelle grandi aziende cooperative,per la loro stessa natura)?
    Quanto alle flautate campagne pubblicitarie svolte dai ns.istituti bancari al momento della grande crisi,io chiederei il grado di apprezzamento nei loro riguardi ai tanti imprenditori che,piu’ si trovavano in cattive acque,piu’si vedevano aumentare il tasso degli interessi passivi.
    Io sono molto probabilmente un uomo di retroguardia che si abbarbica alle proprie vetuste ed obsolete certezze per non entrare troppo a fondo nel nuovo che,come tutti i territori poco esplorati,potrebbe darmi disorientamento,ma quando vedo dei soggetti(per di piu’multinazionali) che agiscono su un libero mercato che si dicono ispirati ad ideali,armonia con il mondo,ecc..mi subentra,sempre,un po’di diffidenza.

  4. Sarà per il cognome che porto, ma quest’azienda mi è sempre stata simpatica ed ho sempre apprezzato il modo di comunicare di Francesco Amadori. Come Giovanni Rana ci ha sempre messo la faccia e penso che il pollo a quattro cosce (ce ne vogliono di più, è la parte che preferisco) possa diventare il prodotto di punta in futuro :). Forza peopoll!

  5. Serata sorprendente!
    La storia dell’azienda AMADORI raccontata come storia della Famiglia Amadori… la faccia la mettono non solo nella comunicazione, ma ne è impregnata tutta l’azienda.
    Interessante vedere la progressione del brand dalla Romagna all’Italia infine ai media digitali… c’e’ da chiedersi: “Quale sarà il prossimo passo ?”.

    Sorprendente vedere una grande azienda con uffici ben ordinati ed accoglienti, privi di sfarzo. Segno di attaccamento alla realtà ed ai fondamentali, a quello che conta veramente.

    Infine una sorpresa anche da Paolo Iabichino che ci ha dato una lezione su come fare vera INNOVAZIONE anche nell’ambito dei Servizi.

    Complimenti agli ospiti, agli organizzatori ed … ai partecipanti. Alla prossima puntata!

  6. L’esposizione dei due “case history” di Amadori erano perfettamente centrati sul tema: l’imprenditore che si espone in prima persona chiedendo fiducia sui suoi prodotti, sapendo che si gioca tutto perchè la credibilità è forse l’asset più importante di un’azienda, ed il secondo intervento sull’utilizzo integrato di differenti piattaforme, “old” media (TV, radio) e “new” media (Social network, blog, Youtube, etc.) per il lancio di nuovi prodotti di massa, perchè siamo persone che navigano e/o ascoltano e/o leggono e/o partecipano e/o fanno zapping…..

    L’ultimo intervento di Paolo Iabichino è stato intellettualmente stimolante con vari mesaggi lanciati su cui riflettere per analizzare e capire la pubblicità (non bersela acriticamente). Perchè è importante per la sua incisività (o sopravvivenza?) , creare una pubblicità che parli alle persone…. di persone, non a “target di mercato” proponendo “target di mercato”.

    Volendo rimanere in cucina gli ingredienti di ciascuno che partecipa a FdR deve essere curiosità intellettuale e disponibilità all’ascolto il “lievito” lo portano i relatori…il risultato è sempre stato degno dei migliori ristoranti della Guida Michelin!

  7. Per me è stato davvero stimolante ascoltare la testimonianza di professionisti così diversi, uno dopo l’altro: prima le nuove generazioni dei manager di Amadori, poi la figura di un imprenditore così particolare, infine il carisma e la visione di un creativo della comunicazione.
    Il messaggio finale era che la pubblicità deve cominciare a parlare un linguaggio “umano”: sicuramente è impegnativo fare in modo che l’azienda sia coerente con quello che vuole comunicare, costruendosi una solida reputazione; ha ragione Maurizio che spesso si tratta di solo di operazioni di facciata, ma oggi il rischio di venire smascherati e molto maggiore.

    Francesco Amadori, invece, a parlare un linguaggio “umano”, ci riesce benissimo, in modo naturale, con la tutta la sua spontaneità. E’ stato molto bello averne una esperienza diretta. Grazie ad Amadori dell’ospitalità genuina e grazie al gruppo di FdR, che oltre agli stimoli intellettuali, riesce a dare, ogni volta, energia, voglia di condividere e di crescere insieme.

