News

Non è così difficile essere "etici". La scelta coraggiosa di un imprenditore toscano.

7 commenti846 visite

Si chiama Valerio Morellato, è un giovane ingegnere nonchè l’imprenditore di Morellato Energia, una piccola azienda pisana, in cassa integrazione, che ha saputo dire di no ad una commessa Finmeccanica.

Quella commessa, probabilmente gli avrebbe fatto guadagnare quel tanto di ossigeno utile per permettergli di salvaguardare la situazione di una piccola parte dei suoi dipendenti.

Ma sono proprio questi che hanno aperto una discussione interna all’azienda, opponendosi alla collaborazione con Finmeccanica per la produzione di siluri subacquei indirizzati a qualche guerra fra le migliaia in corso sul nostro pianeta. E insieme, i lavoratori dell’azienda hanno detto no.

Parte quindi una mail molto cortese, ma diretta e di grande carattere: ..”pur essendo “consapevoli che il nostro contributo alla realizzazione della struttura militare sarebbe stato marginale e certamente ci sarà un’altra azienda che ci sostituirà, […] non ce la sentiamo di mettere le nostre competenze al servizio di un’opera che potrà sviluppare tecnologia bellica […]”.

Per noi, una storia di grande coraggio ma soprattutto un insegnamento non solo di principi e valori di etica ed economia solidale, ma anche di leadership, laddove oggi, molti imprenditori, non hanno il coraggio di farsi valere nei confronti di grosse aziende (pensate per esempio al debito della Pubblica Amministrazione..) per paura di perdere “possibili” “futuri” business costringendoli a sceglere fra necessità e coerenza.

Con Nicola Grande di Videodimpresa abbiamo intervistato Valerio. Potete vedere il video qui e farvi un’idea. E magari condividerla con noi.

7 Commenti

  1. Quel “niente” alla fine dell’intervista e quel sorriso semplice, quasi disarmante hanno una forza incredibile.

    Tu rimani lì a guardare mezzo frastornato.. pensando.. queste sono le persone in grado di fare la differenza.

    Per una che pensa così ce ne saranno centinaia, migliaia che a testa china tengono a bada la loro coscenza, autogiustficiando le proprie decisioni non etiche con esigenze di bilancio.

    Ma a lui non frega nulla. Anzi vorrebbe contaminare tutti.Che carattere; che entusiamo. Credo sia la forza che viene dal sapere che quella è la decisione giusta.

    E’ possibile cambiare il mondo; è realmente possibile.

    Una gigantesca boccata di aria fresca in questo periodo asfissiante è proprio quel che occorre.

    Grazie. Di cuore.

  2. Mah. Mi permetto di essere dubbioso. Prima di tutto non capisco cosa c’entri il coraggio di esigere i pagamenti, cosa sacrosanta e che e’ un’abitudine che abbiamo perso in Italia, con l’idea di rifiutare una commessa a Finmeccanica perche’ probabilmente legata (marginalmente) ad ordigni bellici. Poi, trovo questa etica curiosa. Finmeccanica e’ una azienda coinvolta in tangenti e corruzione, con un management diciamo discutibile. Se invece che una commessa per un siluri fosse stata una commessa per turbine per aerei civili, accettarla sarebbe stato etico, visto il committente?

  3. ma infatti, Luca. sono perfettamente in linea con te.
    Il punto è che le aziende stanno soffocando anche perchè (al di là del successo che potrebbero più o meno avere nell’operazione), pur di non creare “malumore” ad una PA che ha richiesta servizi e prodotti senza pagare, si evita di andare davanti ad un giudice ad esigere quel credito (a maggior ragione adesso che per legge bisogna pagare in 30 giorni!). Come se quel tipo di cliente potesse garantire un futuro di chissà quale valore! Se fosse un cliente privato, non ci avremmo pensato due volte a trascinarlo in Tribunale o a chiudere i rubinetti. Chissà perchè nei confronti della PA e delle Istituzioni si usino i guanti bianchi..
    In merito all’etica vs. business, in questo caso Finmeccanica, OLTRE ad essere un’industria bellica (e non marginalmente, visto che in Finanziaria sono stati approvati per l’ennesimo anno consecutivo il rifinanziamento per F24, elicotteri, e portaerei TUTTI costruiti da aziende del Gruppo) è anche un’azienda in cui dilaga corruzione (l’ultimo caso è salito alle croache proprio ieri, coinvolgendo fra gli altri il “vice-ministro all’ambiente – area “tecnici ed esperti” di cui fa parte anche la Fornero e Clini – Malinconico. Di nome e di fatto).
    Ma perdonami però, on mi è chiara la tua obiezione. Morellato ha detto no a un’azienda che gli ha chiesto di partecipare alla produzione di ordigni bellici, non a Finmeccanica in quanto Finmeccanica.

  4. La mia obiezione non è relativa alla scelta di non partecipare a forniture militari: sono scelte etiche personali che hanno il mio rispetto. Avrei però trovato molto più straordinario ed ammirevole se Finmeccanica si fosse sentita dire “non lavoro con voi e per voi perché siete gestiti da manigoldi.” Questo sì sarebbe stato un segnale sensazionale inviato a questo paese.

  5. A me di questa intervista e soprattutto della vicenda ha colpito un altro aspetto.

    Mentre ascoltavo mi sono domandato come si sarebbe sentito l’imprenditore, che, evidentemente vuole fare azienda secondo i suoi principi e la sua visione, se l’azienda, nel su insieme, avesse fatto una scelta “pragmatica” indicando all’imprenditore di accettare la commessa. Chissà se si sarebbe ancora sentito in sintonia come pare essere con la sua azienda? Probabilmente non avrebbe causato nessun effetto immediato e avrebbe magari accettato la commessa per quello che percepisco dalle sue parole, ma chissà se in un futuro indefinito questo evento non avrebbe lavorato come un tarlo nella mente e avrebbe tentennato nel fare quello sforzo in più, nell’investire quell’euro in più, nel rischiare quel qualcosa in più, nel proporre con umile orgoglio la sua visione del mondo ai suoi clienti, fornitori ecc. al mondo insomma o non avrebbe avuto un’incertezza, un tentennamento, una insicurezza che lo avrebbe fatto magari desistere pensando che in fondo non ne valesse poi così la pena e che la sua creatura non era proprio venuta su come desiderava un po’ come un figlio che non rispecchia le aspirazioni di un genitore…che si ama comunque ma con qualche amarezza e qualche, magari inconffessabile, delusione. Quanto “PIL” vale tutto questo?

  6. Non si lavora solo per denaro. Purtroppo l’etica ed il coraggio di affrontare le incertezze restano ancora doti poco conosciute.
    @alessandro: se non avesse imposto le sue convinzioni si sarebbe sentito amareggiato e deluso per il resto della vita, pur continuando ad amare il figlio. E anche se le avesse imposte!

  7. Al di là della identificazione della ditta committente, Finmeccanica o Pappagoci & Figli, quello che conta è il coraggio di una scelta, di una decisione destinata ad influire su tante famiglie…………
    E visti i tempi che stiamo vivendo mi congratulo con Valerio.

    Io, prosaicamente parlando, sarei stato molto più vigliacco.

Lascia un commento