"Giovani" o "Vecchi", il futuro è di tutti.
La scorsa settimana ho scritto questo articolo su BlogLive che parla di “giovani”. O meglio, che non ne parla.
Una riflessione su come il sistema del lavoro, tendenzialmente divida il mercato in opportunità per “giovani” e per “senior”. Ma soprattutto divida le due categorie fra di loro.
Eppure ogni giovane ha un padre o uno zio che devono ancora lavorare, ogni zio, padre o nonnoì, ha un giovane in famiglia. La decisione è quasi Salomonica.
Le aziende tendenzialmente assumono “giovani”, il Governo vara decreti legge a favore del lavoro per i “giovani”, ma nessuno si pone il problema di come questi giovani possano fare esperienza in azienda.
Una volta quando un giovane entrava in azienda aveva un punto di riferimento: i “senior”. Le aziende li gratificava ed erano capitale umano importante, perchè rappresentavano la memoria storica dell’azienda.
Oggi, un giovane ha solo degli obbiettivi e su quelli verrà misurato, commettendo errori che avrebbe potuto evitare e avendo meno informazioni disponibili.
La mia opinione è che se queste due parti non lavorano insieme, le aziende non crescono.
Voi che ne pensate? (dopo aver letto l’articolo..)