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Sciacalli o Innovatori? Farsi pagare per un colloquio di lavoro

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Si chiama Proto Consulting, l’azienda intervistata oggi dal Corsera (http://www.corriere.it/economia/11_agosto_11/proto-consulting-colloqui-pagamento_86e318f2-c42a-11e0-9d94-686c787ab248.shtml) ma potrebbe chiamarsi in mille altri modi. Negli ultimi due anni le segnalazioni a riguardo di chi attrae i candidati con l’esca di un nuovo lavoro per poi chiedere soldi per altri servizi, sono aumentati a dismisura.
Ma questo signore, Alessandro Proto, ha fatto una scelta strategica (che probabilmente è ancora fuori legge, se qualcuno nel frattempo non l’ha aggiornata): si fa pagare dai candidati.
Siccome ne ha troppi ed è infastidito da tutti i cv che riceve, la sua “prima scrematura” la fa a pagamento.
Dobbiamo essere davvero rimasti in tre o quattro imbecilli a smazzarci centinaia di cv per ottenere una misera short list gratuitamente!
Da parte mia sono contento di due cose in particolare: che come sempre questi begli esempi svengano sempre dallo stesso posto, e che in FdR i recruiters non sono solo “filtrati all’entrata” o espulsi in caso di segnalazioni di scorrettezza, ma supportano le nostre attività, dando anche un forte carattere sociale in un momento davvero difficile come questo.
L’invito è quello di non rispondere alle inserzioni di Proto, nè tantomeno assegnargli dei mandati, dal momento che è così oberato di lavoro da dover scremare a pagamento,
A seconda è di andare sulla pagina del Corriere, che ancora una volta si distingue per perspicacia e perdere dieci minuti per registrarsi, lasciando un amichevole messaggio al sig. Proto, sperando che una volta tanto l’Associazione di riferimento, Assores, faccia qualcosa.

20 Commenti

  1. Non mi stupisco dell’esistenza di simili soggetti, nè di persone, spesso in difficoltà, che paghino per cercare un posto di lavoro. Rimango piuttosto deluso che certe notizie appaiono su un giornale come il Corsera.

  2. NO COMMENT !!!!

    sinceramente non ho parole se non insulti
    ma questo mondo sta dando segnali del fatto
    che non esiste piu’ il buon senso!!!!
    ma solo il “business”

  3. Alessandro Proto. si crede un protopioniere e invece è un protozoo, perché la bastardaggine ce l’abbiamo tutti alla nascita, la differenza è che molti di noi ancora aspirano ad evolversi dallo stadio primordiale. Qualcuno, invece, non si vergogna, o forse non percepisce (il che è significativo)la rozzezza delle proprie azioni. Del resto il disastro morale cui assistiamo tutti i giorni, anche solo in tv, non poteva e non può che condurre a questo.

  4. c’è qualcosa di strano… La società è svizzera, e dl sito sembra un’immobiliare… Per il resto il mercato è strano, e anche se nessuno è obbligato a risponder agli annunci di Proto, mi sa che qualcuno attirato dalla minore concorrwnza nella selezione potrebbe esserci…

  5. Purtroppo persone disperate in cerca di lavoro la “tangente” la prendono come un investimento. Qui c’è chi specula sulle disgrazie altrui per fare soldi.

  6. Torno sulla bontà e validità dei metodi FdR: scrematura all’ingresso, condivisione di valori, pulizie periodiche. Poi operazioni come la Bussola dei Manager hanno davvero un valore sociale e simbolico forte, fortissimo: l’aiuto alle persone, diretto o di indirizzo e la cementazione dei valori, di cui sopra.
    Scrivo questo primo commento senza informazioni aggiuntive sul sig. Proto: mi informo maggiormente e poi torno.

    Cave canem (mai appropriato come ‘stavolta),
    Giorgio

  7. Il sito del Corriere (http://www.corriere.it/dilatua/Primo_Piano/Economia/2011/08/11//proto-consulting-colloqui-pagamento_full.shtml) ha bloccato la possibilità di commentare dopo appena 39 commenti (lascio immaginare di quale tenore). Fra i vari commenti, un lettore fa notare che sarebbe bastata una ricerca su internet per conoscere il curriculum giudiziario del sig. Proto.
    Ancora una volta, una caduta di stile giornalistico del Corsera, che quando si tratta di parlare di lavoro sembra proprio non riuscire mai a inquadrare la visione giusta.
    Ricordo a questo proposito che è ancora aperta la raccolta firma contro gli editoriali di Job24 che promuovono offerte di lavoro fasulle. La trovate in home page.

  8. Vorrei “spezzare una lancia” per i recruiters: Proto non è un recruiter; è un avventuriero senza scrupoli, definito italo-svizzero, con sede della società a Milano e Lugano, ma che avrebbe la sede legale a Londra.
    Sulla pag. Fb di FdR ho messo il link ad un articolo, in cui si parla del suo tentativo di circuire Cairo (editore e presidente del Torino) per fare manovre poco chiare sulla squadra torinese, con il fondo Caronte (personaggio della mitologia classica che accompagnava le anime… all’inferno).
    I soldi chiesti per accedere al colloquio sono, semplicemente, una VERGOGNA, non un caso giornalistico!

