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FdR in NIke (#FdRNike): gli eventi nascono dalla condivisione di idee

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5495473772_34cf5d8438Quando Africa ed io abbiamo proposto ad Osvaldo il tema per questo evento, nessuno di noi poteva immaginare che sarebbe stato un evento per 170 persone e in un posto come Nike. Ci piaceva il tema, certo, un pò sfruttato, ma sapevamo che una volta seduti a tavolino, come sempre, l’avremmo trasformato (figuriamoci se Osvaldo ci avrebbe fatto parlare di barche a vela, rugby e ponti tibetani!) e l’idea iniziale sarebbe diventata un’idea innovativa.
Quando poi Nike ha accettato di incontrarci, (grazie sempre alla forza del Network, e in particolare a Stefania!) e si è appassionata al nostro progetto, non ci sembrava vero.
E da dicembre ad è iniziato il confronto fra noi del direttivo e l’azienda, perchè questo incontro diventasse un vero e proprio evento. E così è stato!

Non ci ha fermati la neve, non ci ha fermato la distanza. Grazie al gruppo Abruzzese, Marchigiano, ai Toscani e agli Umbri che hanno organizzato le auto e non si sono fatti intimidire dal maltempo.

Vogliamo continuare così, a lavorare con le aziende, ad acquisire, scambiare, offrire informazioni con le aziende e le persone del nostro territorio (ma avete visto la lista evenbrite, che qualità di Persone c’erano anche ieri sera?).

Grazie allo splendido e sempre sorridente team di Nike (oh! Ma non hanno mai un problema, questi?), ad Andrea e Pierfrancesco che ci hanno sempre sostenuti fin dal principio. A Carlo Romanelli conduttore ferratissimo sui temi di sport e management, a Giuseppe Vercelli, timido ed incisivo, al “fiumeinpiena” Andrea Anastasi circondato da donne tutta la sera, e alla rivelazione della serata, diciamolo, il simpaticissimo Venuste Nyongabo che ha risposto alle domande del pubblico, sempre con ironia.
E adesso aspettiamo di vedervi tutti sull’album Panini (vi siete fatti fotografare praticamente tutti!) e dalla prossima settimana sul nuovo sito di FdR! Alla prossima

Paola ed Africa

17 Commenti

  1. Sulla motivazione e “automotivazione”… da tenere sempre a mente soprattutto per chi gestisce persone
    bravi tutti per l’organizzazione e per le capacità di gestire l’emergenza neve, che per qualcuno (come me;-)) è diventata opportunità!

  2. ieri in NIKE evento indimenticabile, complimenti agli organizzatori e ancora grazie per questa splendida occasione…
    penso che insieme ai contenuti già esposti , il messaggio di fondo che mi porto con ottimismo da ieri sera è il pensiero di una azienda, portatrice di valori, che cavalca gli anni senza parlare di crisi…e poi ancora: there’s no finishing line..l’azienda e la carriera viste come una opportunità quotidiana di migliorarsi sempre; e ancora imperdibile il concetto di “squadra”, i concetti di “fiducia reciproca” e di visione dell’obbiettivo del coach:
    dopo anni e anni di sbandieramento del “dividi et imperat” e della “positività della conflittualità in azienda”, penso che dallo sport potremmo assorbire veramente tanto….
    Al direttivo di FDR, a Nike Italy ed agli ospiti di ieri sera ancora grazie.

  3. quella di ieri è stata una bella dimostrazione di forza. Ho organizzato eventi congressuali e conventions e devo dire che FdR è stata brava, ad iniziare da Osvaldo. Ho già partecipato ad altri eventi in cui si è messa in evidenza la gestione del gruppo, della squadra. Uno è stato con Federcongressi che invitò il fresco campione del mondo Lippi. Quindi sono in grado di fare anche dei paragoni, magari inopportuni, ma che mi hanno dimostrato la forza di FdR, casomai ne avessi avuto bisogno. Velasco, in ultimo, è stato illuminante anche per noi abruzzesi che stiamo creando il gruppo FdR: poche chiacchiere e schiacciamo anche le palle alzate male!

