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Mercato Centrale di Firenze: opportunità di lavoro e di filiera

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Il Mercato Centrale di Firenze è una struttura che meriterebbe quanto meno l’attenzione che è stata data ai grandi eventi agroalimentari dello scorso anno. Un recupero industriale prima e culturale poi, che rappresenta oggi a Firenze un modello quasi unico. “Quasi”, poiché la società di gestione del MCF (Mercato Centrale di Firenze) ha già operato nuove aperture (Roma Termini e prossimamente una seconda location a Firenze) ha un piano di sviluppo di tutto rispetto che prevede una grande operazione comunicativa e di assunzioni.

FiordiRisorse ha particolarmente a cuore questa struttura per due motivi: il primo è legato al Responsabile delle Risorse Umane, Luca Battistini, co-promotore della prima ora di FiordiRisorse insieme a Osvaldo Danzi, nonché past-president. Il secondo motivo è legato al fatto che abbiamo scelto il MCF come sede del MUSTer in un modulo tutto legato alla cultura e alla comunicazione del food, previsto per il 27 gennaio.

Pertanto, abbiamo deciso di fare alcune domande ai manager del MCF per capire lo sviluppo di questa struttura.

Iniziamo da Valentina Fioravanti dell’Ufficio Marketing dei Mercati Centrali, che risponde alle prime due domande di questa intervista al team di Umberto Montano e del figlio Domenico che hanno recuperato il Mercato Centrale di Firenze nello storico quartiere di San Lorenzo e, da pochi mesi, anche replicato il modello di impresa dentro la Stazione Termini di Roma.

La forte crisi occupazionale lascia sempre margini di scetticismo davanti a grandi operazioni occupazionali, tema su cui Senza Filtro è sempre sensibile per raccontare anche i dietro le quinte degli imprenditori e dei brand che cercano risorse. Quale pensiero c’è, quindi, a sorreggere il progetto del Mercato Centrale di Firenze e a renderlo pertanto credibile?

“Il Mercato Centrale Firenze dà corpo a una visione quanto mai attuale e necessaria: ripopolare un’area importantissima e vitale del centro storico con un sistema di botteghe di nuova concezione, pensato per restituire centralità agli artigiani del gusto. Lo spirito del Mercato Centrale si sintonizza quindi con la crescente domanda di conoscenza, informazione e intrattenimento intorno all’universo del cibo e del mangiar sano attraverso una gamma di servizi e attività collaterali destinati al pubblico, risultando credibile proprio per la sua volontà di raccontare ed essere trasparenti. Ogni artigiano coinvolto condivide un rigoroso disciplinare che, oltre a garantire l’eccellenza degli alimenti, la trasparenza, la tracciabilità, chiede a lui e ai suoi collaboratori il racconto e il trasferimento al pubblico di conoscenza e sapere. I laboratori delle botteghe sono tutti a vista per offrire al pubblico una testimonianza diretta delle diverse lavorazioni e della qualità dei prodotti in un’ottica scenografica e spettacolare. Gli elementi non strutturali dell’allestimento interno ed esterno diventano supporti di informazione e comunicazione per il pubblico, mettendo in primo piano dati e contenuti sugli artigiani, sul cibo e le filiere dei loro prodotti”.

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Il MCF, che ha da pochi mesi replicato la sua formula anche alla Stazione Termini di Roma, si sta evidenziando per una peculiarità di cui spesso si sente parlare senza contenuto e senza anima in ambito imprenditoriale italiano, vale a dire la “rete”. In che ruolo si trovano, rispetto al MCF, tutti i produttori che hanno la possibilità di lavorare e comunicare ispirati da una strategia e da una comunicazione condivisa?

Il Mercato Centrale funge da luogo di aggregazione di risorse, i produttori/artigiani, con l’obiettivo di valorizzarli al massimo. Le botteghe degli artigiani del gusto sono infatti il fulcro del Mercato Centrale, con la loro capacità di produzione, selezione, preparazione, somministrazione e vendita di prodotti secondo un modello condiviso.

