Olivetti, di persona.
La full immersion ad Ivrea ha lasciato l’amaro in bocca a molti di noi.
Abbiamo visto come l’innovazione e la voglia di trovare una “terza via” ai modelli presenti in quel periodo ha portato a grandissimi risultati, che oggi sono visti come novità.
Già nel 1970 si parlava di benessere in azienda, di work-life balance e di persone al centro. Al di là delle vicissitudini che hanno portato alla quasi scomparsa di Olivetti, relegata ad essere un brand di TIM, la storia che abbiamo ascoltato nelle due giornate del MUSTer di FiordiRisorse nei capannoni dove è nato il mito olivettiano, ci insegnano che i valori sono alla base del successo di una realtà imprenditoriale.
Bruno Lamborghini e Norberto Patrignani ci hanno fatto vivere la loro esperienza in Olivetti, ci hanno raccontato la storia di questo posto attraverso aneddoti ed esempi della cultura che Camillo prima e poi Adriano hanno creato in azienda. Si, perché il loro esempio è stato di ispirazione a chi arrivava dopo. Traspare la voglia di innovare non solo nella produzione delle macchine da scrivere con le quali hanno iniziato l’avventura, ma soprattutto nell’approccio verso i loro collaboratori, consapevoli dell’importanza di creare un gruppo di lavoro coeso, che condividesse la loro visione.
Visione trasformata in azioni concrete.
“Non si sono limitati a creare questa visione, hanno agito di conseguenza.”
Bruno Lamborghini.
Questa concretezza ha portato alla creazione ed implementazione di un modello di business diverso da quello esistente all’epoca: un fordismo dolce, dove la produttività della persona in fabbrica era arricchita da momenti culturali e di divertimento, da rispetto e uguaglianza.
Perché anche l’ultimo degli operai può portare innovazione, se ha il tempo di pensare, di svagare, di creare. In altre parole, coniugare tecnologia e umanesimo.
Se dovessi sintetizzare i valori che Olivetti ha tramandato, punterei al concetto di comunità della fabbrica olivettiana, dove al centro stanno le persone, le singole persone.
Nel concetto di comunità trovo gli aspetti di crescita, di apprendimento continuo, di ecosistema, di reinvestimento nel territorio. Mentre nel concetto di singole persone, percepisco l’interesse nella persona nella sua totalità, dell’interesse nella crescita personale e nello sviluppo professionale, della libertà, perché non siamo il lavoro che facciamo.
“Portiamo i valori olivettiani al presente e futuro, rivisitandoli.”
Norberto Patrignani