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Professioniste del Terzo Millennio: "Ma il colloquio lo devo fare con Lei?"

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Vorrei partire proprio da questa frase, utilizzata da Rossella Molinari, Hr Manager di Unicoop Firenze (nonchè operativa nel Board di FdR), come titolo della sua presentazione all’incontro organizzato ieri da Meeting Professional International in partnership con FdR, per fare il punto su un argomento che ancora sembra molto attuale.

Mi piacerebbe sviluppare su questa piattaforma una condivisione sulle differenze di genere che ancora, nonostante le leggi e le norme sulle pari opportunità (di sesso, di età) sembra, come dice Rossella nella sua presentazione, essere ancora una leva per gli stereotipi e i pregiudizi in fase di selezione.

Pertanto, senza scadere nel consueto vituperio sterile nei confronti dei selezionatori (per poi scoprire che anche i candidati hanno la loro buona dose di “colpe”!!), mi piacerebbe sentire opinioni e casi reali in cui questa parità è effettivamente rispettata (donne che ricoprono incarichi importanti – “nella mia azienda c’è una signora..”. – piuttosto di assunzioni di candidati over 50 per posizioni strategiche – “io ho assunto un …” o di categorie protette che non necessariamente siano relegate ai centralini “il mio capo ha un handicap così..”) – piuttosto che ammettere, purtroppo, che in Italia siamo ancora molto indietro.

2 Commenti

  1. sono proprio curiosa di leggere i commenti, e gli esempi di buone pratiche – come imprenditrice e come rappresentante istituzionale presso organismi dedicati alle pari opportunità e all’imprenditoria femminile, mi trovo quasi sempre a dover constatare le difficoltà e le discriminazioni, a sostenere e valorizzare, invece che a semplicemente pensare a quanto di buono è stato fatto. Naturalmente guardando all’interno del nostro Bel Paese. Una discussione utile per tutti, grazie per averla avviata, poi magari interverrò in seguito.

  2. Non vorrei sviolinare le donne, tuttavia nella mia famiglia ho:
    – una madre di successo
    – una moglie di successo
    – una figlia di successo.
    Anche nelle mie esperienze lavorative, tutte le volte che mi è stato concesso di esprimermi, ed esprimendomi di raggiungere il successo, le referenti erano donne; non donne qualunque ma donne forti, libere, indipendenti. Donne con i pantaloni.
    Mi sono spesso chiesto il perchè.
    Un tentativo di risposta è l’atteggiamento.
    L’atteggiamento “maieutico” mi è molto più congegnale rispetto all’atteggiamento voglio-posso-comando di certi maschi (non di tutti). Viene dato per scontato che l’uomo “non deve chiedere, mai”.
    In secondo luogo, si è sempre trattato di donne che sanno cos’è la vita, quella reale, non quella delle bambole, dei film o dei reality.
    In terzo luogo, quando dovevano riconoscere un merito, lo facevano. E, francamente, è bello sentirsi apprezzati, non con sviolinate senza senso, o per raggiungere uno scopo, ma motivate.
    Il complimento più bello me lo ha fatto una manager di una società con cui non collaboro più: “Quando vengo da te, imparo sempre qualcosa”.
    Me l’avrebbe mai detto, un maschio?
    Con Affetto
    Graziano

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