  4. indimenticabile!!!!! Ho scambiato 4 parole a 4 occhi (quindi 1 per occhio, quanto basta per spedire e ricevere messaggi diretti) con Andrea Anastasi ed è incredibile come ti sappia comunicare e caricare come una molla, arrivando direttamente al punto e portandoti su “quello che devi cercare tu e in te stesso” e non “quello che ti manca dagli altri per” cosa che ho percepito anche da Giuseppe (SFERA spiegato in modo così sintetico che neanche un Bignami ce l’avrebbe fatta!!!) e da Venuste (il commento sulla strategia e su quando cambiarla è stato una pietra miliare). Grazie ad Osvaldo per avermi messo nel loop, grazie a Carlo per la perfetta moderazione e soprattutto grazie a tutti per l’organizzazione: BRAVISSSSIMI!

  5. W le donne! e il quesito è: voglio generali bravi o generali fortunati? voi siete state sicuramente bravissime, e la fortuna vi ha seguito 🙂

  6. Un evento memorabile, belle persone, validi contenuti, più di così era impossibile!
    E’ stata la mia prima partecipazione (posto in prima fila!) finalmente ho sentito dal vivo il sapore di questa community grandiosa.
    GRAZIE FDR

  7. Non era la prima volta che partecipavo agli incontri di FdR, ma questa volta siamo andati ben al di là delle aspettative. Non ho parole per esprimere la mia ammirazione per l’organizzazione dell’evento, emergenza neve inclusa, per la location veramente fantastica e per la qualità degli interventi degli ospiti / relatori, che creavano un mix perfetto con la carica di Anastasi, la riflessione di Vercelli e la “sintesi” di Venuste Nyongabo (!).
    Un grazie a tutto il Team di FdR e un grazie anche ai miei compagni d’auto, che hanno reso interessante anche il viaggio.
    Alla prossima !!

  8. sapete qual’è il segreto di FdR? che le idee anche se “inizialmente possono sembrare impossibili” vengono ascoltate e condivise, e quel che può essere un tuo sogno diventa il sogno di tutti noi. E questo è una forza! questo è un’immenso tesoro! E non smetteremo mai di pensare al futuro… grazie a tutti per aver condiviso il nostro sogno!

