In evidenzamanagementNews

L’articolo di SF che non è piaciuto alle Business School

9 commenti4053 visite

Non è un caso che io abbia scritto quell’articolo su Starace, non è un caso che lo abbia fatto a così lunga distanza dagli avvenimenti della LUISS.

Non doveva essere uno dei mille pezzi su Starace e sul suo “modello di management”; credo che già in troppi avessero detto la loro. Persone di azienda e non. Giornalisti e non. Blogger che hanno nasato la forza del messaggio e il ritorno di “like” che avrebbero ricevuto.

Ancora una volta ho voluto capovolgere il piano d’azione e puntare l’obbiettivo non su chi parlava, ma su chi ascoltava e mi sono chiesto: “possibile che ci siano dei ragazzi di 25 anni che applaudono ad un modello di quel genere?”

ma soprattutto:

“possibile che ci siano ancora delle Scuole (nel senso peggiore del termine: esclusive, super costose, con programmi che baciano la politica e per niente i contenuti) che propongano come modelli personaggi sinistri, dall’etica assente e in alcuni casi anche malfattori?”

L’ISTAO ha invitato il Governatore  delle Marche, Spacca, plurinquisito e poi commissariato, a tenere una lectio magistralis, vi immaginate? Lo abbiamo rivisto, allontanato dal suo partito, riproporsi in ruolo analogo con il partito concorrente. Naturalmente, gli elettori lo hanno lasciato a casa. Alma Graduate o Bologna Business School che dir si voglia, in piena  crisi sindacale, nel momento in cui il Tribunale lo condannava per aver abusato della sua posizione nei confronti di tre operai (e successivamente per non aver aderito alle richieste di reintegro del tribunale), ha ben pensato di offrire un microfono a Marchionne per raccontare un modello di impresa e di management che tutto il mondo sicuramente ci invidia. Ma anche Monti, perché la politica si sa, soprattutto in Italia, è un vero e proprio boost all’innovazione e al sapere.

David Bevilacqua, ex Vice President Europe di Cisco, oggi Presidente di Yoroi, ad un recente evento di FdR e già al MUSTer due anni fa in Lamborghini ci raccontò di come sono cambiate le aspettative dei ragazzi che oggi entrano in azienda. Innanzitutto di quanto siano sempre meno i giovani che vogliano “andare sotto padrone”, ma quando questo succede, come cambiano le aspettative.

Un giovane oggi non lo attrai più con un biglietto da visita “pesante”, con una scrivania più lunga, con un pc nuovo. Oggi lo attrai dandogli la possibilità di esprimersi in tutto e per tutto, da come si veste a cosa propone. Non è più un must la macchina aziendale o il posto macchina, ma produrre idee e obbiettivi con la forza del proprio sentire.

E dunque la domanda che mi sono fatto scrivendo questo articolo è stata: “ma chi sono i giovani che hanno applaudito Starace”?

 

9 Commenti

  1. Io credo che una Business School faccia bene a proporre dei modelli di management. Credo sia di grande ispirazione ascoltare coloro che hanno fatto le rivoluzioni, coloro che hanno saputo sfidare lo status quo, coloro che hanno costruito qualcosa o realizzato un sogno. E certamente credo che Marchionne abbia proposto e realizzato un modello di management e di leadership differente da quanto visto in Italia prima del suo incarico nel gruppo FIAT. Io penso a cosa era FIAT Auto prima del suo arrivo e penso a cosa è ora, e penso che sarei contento di sentire raccontare dalla sua voce (non solo dalla stampa) la strada percorsa, le sfide realizzate e quelle perse. Poi, magari, sono un manager con idee diverse, ma ascoltarlo e riflettere su quanto racconta penso sia davvero una grande opportunità. Certamente ci sono testimonial efficaci e la cui storia è di grande ispirazione, certamente ci sono anche testimonial che forse sarebbe meglio non chiamare (personalmente, una testimonianza di Fabrizio Corona la comprenderei poco). Ma credo che non si possa generalizzare: io ho avuto esperienze di altissima qualità con Luiss e Bologna Business School e – sinceramente – non credo sia giusto estendere il giudizio su una frase di un testimonial-manager ad una intera scuola e ai professionisti che ci lavorano ogni giorno.

    1. Bene Max, accetto il suggerimento. Non estendiamo una brutta pratica a tutte le scuole. Chiediamoci come mai Alma Graduate, ex Profingest oggi BBS abbia cambiato nome 3 volte in 15 anni, chiediamoci come mai all’entrata di Villa Guastavillani c’è una parete con almeno 50 brand di aziende partner che però non compaiono mai in nessun programma di alcuno dei Master della scuola. chiediamoci come mai si propone una percentuale a coloro che faranno iscrivere i loro “amici” ad uno dei Master, come mai nei programmi non sono mai indicati i nomi di TUTTI i relatori di ogni singolo Master, come mai alcuni dei professori saltellano da un Master all’altro pur di coprire ore di lezione che potrebbero essere affidate ad esperti della materia, come mai gran parte dei relatori sono consulenti a cui si propone visibilità in cambio di lavoro. A me basterebbero già queste risposte per qualificare una Scuola cittadina (e io conosco il tuo amore per Bologna, ma non tutto è difendibile ad ogni costo) che al momento mi sembra palesemente in caduta libera.