Gli artigiani lavorano in forte sinergia, come in una grande famiglia, ispirati sicuramente da una strategia e da una comunicazione comune ma consapevoli anche di essere loro stessi i soggetti promotori e produttori di contenuti. Il loro coinvolgimento è massimo: si definiscono insieme i contenuti da comunicare e le campagne prodotto, giocando di squadra e con obiettivi comuni. Il Mercato Centrale in ogni sua attività pone gli artigiani al centro rendendoli sempre protagonisti. Per questo motivo il Mercato Centrale investe molto su un progetto educativo per le classi primarie fiorentine che prevede l’incontro diretto con gli artigiani ed un laboratorio mani in pasta con uno di loro. Solo in questo modo si può davvero mettere l’artigiano al centro, dandogli voce, favorendo il racconto e restituendo valore al rapporto personale artigiano-cliente che purtroppo con l’avvento della grande distribuzione stiamo perdendo”.

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Come si ricercano le giuste competenze per un progetto che, almeno visto da fuori, scardina le classiche logiche di un’impresa?

“Ricercare le giuste competenze è sempre cosa difficile per un selezionatore” – afferma Ilaria Bigliazzi, Responsabile dell’Area Formazione & Valutazione presso l’EBTT (Ente Bilaterale Turismo Toscana) – “soprattutto in un mercato come quello di oggi che è in continuo cambiamento e che richiede una grande adattabilità e capacità di vedere oltre, sfruttando anche le potenzialità, a maggior ragione nel settore del turismo in cui i servizi si hanno nel momento in cui si “consumano” e pertanto si ha qualità solo quando ad operare sono risorse professionali altamente qualificate.

Come Ebtt ci occupiamo di selezione dal 2000, e siamo specializzati nel settore turismo. Il nostro servizio è conosciuto in Toscana come incontro ed è visibile al sito turismolavoro.it. Per ricercare personale ci muoviamo sfruttando canali diversi: dai social (linkedin, twitter e facebook), al nostro portale Incontro ma anche attraverso una bacheca annunci che inviamo a tutte le nostre aziende e che si è rilevata importante perché il personale che opera nel turismo è spesso stagionale e pertanto inviare mail anche alle aziende permette di attivare un passaparola che raggiunge coloro che hanno già esperienza nel settore, la stampa tradizionale (Tirreno e Nazione) ed infine il canale degli stakeholder (associazioni, centri impiego ed Informagiovani) ai quali mandiamo i nostri annunci di lavoro.

Solitamente le aziende, come anche il Mercato Centrale, affidano a noi la prima parte della selezione a carattere “massivo” che va dalla promozione, alla registrazione dei cv e pre-selezione degli stessi per poi passare al colloquio che si ha direttamente con l’HR dell’azienda in cerca di personale. Nell’analisi dei curriculum poniamo particolare attenzione alle esperienze maturate se si tratta di persone già esperte mentre per i più giovani, spesso senza adeguata esperienza, ci concentriamo nel capire l’attitudine a iniziare un percorso professionale in questo settore che richiede non solo le canoniche competenze tecniche, ma anche una buona dose di adattabilità e proattività, poiché sono presenti ritmi di lavoro impegnativi, su turni, spostamenti personali anche repentini, nonché una innata predisposizione a lavorare relazionandosi continuamente con altre persone spesso e sovente di nazionalità e cultura diversa. Lavorare nel turismo significa, forse più che in altri contesti, lavorare in gruppo continuamente vendendo non un prodotto ma un servizio che è soprattutto un’esperienza”.

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Infine un’analisi occupazionale chiesta a Luca Battistini, Direttore HR dei Mercati Centrali.

Negli ultimi anni si parla spesso delle intrinseche difficoltà del mercato del lavoro per i profili giovani e con minore esperienza. Sinceramente: cosa penalizza i giovani nell’ottenere oggi un lavoro e, soprattutto, verso chi vi state aprendo con le vostre operazioni di selezione?