  9. Dopo l’evento in Nike, ricordando svariati libri sui generis, mi viene da pensare che negli ultimi anni si è notato che ciò che regola e condiziona la prestazione aziendale è l’affiatamento e la coesione del gruppo direttivo.
    Le discontinuità, sempre meno programmabili, e le sfide competitive, sempre più difficili ed estenuanti, mettono il team dirigente in un’atmosfera molto simile a quella che respira una squadra agonistica impegnata continuamente nella lotta per la vittoria per le alte posizioni di classifica, per non retrocedere o per vincere una medaglia.
    Non è più il tempo dell’organizzazione formale, gestita attraverso regole e forme tradizionali di gerarchia; occorre costruire il gruppo intorno a valori e norme diffusi, a continui momenti di solidarietà e di cooperazione, a culture dove non emergono più i singoli talenti individuali (sebbene importanti nelle loro specifiche skills).
    E’ il trionfo del collante emotivo e di un sistema premiante che valga per tutti allo stesso modo, senza eccezioni e senza protagonismi.
    Qualche lettore di buona memoria potrebbe obiettare, giustamente, che il modello dell’efficace gruppo sociale non è una tema di oggi, poichè da più di 50 anni gli psicologi hanno insegnato pregi e vantaggi di un collettivo ben organizzato.
    Ma a queste giuste obiezioni, va ricordato che attualmente il FARE squadra, o ancora meglio, l’ESSERE squadra sta diventando una precondizione fondamentale per generare non solo la cooperazione (elemento orizzonatale metabolizzato da tanto tempo), ma anche il valore economico: essere squadra produce maggiore redditività, più innovazione, crescente flessibilità e dinamismo.
    Invece la mancanza di “gioco” di squadra manifesta lentezze burocratiche, conservazioni convenzionali e prestazioni subottimali, poco apprezzate dal mercato.
    L’azienda che ha SQUADRA rende economicamente più di quella che non c’è l’ha.
    Il tema, quindi, non è solo uno sfizio romantico per chi immagina che sia bello “lavorare insieme”; è un tema strategico se si vogliono mantenere performance in linea con l’eccellenza del mercato.
    SQUADRA è una metafora, è un’immagine figurata che olisticamente ci aiuta ad arricchire un concetto più semplice quale, ad esempio, il gruppo di persone.
    Le aziende potrebbero metaforicamente prendere in prestito le modalità organizzative di molte squadre, dall’orchestra alla cucina di un ristorante, dalla redazione giornalistica al gruppo di astronauti nella navicella spaziale, dal cast cinematografico alla sala macchine di una nave.
    La squadra sportiva e agonistica, però, con i suoi vincoli di pressione del tempo e con l’abitudine al confronto diretto con gli avversari è forse quella che stimola di più l’apprendimento di un’azienda che, su questi temi, è rimasta sicuramente un pò indietro(e non solo su questo purtroppo).
    La squadra sportiva dimostra una rigorosa disciplina di attività sia definita che rispettata in fase di applicazione, poi
    la tensione verso l’obiettivo, le capacità complementari organizzate a sistema, l’approccio di lavoro condiviso sia nelle fasi di allenamento che in quelle della partita, la mutua responsabilità dei membri per ogni decisione o azione presa dal gruppo.
    Dall’esperienza sportiva si vede inoltre che l’integrazione e l’impegno rafforzano il clima di fiducia e la coesione dell’equipe, muovendo quindi l’attività in un’ottica di pieno coinvolgimento, collaborazione e aiuto reciproco.
    Inoltre il team soddisfa le aspettative individuali e sociali: promuove la competizione tra i giocatori che ricercano in tal modo l’eccellenza della propria tecnica personale, consentendo però ai singoli di raggiungere un risultato che individualmente non potrebbe nemmeno essere immaginato.
    Le imprese si stanno sforzando(mica tanto) di intervenire nelle loro organizzazioni, fortificando con azioni di TEAM BUILDING il proprio collante direttivo, spesso prendendo esempio dallo sport i “fondamentali” di come una squadra si allena e si comporta in situazioni di pressione e crisi.
    Gestire l’azienda in un’ottica di risultato, assegnare il lavoro ai diversi individui in modo da realizzare sinergie produttive ad alto valore aggiunto, determinare l’appartenenza del team sulla base delle reali capacità e non della posizione gerarchica, accelerare i tempi con cui il management prende le decisioni, innalzare le sensibilità concorrenziali, sono tutti valori che l’impresa moderna deve interiorizzare, imparando dalla migliore tradizione dell’agonismo sportivo.

  10. Abbiamo creduto da subito nell’evento, e ci abbiamo lavorato, non poco, per centrare il taglio piu adatto da dare ad un argomeno tanto vasto,che poteva rischiare di apparire nulla di nuovo.
    Grazie all’impegno e alla collaborazione di tutti ho visto materializzarsi le idee , fantastico!
    Credo molto in tutti i concetti che sono passati in Nike, credo nello sport e nei suoi valori, credo nell’intelligenza agonistica e credo che ogniuno di noi possa applicarli nella vita e nel lavoro. Buon allenamento a tutti…. Amen 🙂

  11. Mi avete preceduto: anche io credo meriti una citazione “in contumacia” Julio Velasco, per il tema trattato e per il modo travolgente in cui lo ha trattato. In una squadra non si scaricano le responsabilità sugli altri, ma ci si fa carico, ciascuno per la sua parte, di produrre il risultato vincente.

