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Orienta – Menti: Come creare il nostro "Piano B"

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Ogni volta che abbiamo un problema ci rivolgiamo a un qualche consulente, esperto, professionista.

Partendo dal presupposto che nessun campo della nostra vita è troppo lontano dal “tiro mancino della sorte “, cerchiamo di placare la nostra continua ansia cercando risposte,risposte possibilmente consolatorie e emollienti.

Insignificante per noi quel lancinante monito di provenienza oraziana:

Tu ne quaesieris (scire nefas) quem mihi, quem tibi finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Ut melius quidquid erit pati, seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare Tyrrhenum: sapias, vina liques et spatio brevi
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero


Tu non chiedere mai (che non si può) qual destino gli dèi abbian pronto per me, per te, Leucònoe, né ti curar di oroscopi
babilonesi. Meglio, quel che verrà, prender così com’è. Se molti inverni dio ci darà, o sarà questo l’ultimo
che spumeggiante scaglia il Tirreno contro le rupi a infrangersi: metti giudizio, mescimi vino, le tue speranze regola
giorno per giorno. Mentre parliamo, l’ora è già scorsa rapida. Cogli il tuo tempo; meno che puoi fìdati del domani.

Orazio nella sua grandezza ci regala un grande, piccolo consiglio.

La salute, gli Affari, le questioni Legali, le problematiche legate alle varie implicazioni sentimentali delle quali siamo protagonisti, tutto…tutto….cerchiamo risposta a tutto. Ed ecco comparire ogni volta la risposta esperta, il passaparola sullo specialista più efficace.

Esiste però una rilevante area della nostra esistenza nella quale ognuno di noi cerca di fare “per proprio conto”,ognuno di noi pensa di avere sempre la soluzione migliore e più intelligente da solo. Incredibile, ma per la parte che riguarda mediamente 1/3 esatto delle nostre giornate e della nostra vita, ci affidiamo soltanto al nostro intuito.

In Italia generalmente quando si parla di LAVORO, nessuno pensa di affidarsi ai consigli di un professionista..

Corriamo da chiunque, maghi e illusionisti compresi, ma da uno specialista che ci organizza un piano di carriera credibile, no, e non si capisce neanche perché si dovrebbe farlo. In effetti, il LAVORO comunque inteso ( da soli, in autonomia, in compagnia, in azienda, in associazione, flessibile, ripartito,in casa…..) è uno dei fatti sociali maggiormente rilevanti per noi tutti.

La maggiore parte degli italiani non cambia lavoro per tutto l’intero percorso di vita, pensate che qualcuno abbia chiesto a qualcun altro se quello che sta facendo è realmente adatto alle sue capacità,aspettative,concrete prospettive ?

Spesso cambia la formula del lavoro ma non il lavoro stesso, quanta soddisfazione nel canuto professionista che vi dice, malcelando un delirante livello di autostima, “sono 37 anni che faccio queste cose !”. La domanda che dovrebbe seguire è “ ha mai pensato di poter fare altro ? “, ” le sue competenze sono in linea con quello che oggi il labour market chiede a professionisti come lei ?” quando mi sento rispondere “penso di si, la mia carriera lo dimostra” non resisto e domando “ Quali sono le competenze tecniche che oggi il mercato chiede per una professione come la sua ? “ quasi sempre mi sento rispondere cose non troppo pertinenti, il che significa una cosa soltanto lavorando si perde il contatto con il mondo del lavoro inteso come universo di professioni e mestieri, non ci si interessa di che cosa deve conoscere oggi un Direttore del Personale per essere appealing .Ci porta via troppo tempo sopravvivere nella nostra azienda, una visione estremamente concreta e realistica ma ……che cosa succede se, come sta succedendo adesso in troppe situazioni, quella azienda e quindi quella situazione specifica cessano di esistere…in tempi ormai anche molto rapidi!

La questione si complica alla domanda “ Che cosa potrebbe fare per vivere se divenisse impossibile svolgere la sua professione ? “, sorriso, irritazione che in un crescendo rossiniano arriva fino al vero e proprio livore nei confronti del saccente selezionatore.

E’ così che nella prima telefonata post colloquio il canuto campione di esperienza dirà alla moglie “ Ho incontrato un tale cretino che non sapeva nulla del mio mestiere e mi ha fatto domande inutile,da professorino di psicologia!!!”. Ma poi ……..si finisce sul mercato e dopo qualche goffo tentativo di crearsi artigianalmente contatti, si comincia a inveire contro il destino cinico e baro , contro gli ex amici che nel momento del bisogno si dimenticano di noi, contro tutto e contro tutti.

Pensiamo alla scelta del percorso universitario, davanti ad un tale mastodontico investimento ci aspetteremmo di trovare torme di genitori assetati di certezze,interrogare barbuti consulenti, in attesa,tremebonda………No, gli italiani se hanno la fortuna di provenire da una famiglia di laureati,quasi sempre proseguono le inclinazioni paterne o materne ( maggiormente nell’ambito delle professioni liberali ), altrimenti si affidano alla voce di “dentro”.

Bene la mia voce di dentro 22 anni fa ( non essendo io “nobili origini natu” ) mi fece scegliere Lettere, allora non era un grande problema perché ero convinto che di lì a poco ci sarebbe stata la rivoluzione comunista, pertanto trovavo perfettamente inutile preoccuparmi della tanto paventata “disoccupazione” , era nella mia testa di allora obiettivamente un problema minore. Le cose sono andate in maniera molto diversa,l’unica cosa che è successa realmente è che io mi sono laureato in Lettere.

Ho trovato casualmente un lavoro, rispondendo ad una inserzione di un head hunter che aveva l’immenso pregio, per me giovane idealista di allora, di cercare LAUREATI, INCREDIBILMENTE non specificavano la laurea! Era la mia grande occasione, partecipai ad una lunga selezione e fui assunto.

Il Direttore del Personale, di una grande azienda della GDO, mi disse che però….con quella Laurea non potevo che occuparmi di Risorse Umane.

Dal momento che cominciavo a dubitare già allora degli esiti della imminente rivoluzione socialista,accettai. Il sol dell’avvenire ( per fortuna ) non è mai arrivato…….ed io ho trovato un lavoro. Potrei dirvi che sognavo di notte di occuparmi di Risorse Umane, facendomi trovare ancora sveglio alle prime luci dell’alba imploravo pietà e chiedevo soltanto di…….occuparmi di Risorse UMANE.

Invece è stato tutto casuale,troppo casuale.

E’ andata realmente così!!

Mi occupo di Selezione del Personale da quanto basta per capire che , oggi, il mercato del lavoro non consente queste improvvisazioni !

Trova chi sa che cosa cerca e …particolare non trascurabile chi…… sa cercare !

1 Commento

  1. ho letto con particolare trasporto questo post molto interessate, personale ed oggettivo. Ho capito che il libro consigliato si sposa benissimo con quanto scritto, e che solo noi siamo gli artefici del nostro futuro/destino. Ma è sempre cosi? Condivido pienamente l’analisi fatta sul modo “artigianale” di trovare lavoro ma ancor di più la mancanza di umiltà nel farsi un’esame di coscienza sulle reali competenze di ciascuno. Grazie e buon lavoro. Dante

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