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Nobìlita è “restituzione”

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Anche quest’anno noi di Fior di Risorse siamo giunti a quello che si può considerare, per tanti motivi, il “giro di boa”.

A distanza di qualche giorno dall’evento più importante, NobìlitaFestival, sto tracciando un bilancio di cosa è stato fatto, arrivando alle conclusioni del percorso intrapreso.

È mia abitudine ritornare sui fatti appena conclusi, preferibilmente a mente fredda, rimettendo insieme le riflessioni che sono iniziate sin dal viaggio di ritorno in macchina.

Quest’anno è stato tutto diverso, ma non certo meno coinvolgente. Onestamente ho pensato molto, prima di dare la disponibilità in un momento così particolare, ma la voglia di svoltare, di ritrovarsi, non da incoscienti ma con le dovute precauzioni, ha vinto su ogni preoccupazione.

Proprio per questo ho riflettuto prima e dopo, ho pensato alle potenzialità che sono in ognuno di noi. I sogni non sono solo per i più giovani, ma anche per noi cosiddetti adulti, che troppo spesso rinunciamo ad inseguire le nostre aspirazioni. Tornato a casa ho ripercorso il giorno in cui ho deciso di entrare in FdR, scoperto proprio attraverso Nobìlita. Era un marzo di due anni fà, per puro caso mi sono imbattuto in questo evento e incuriosito ho seguito in streaming tutto il festival. Con un pizzico d’invidia mi domandavo chi fossero tutti quei ragazzi che avevano allestito e organizzato questa “due giorni” così intrigante. Oggi mi ritrovo catapultato dentro questa realtà che solo due anni e mezzo fa mi sembrava irraggiungibile.

Molti miei colleghi erano al festival come uditori. Magari qualcuno starà pensando se per me sia proprio necessario dedicare del tempo a questa community e che cosa mi dia. Qualcuno ha giudicato questo come volontariato, il volontariato lo si fa senza fini ultimi, senza un ritorno, in FDR il ritorno c’è, più di quanto uno possa immaginarsi.

Dopo due anni e mezzo di incontri, formazione e crescita professionale sono convinto di avere degli obblighi, non tanto verso la community ma verso le persone con le quali mi trovo quotidianamente ad interagire, che siano colleghi, collaboratori, clienti o fornitori. Nei loro confronti mi sento in dovere di restituire tutto quello che ho ricevuto.

Purtroppo, pensiamo troppo, specialmente in ambito lavorativo, a compiere azioni con il solo scopo di ottenere nell’immediato un riscontro economico. Non voglio scadere nell’ipocrisia, nessuno fa qualcosa per niente, neanche io, ma dovremmo essere un po’ più onesti e analizzare bene le implicazioni di un impegno come questo.

In questa riflessione cerco di spiegare bene a chi non ha capito che cosa sto facendo e i motivi che mi spingono a farlo.

Non ho mai fatto le cose per seguire le mode o il trend del momento, in ambito lavorativo, e sono proprio orgoglioso di essere stato presente al festival non in giacca e cravatta, il simbolo che identifica chi fa il mio mestiere, ma in t-shirt con la scritta “Staff”.

Non improvviso nulla nella vita, per indole e per carattere ho la tendenza a valutare molto attentamente le mie azioni, devo capire cosa sto facendo, cosa ho fatto e cosa farò, devo comprenderlo a pieno, sono fatto così. Non è un caso che io abbia scelto il righello come oggetto che mi rappresenta (per la foto da inserire nel sito FdR), perché il righello ci permette di tracciare linee dritte e sempre misurabili. Mentre le tracciamo vediamo i centimetri che ci separano dai nostri obiettivi, dove siamo e il punto che vogliamo raggiungere, roba da pignoli. Sono un pignolo, se non si fosse capito, devo pianificare tutto e non faccio niente per caso.

In tutti questi anni non ho trovato stimoli al di fuori della nostra realtà lavorativa, non avendo una bella opinione di tutti i centri di potere del nostro mestiere, associazioni di categoria, ordini professionali, tutti attori che non hanno mai avuto veramente a cuore i reali bisogni delle aziende e di chi ci lavora.

Oggi posso dire che con FdR sono ulteriormente cresciuto, sia professionalmente che imprenditorialmente. Ho conosciuto persone con le quali mi sono confrontato, che mi hanno ispirato e al contempo che mi hanno formato, in modo non convenzionale. Un apprendimento fuori dagli schemi, vivo, reale, efficace. Una realtà che mi ha rapito e nella quale mi sono pienamente buttato, riconoscendone tutti i meriti e le potenzialità.

Cosa ho fatto a questo Nobìlita 2020?

Sono abituato ad essere un direttore d’orchestra (metafora suggerita dall’amica Eura), ma in questo caso sono entrato in un coro che funzionava già molto bene, un coro di professionisti, al quale ho semplicemente aggiunto la mia voce. Il clima della community crea lo spazio necessario a introdurre sempre nuovi elementi per tutti. Ognuno esalta la posizione dell’altro a prescindere da quello che fa. Non è un posto per presuntuosi, tutti fanno qualcosa di importante e non per essere importanti.

È stato per me affascinante poter parlare con tante persone a Nobìlita come si parla con amici di vecchia data, nonostante molti di loro li avessi conosciuti solo tramite social, ho creato davvero un bel rapporto con tutti, rapporto che è maturato durante questi anni e dal quale ne sono uscito umanamente più ricco. Sotto gli occhi vigili di Osvaldo ho dovuto gestire un’inaspettata “notorietà”, mio malgrado, in quanto le persone mi cercavano con mia grande sorpresa, nonostante avessi detto a molti di loro: ci vediamo a nobilita e li faremo due chiacchere. Questo è motivo di orgoglio, in quanto mi fa intendere che tutto il lavoro svolto e la passione sono arrivate in modo sano agli avventori incontrati a Nobìlità. Un rapporto instaurato sulla semplicità, che abbatte le barriere e permette a tutti di sentirsi a casa come mi sono sentito quando, ironizzando, ho detto a Osvaldo che qui faccio tutto io.

FdR è un’importante rete di persone che con i suoi eventi mi ha trasmesso profondi valori di etica, di attenzione e cura per il territorio, infatti, l’Academy dello Studio non è altro che il risultato tangibile di questa importante lezione che ho imparato, ovvero fare tesoro di ciò che si apprende dal mondo esterno per poi restituire tale ricchezza al proprio territorio.

Che questa community era qualcosa di magico l’ho capito dopo pochi mesi, quando a sorpresa ho ricevuto l’OscarRafone, assegnatomi per la capacita di riportare offline l’online, da ciò ho percepito una vicinanza che solo chi ti conosce da una vita può darti. Io non posso per mia indole restare indifferente alle persone nel loro complesso, ho bisogno di incontrarle di parlarci e di guardarle negli occhi, è proprio questa mia propensione a farmi pensare che questo non sarà altro che l’inizio di una bella storia.

#NobilìtaFestival 2020

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