Non è facile rispondere a tale domanda senza entrare in stereotipi ormai abusati, anche impropriamente, del tipo: giovani “fannulloni”, giovani “Neet” tanto per citare alcuni sostantivi più usati. Né tanto meno sono un sociologo cultore della materia. Se invece volessi provare a trovare una risposta in qualità di gestore di risorse umane potrei suggerire una rapida riflessione su due tematiche non antitetiche ma, purtroppo, complementari; da un lato una peculiarità propriamente Italiana non è solo l’elevata disoccupazione giovanile, ma il divario fra disoccupati giovani ed adulti.

Il rapporto tra il livello di disoccupazione dei giovani e quello degli adulti è 4 in Italia (cioè per ogni disoccupato adulto ci sono 4 disoccupati giovani) contro il 2,4 della zona Euro, 1,4. Questa differenza si riscontra ovunque in Italia, sia al Nord sia al Sud. Questo rapporto è una misura di quanto il mercato del lavoro protegga chi un lavoro ce l’ha, cioè gli adulti, più il rapporto è elevato, più i giovani sono esclusi. In altre parole, il mercato del lavoro in Italia è molto più chiuso ai giovani che in altri Paesi europei e forse paradossalmente lo è di più al Nord che al Sud. Ne consegue che il mancato lavoro dei giovani non è solo un problema collegato specificamente al Mezzogiorno ma dipende da regole e istituzioni nazionali, che escludono i giovani sia a Napoli che a Torino che a Firenze.

L’altra osservazione invece è prettamente legata allo Skill – mismatch intesa come concausa di stagnazione del mercato del lavoro per i giovani, in pratica stiamo parlando del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro; ciò si verifica quando un lavoratore è sovra o sotto qualificato rispetto al lavoro che svolge. Se questa è la fotografia a livello nazionale, similare se non peggiore è la situazione che si presenta all’interno del comparto produttivo del Turismo e della relativa filiera. Si potrebbe anche obiettare che le aziende turistiche oggi non hanno grandi potenzialità di crescita e quindi occupazionali. Ma in realtà è un ragionamento quanto meno falsato, un circolo vizioso.

Se le imprese turistiche potessero avvalersi di forza lavoro adeguata sarebbero più produttive e quindi avrebbero più spazio per assumere. Ed è in tale ottica che vogliamo inserire il nostro modus operandi nella ricerca di personale per le nostre strutture cercando di scardinare, nel nostro piccolo ovviamente, questo status quo generalizzato. Impresa non semplice, ma realizzabile avendo, come lampada di Diogene nei processi di selezione, il concetto di “Persona” (un vero mantra per il sottoscritto); solo quando si lavora in un clima positivo, rispettando se stessi e le persone con cui e per cui si lavora, è molto più facile riuscire a dare il meglio e raggiungere gli obiettivi prefissati.

Al Mercato ogni persona è parte viva e attiva e condivide obiettivi, valori e modus operandi di questa grande realtà. Per questo l’impegno, la passione è una scelta naturale e non forzata, il lavoro scorre, si ha voglia di partecipare e crescere. E per far questo non sempre si necessita di un cv arricchito di esperienze. Nulla di più, nulla di meno. Pertanto ai giovani (ed anche ai meno giovani) dico: “Il successo è elementare, che fai ci provi ?”.

Per candidarsi, info sul sito di ECV Group

Per partecipare al modulo del MUSTer al Mercato Centrale di Firenze

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Noi di FiordiRisorse
https://news.fiordirisorse.eu/chi-siamo/

1 Commento

  1. Un forte legame con il territorio, e con le eccellenze dello stesso, contraddistingue il concept dei Mercati Centrali.

    Qualità, Passione, Divertimento, Rispetto, Sfida, sono le nostre parole chiave.

    Questo ci contraddistingue e questo ricerchiamo nei nuovi colleghi che vorranno collaborare con noi.

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