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L’identità, il mondo del Lavoro e quello dei PUFFI. FiordiRisorse e The Work Style Magazine per “Immaginare l’identità del lavoro del futuro”

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Come rappresentante FdR ho partecipato al workshop esperienziale su Identità e lavoro organizzato dal magazine Work Style martedì 12 aprile a Milano.

“L’identità della persona e l’identità del lavoro. […] Superare lo statuto di “numero” per essere considerati all’interno dell’impresa un “soggetto”. Parecchio lo scetticismo. Forte l’impegno richiesto alle imprese per “dare una svolta” al ruolo di identificazione delle persone che lavorano. L’identità prospettata viene raccontata in modo limpido dai partecipanti che desiderano per il futuro lavorare in aziende che li considerino maggiormente anche dal profilo personale oltre che di ruolo”. Rosario Imperiali

IT e nuove tecnologie, social network e gruppi virtuali distribuiti, portano l’azienda a doversi confrontare in modo più attivo con i consumatori, che solo consumatori non posso più essere considerati. Questo, grazie a social network e nuovi strumenti è diventato non solo possibile ma necessario se l’azienda vuole mantenere un reale vantaggio competitivo ed essere sicura di definire la sua offerta sulla base di un reale bisogno del suo target di riferimento.

Allo stesso modo, lo sviluppo positivo dell’identità di ognuno dei sui membri, diventa così il modello più adeguato per massimizzare il livello di competitività d’impresa, garantendole così di raggiungere il massimo livello di competitività possibile.

Questi i temi approfonditi durante il talk, che proponeva un modello nuovo di impresa come struttura organizzativa capace di valorizzare i suoi membri non solo come “entità produttive” ma come soggetti attivi. Lo sviluppo dell’identità dei suoi membri diventa uno degli obiettivi dell’impresa di oggi, che solo così può garantire un reale “engagement”, una forte motivazione al lavoro ed al raggiungimento degli obiettivi.

Lo sviluppo positivo dell’identità di ognuno dei suoi membri, diventa così il modello più adeguato per massimizzare il livello di competitività d’impresa.

Bello, bello davvero, soltanto che mi tornano in mente i miei amici di New York, quando 10 anni fa mi dicevano che ero un sognatore che non si voleva confrontare con il mondo reale. Dicevano: “tu non vedi le cose come stanno, vuoi vivere nel mondo dei Puffi Max!”.

Ora, senza nulla togliere ai Puffi a cui sono molto grato per aver allietato i miei pomeriggi infantili, come rappresentante di FdR al talk mi sono permesso di proporre una serie di riflessioni secondo me importanti.

Sicuramente le nuove tecnologie stanno alterando gli equilibri di potere tra impresa e cliente, sicuramente il coinvolgimento e l’entusiasmo sul lavoro sono sempre più richiesti e considerati come un forte valore aggiunto da alcune imprese (poche in Italia, di più altrove). Tutti questi sono fattori molto positivi.

Tutto quanto sopra però inizia ad essere vero per i vertici aziendali, per chi definisce le strategie, per chi è responsabile della parte più creativa della definizione di prodotto/servizio. L’impresa però non è fatta solo di questo, anzi questi sono comparti che, dal punto di vista “numerico”, normalmente hanno un impatto minimo sul totale delle risorse aziendali.

Cosa racconteremo allora a tutti gli altri, quelli che si limitano a girare le viti o pulire gli uffici? Che devono farlo in modo creativo? Che l’impresa crede nella piena realizzazione della loro identità di individui?

Non dimentichiamoci mai che l’impresa nasce fondamentalmente come struttura di controllo, con obiettivi definiti, per il raggiungimento dei quali “utilizza” persone.

2 Commenti

  1. Ogni lavoro in Azienda ha la sua dignità. Quelli che girano le viti probabilmente non hanno bisogno di farlo in modo creativo ma se li valorizziamo semplicemente dicendo che quello che fanno è importante al pari di quelli che svolgono il loro lavoro in posizioni più ‘creative’, avremo riconosciuto la loro identità all’interno dell’Azienda. Purtroppo, la complessità organizzativa non permette facilmente che i livelli di una struttura si incontrino mai. Andate a vedere alla C.ni e vi renderete conto che ‘massacro’ motivazionale esiste all’interno delle linee produttive senza nessuna possibilità di recupero.

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