  2. Pensieri notturni.
    Non è che per caso la verità sta nel mezzo? I soggetti citati presentano testimonial o history case interessanti e nello stesso tempo hanno diversi scheletri negli armadi.
    Di cosa ci stupiamo?
    Ciascuno di volta in volta stabilirà se l’esigenza di chiarezza, trasparenza, ed etica è sacrificabile sulla base della proposta o dell’offerta del momento.
    Anche perchè se dovessimo essere intransigenti (prima con noi stessi) nell’Italia del volesemo bene, tengo famiglia e tutto il cucuzzaro chi salviamo?
    Lucio

    1. Sono d’accordo Lucio e non voglio fare il talebano a tutti i costi, ma certi vizi di forma stanno diventato dei veri e propri modi operandi. Quando ho “inventato” il MUSTer l’ho fatto proprio studiando come le business school “adescavano” clienti e che proposte formative facevano e ho ritenuto importante che ci fosse un percorso che non stritolasse i masteristi chiedendo cifre da debito in cui si andavano ad intaccare TFR, non ci fossero professori mai entrati in un’azienda, non si promettessero contatti aziendali senza mai vedere un manager in aula. “Con il nostro Master l’80% dei corsisti si ricolloca entro 6 mesi” è uno degli slogan che ho visto più spesso girare negli ultimi sei anni.

  3. Anche se non ha mai frequentato il MUSTer( e spero vivamente di farlo solo per ossigenarsi il pensiero) non ho alcuna difficoltà a credere che c’è una bella differenza fra manager che parlano a manager o potenziali tali e Business School che presentano tanti tromboni e un manager di nome per fare cassa, dicevo solo che parla qualcuno che vale la pena ascoltare, io ci vado “per lui” (e non a qualsiasi cifra), senza farmi impressionare da chi lo invitato o dalla location.
    Buone vacanze e spero di rivederti presto
    Lucio

  4. Ho visto via web l’intervento di Starace, come immagino tutti voi. Starace ha esposto chiaramente il suo punto di vista che è riconducibile a logiche di Management molto presenti oggi in molte aziende. Si pensa che il mestiere del top management sia decidere e i diversi gruppi all’interno dell’organizzazione devono realizzare queste decisioni. E’ una “strategia” che i sociologi che si occupano di organizzazione chiamano Management-direttivo. Cosa c’è di male in tutto questo? Non certo la persona che può ispirare simpatia o meno nella persona (rispettabilissima), a me lascia perplesso la povertà delle conoscenze che si porta dietro. Eppure oggi la ricerca scientifica ha aperto capitoli (da tempo) dove viene descritto un nuovo tipo di Management molto più aderente a quello che sembra essere un’organizzazione. Oggi queste ricerche sono spesso disattese, non vengono prese in considerazione. Altro aspetto singolare dell’intervista di Starace è stato lo “sconcerto” sollevato per gli studenti che hanno applaudito al discorso. Io non mi sono meravigliato, perchè all’università insegnano sostanzialmente il management-direttivo e gli studenti hanno riconosciuto subito …l’odore del sangue e si sono adeguati. E’ per questo che ho infilato in uno scatolone i miei libri dell’università sostituendoli con altri, ovviamente la raccolta di Alan Ford … non ha tempo.

  5. Chi sono i giovani che hanno applaudito al discorso di Starace? Questa è la domanda conclusiva dell’autore del post. I giovani che hanno applaudito sono chiunque. Mi spiego non hanno responsabilità dirette, perchè gli hanno infilato in testa proprio quel tipo di visione di Leadership. Non attribuisco colpe ai giovani, mentre sono molto meno indulgente verso programmi e professori che insegnano ed infondono metodologie non più in linea con l’oggi. Intendiamoci l’industria o l’era industriale è stata molto importante, sostanzialmente per noi ha rappresentato l’emancipazione dallo stato di natura, ha dato molto a tutti. Ha dato tanto a tutti e l’università non ha fatto altro che adeguarsi a questo tipo di economia sfornando persone che erano destinate per quel tipo di economia e industria. Certo quel tipo di industria è ancora in parte presente, ma è sempre meno protagonista ed evidenzia tutte le sue contraddizioni per esempio in rapporto con la Natura, scaricando sulle generazioni future la risoluzione di ogni disastro sull’ambiente. Oggi quel modo di produrre e di vivere, pensare l’impresa intendendo gli stili di Management hanno finito il loro scopo non servono più. Purtroppo l’alternativa non è ancora chiara, è incerta perchè si fà una gran fatica a trovare una nuova conoscenza da utilizzare per creare nuovi modelli organizzativi ma anche nuovi prodotti e servizi radicalmente diversi dal passato. Io attribuisco questa difficoltà nel cercare nuova conoscenza organizzativa al fatto che da sempre imprese e manager sono stati abituati a non considerare rilevanti i contributi derivanti da altri ambiti scientifici come le scienze umane e poi da sempre, si sono circondati da una retorica elitaria, hanno privilegiato -l’esperienza- e -l’appartenenza- quali strumenti di costruzione sociale. E’ una visione per pochi, nel migliore dei casi specialistica, ma sostanzialmente elitaria e quindi povera ed arretrata non più utile a produrre nulla. Mi viene in mente il titolo di un fumetto – Salvateci per favore grazie (Gruppo TNT Alan Ford)

Lascia un commento