  8. Stimolante, divertente e nutriente!
    Mi pare che l’incontro in Amadori abbia rappresentato la sintesi dell’incontro perfetto!
    La genuinità e il pragmatismo di una azienda grande del nostro territorio, il coraggio di un imprenditore che ha “allevato” un business in Romagna, tutto raccontato dai protagonisti di questa esperienza. Il fatto poi che Francesco Amadori abbia partecipato, che si sia raccontato, e che abbia mangiato il pollo con noi ha reso la serata magica.
    Quanto all’intervento di Iabichino, personalmente riconosco di aver ricevuto alcuni stimoli “tecnici” davvero interessanti, ma su alcune cose non sono stato capace di vedere novità e forse di comprendere a fondo. Mi chiedo e vi chiedo: la pubblicità sull’anoressia l’avete percepita (sottolinea “percepita”) in modo davvero differente e innovativo rispetto ad esempio alle famose foto di Oliviero Toscani di oltre un decennio fa? Chiedo ancora: davvero la reputation va celebrata indipendentemente dai numeri di vendita? A cosa serve la reputation se non porta una tenuta o un aumento del fatturato ad una azienda? Davvero le persone credono che una azienda sia “buona” solo perchè fa degli spot come Dove? Davvero pensano che un’azienda sia “cattiva” perchè fa spot come Mediolanum? Spero vivamente di poter rivedere Iabichino per comprendere meglio concetti che – per lo tempo limitato a disposizione – avrebbero meritato giornate intere e non solo “pillole”.
    Ho deciso che acquisterò il suo libro, per farmi un’idea più precisa e completa.

  9. E’ evidente che anche questa volta Osvaldo ed il Team (notare la maiuscola) di FdR hanno organizzato un evento stimolante, costruito sui contenuti … e perché no, anche su di un bouffet a tema: il pollo di Amadori.
    E’ stato interessante conoscere il percorso di crescita di un’azienda tutta italiano-romagnola che e’ passata da 18 a migliaia di dipendenti guidata da un imprenditore spontaneo ed appassionato che indubbiamente “ci ha messo la faccia” semplicemente… per quarant’anni… e continua a mettercela ….se vi par poco!
    Molto interessante anche l’intervento del “grande” Paolo Iabichino che ci ha presentato la sua visione del INVERTISING, cioè di quei trend che stanno radicalmente ridisegnando la struttura dell’azione pubblicitaria e della comunicazione aziendale.
    Bene; anche questa volta sono uscito dall’evento con qualche conoscente e qualche idea in piu’ di quando sono entrato. Una serata dove e’ stato bello esserci. Grazie FdR!

  10. Ottima esperienza, ho partecipato per la prima volta ad un evento FdR, e incuriosito anche dal fatto che si tenesse a meno di cinque km dal mio ufficio non sono voluto mancare.
    Conosco l Amadori perchè lavoro in zona e ne seguo sui media le evoluzioni nonchè le chiacchere da paese.
    La presenza di Amadori non mi ha impressionato più di tanto perchè si vede spesso a Cesena e va detto che è esattamente come è apparso ieri spontaneo e furbo esattamente come i veri agricoltori romagnoli.
    Ho avuto un ottima impressione e molti operatori locali dovrebbero avere la stessa opportunità: certo come ci ha ben spiegato Iabichino tutti dobbiamo guardare “oltre” alla pubblicità in primis quali cittadini e poi in veste professionale.
    Iabichino è bravissimo ma mi è mancato capire come tutto ciò che ci ha raccontato si sposi con gli orizzonti temporali sempre più corti che governano l’attuale vita delle aziende.
    Coerenza, etica, correttezza commerciale sono per me alla base di qualsiasi mission aziendale seria, ma da sole danno risultati solo su di un periodo così lungo da non permettere che a pochi di poterlo affrontare .
    Serve un giusto mix che governi le scelte e come le si comunica, che vanno fatte sul solco dei propri valori che con il tempo devono emergere ma ne durante devono garantire la sopravvivenza della azienda.

    I tempi erano un pò stretti ma mi sarebbe piaciuto anche uno scambi di opinioni fra i presenti su quanto ascoltato.