    Mi riportava alla memoria il grande John R. Wooden, indimenticato allenatore dei Bruins di UCLA, morto lo scorso anno alla soglia del secolo di età, dieci titoli NCAA in dodici anni, che negli allenamenti faceva ruotare i suoi atleti in tutti i ruoli, in modo da forzare tutti ad aver buoni fondamentali e, soprattutto, da far capire a ciascuno quanto maledettamente difficile sia il ruolo degli altri se appena provi a farlo, e non solo a valutarne l’output.

    Evento memorabile, standing ovation per l’organizzazione e i relatori.

  12. Integrando quanto detto da Alessandro, vorrei portare oltre il discorso:

    SISTEMA PREMIANTE:
    Fare squadra fa bene alla squadra, ma l’individuo deve essere spinto a far squadra, trovando in essa anche una utilità personale. Non per niente nello sport di squadra vengono dati i premi partita e non vengono dati premi per risultati individuali raggiunti (per es.: goal fatti) per evidenziare che i risultati di pochi possono essere frutto di prestazioni del gruppo. In azienda perciò gli MBO dovrebbero tendere a premiare le prestazione di squadra, stando molto attenti nell’individuare KPI individuali o di estremo dettaglio che potrebbero stimolare un eccesso di concorrenza interna, portando a premiare l’individuo a discapito del team.

    STABILITA’ DELLE PRESTAZIONI DI SQUADRA NEL TEMPO
    Partendo dal principio che la squadra che da migliori risultati nel tempo è quella coesa e stabile, l’azienda dovrebbe tendere a ciò, rendendo maggiormente stabili i rapporti di lavoro.
    Sarebbe bello avere delle statistiche che correlassero l’anzianità media lavorativa in un’azienda con il suo grado di successo e di redditività nel lungo termine.

  13. Anche per me è stato il 1° evento con FdR, grazie a Kira per avermi invitata.
    Da ex-pallavolista, non ho potuto non apprezzare la video-chicca di Velasco (sublime) e poi l’ottimo buffet, la bella atmosfera, le chiacchiere con amici e le nuove conoscenze. Serata molto piacevole! Alla prossima

  14. Bella serata…Anastasi è sicuramente un grande. L’agonismo non è così divertente come penso capita molto spesso a tutti noi nel nostro lavoro ma la vittoria finale è sicuramente il giusto stimolo per fare meglio ed andare avanti ed imparare dai nostri errori un must per poter essere pronti a nuove sfide. Infine se non vuoi rinunciare ad una medaglia d’argento per rischiare di vincerne una d’oro sarà difficile che si potranno raggiungere obiettivi sempre più sfidanti (Venuste docet).
    Grazie a tutti ed a Osvaldo per il ripescaggio dell’ultimo momento

  15. Guardate, ho preso tanti appunti che ho riempito mezza floriskine (@Osvaldo se facciamo sempre eventi del genere mi dovrai foraggiare di almeno 3 o 4 floreskine all’anno). Non scrivevo così tanto dai tempi universitari quando cercavo di non lasciare cadere neanche una delle belle e preziose parole che ascoltavo, consapevole dell’importanza che avrebbero avuto per la mia crescita personale e professionale. Alcuni esempi? La S.F.E.R.A. di Vercelli, il coraggio di cambiare strategia di Nyongabo e lo sbaglio insito nello scouting di Anastasi.
    Grazie a chi si è sbattutto perchè tutto questo funzionasse così meravigliosamente dagli interventi al networking e grazie a chi ci si è stressato senza diventare mr. Hide.

    PS Ops, scusate … gli esempi non vi dicono niente? Allora dall’apple store potete scaricare l’apposito ebook edito da FdR Abruzzo ;P

  16. dopo i convenevoli, 🙂

    due aspetti:
    1) Nike che nasce dal nulla da una idea semplice dal coraggio di venderla quasi porta a porta sui campi sportivi. Altri tempi, altro paese è vero ma sempre stimolante crederci.
    2) Il coraggio di cambiare per non accontentarsi di essere sempre secondi, posizione sempre comoda per molti. a cui si aggiunge il coraggio di cambiare gara (1500mt) parafrasato nel lavoro potremmo dire il coraggio di cambiare settore.

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