    Spero ci sia una prossima volta

  11. Grande serata. Assolutamente qualcosa di nuovo che in realtà non è nuovo ma è una lucida spiegazione di cosa avviene intorno a noi.
    Ed i primi che rienscono ad interpretare quello che avviene …
    Grazie ancora ed alla prossima.

  12. Concordo con tutti i commenti positivi. Devo dire che mi ha stupito il motivo che ha portato Francesco Amadori a “metterci la faccia” e cioè rassicurare i consumatori. E’ chiaro che è stato un successo ma sono sicuro che essendo stato uno dei primi se non il primo a metterci la faccia, sicuramente in quella notte prima della decisione non si sarà posto tante domande se non quella di che come fare per salvare il posto di lavoro a tanti suoi collaboratori. Lui che sicuramente è uno di loro e continua ad esserlo. Che insegnamento a noi che siamo chiamati a metterci la faccia molto spesso. Gli stimoli di Iabichino sono stati davvero eccezionali ed un ulteriore stimolo a metterci la faccia perchè se non lo fai tu qualcun’altro lo farà ma poi non puoi lamentarti se il risultato non è quello che volevi. Ci sono cose che è meglio non delegare.

  13. Altro evento, altro successo.
    Sembra un atto di piaggeria ma è la verità.

    Il tema di chi si è messo in discussione “mettendoci la faccia” non poteva avere interprete migliore.
    Il contributo di Paolo è stato da me molto apprezzato e mi ha indotto spunti e riflessioni. Meriterebbe sicuramente un approfondimento maggiore per chiarire come definire il legame tra reputazione e revenue.

    Ho seguito diversi eventi di FdR ma questa volta penso ci sia stata un’armonia ed un bilanciamento tra temi e relatori ottimale.
    I 42 anni di storia dell’azienda Amadori, molto ben raccontati e descritti dalle campagne pubblicitarie, da Francesca Amadori e Marco Magnaghi, la nuova generazione, mentre Lui, Francesco, era li in silenzio ed ha atteso le domande.
    La battuta su “nessuno mi ha chiesto se io lo mangio, il pollo…” è l’autenticità della persona e del messaggio.

    La riflessione di Paolo sul fatto che “non è sempre igienico metterci la faccia” mi ha fatto riflettere …… la delega a metterci la faccia va amministrata con cura.

    Grazie per questo grande evento…..

  14. Incontro interessante perchè quando parlano gli imprenditori di una volta c’è sempre quella nota di comunicazione che noi addetti ai lavori non sappiamo “replicare” con la stessa intensità.
    Questi incontri danno il volto (in tutti i sensi) di quanto le aziende italiane siano forti, anche se indebolite da uno stato che non aiuta per niente (è un riferimento generico e non politico). Imprenditore e creativo un bel connubio che con dialettica diversa comunicano lo stesso pensiero, e forse Amadori come tanti altri imprenditori della storia della pubblicità italiana, ha fatto a suo tempo Invertising senza nemmeno sapere cosa fosse.
    Bravi!

  15. Si è trattato del primo evento di FdR a cui ho partecipato e, a fronte della pura curiosità iniziale, devo ammettere che ne sono uscito entusiasta, pienamente soddisfatto e ricco di contenuti importanti. Eccellente l’organizzazione, squisite le persone e memorabili i temi: la passionale e genuina esperienza di straordinaria crescita di un’azienda del nostro territorio come Amadori seguita dalla meditata e penetrante analisi formativa del professionista Iacobino. A caldo ne sono uscito pieno di spunti e riflessioni. A freddo rimango pregno degli stessi spunti e riflessioni. L’evento non poteva quindi colpire di più nel segno. Essendo la mia prima occasione e non conoscendo nessuno preventivamente, ho avuto anche modo di conoscere un pò di persone nuove e questo ha completato la bellezza della serata. Tutte splendide, disponibili e con la voglia di scambiare visioni e riflessioni.
    C’è solo un neo: già ero attratto prima dalla voglia di ritornare a vivere e lavorare in Romagna. Adesso chi riesce più a ritornare da lunedì a lavorare a Milano!!
    Complimenti di nuovo a tutto il Team di FdR e grazie ancora per la splendida serata. Fabio.

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