    Cave canem (et nunc et semper)
    Giorgio

  9. Non mi sento di denigrare il corriere per questa notizia, anzi credo sia fondamentale che queste manovre vengano esposte il più possibile, estendo magari l’evidenza anche ad altri aspetti del recruiting che ho potuto constatare in molti anni di ricerca e contatti: agenzie di lavoro approssimate, colloqui superficiali tenuti da persone che non hanno la minima idea di cosa cercano o di cosa parlano, false agenzie che cercano solo dati sensibili, e così via. Purtroppo con il mercato del lavoro odierno non mi stupisco di certe bassezze. Anni fa si poteva forse pagare per avere un posto, oggi si paga per avere solo un colloquio… Che altro dire ?

    1. Sarebbe come dici tu, Gianfranco, se il Corsera, con la coda di paglia che lo contraddistingue tutte le volte che viene punto sul vivo (dovresti vedere che risposta ci ha dato in merito alla petizione che abbiamo lanciato proprio contro gli annunci di lavoro fasulli del Corsera..), non avesse bloccato il post dopo solo 39commenti negativi.
      Di fatto ancora una volta ill Corriere rivela di non conoscere l’argomento “selezione del personale”, ma soprattutto sta sposando una linea commerciale che non ci piace: dare spazio a fenomeni da baraccone che con il mondo del lavoro hanno poco a che fare.
      La tua considerazione sarebbe corretta se il Corriere avesse commentato minimamente l’articolo, dando quindi di fatto, una notizia. Invece, sento forte il sapore di marchetta pubblicitaria.

  10. “Pecunia non olet” ed i comportamenti di ordine squisitamente marchettaro di cui stiamo parlando mostrano ancora una volta come un onorato passato di serietà e correttezza possa finire nel cestino della carta straccia. Penso che molte grandi firme del giornalismo che hanno contribuito a costruire questo passato si stiano rivoltando nella tomba…
    Per tornare a Imbrogli & Imbroglioni, anche a me capitò, quasi vent’anni or sono, di imbattermi in questi venditori di fumo che a fronte di cifre non proprio modeste (allora 7/800.000 lire avevano il loro bel valore!), ti facevano un colloquio di profilatura e poi, in un secondo incontro, ti mostravano la lettera di presentazione ed il tuo profilo che avrebbero mandato a 250/500 indirizzi selezionati tra le famose “Aziende di Primaria Importanza” (ma senza dirti quali!). In caso di feedback ti avrebbero ricontattato per gestire incontro e redazione contratto.
    Quell’esperienza l’ho considerata come un training individuale sugli imbrogli che allignano nel mondo della selezione e sull’infima qualità (=galattica impreparazione) di una grossa fetta di coloro che vengono destinati a tenere colloqui di selezione, utilizzando spesso strumenti e tecniche arcaiche e/o inadeguate.

  11. Buongiorno, solitamente non rispondo ai blog o agli insulti che ci vengono rivolti come azienda e mi vengono rivolti personalmente, ma mi è stato segnalato il Vostro sito come un sito che cerca di distinguersi ( già il nome dovrebbe dare segnali evidenti ) e invece mi ritrovo gli stessi commenti rozzi che ritrovo nei peggiori blog. Tanto per cominciare il Corriere della sera ha pubblicato la notizia nella sezione economia e non nella sezione lavoro. Hanno bloccato i commenti perchè erano commenti del tutto fuori luogo e farciti di insulti gratuiti e senza senso ( un pò come i vostri ). In secondo luogo noi non siamo una Società di recruiting. L’iniziativa dei cento euro a colloquio era una provocazione. Se leggete bene l’articolo dice che è stata “provata” su 10 candidati di cui 5 hanno rifiutato, due sono stati scartati e 3 sono stati presi come collaboratori. E i due che sono stati scartati hanno ricevuto indietro i 100 euro. Terzo aspetto. Noi cerchiamo personale attraverso società specializzate in questo mestiere. Però capita molto spesso che ci arrivino delle autocandidature ( essendo ormai da un paio di anni su vari giornali che parlano di noi )alle quali abbiamo sempre risposto convocando anche solo ci scriveva dicendo “voglio lavorare per voi”, senza inviare CV o latro. Questo perchè so quanto sia difficile oggi trovare lavoro. Per 2 anni abbiamo ( io e i miei collaboratori ) visionato centinaia di autocandidati. Sfido chiunque a trovare una sola persona a cui sono stati chiesti 100 euro. I 100 euro sono una provocazione per dire alle persone che si autocandidano per un lavoro di andare almeno preparati ad un colloquio. Ma mi rendo conto che in Italia ormai il tema lavoro è formato da persone che hanno un idea primitiva dello stesso. Per quanto riguarda i miei guai giudiziari come ha scritto qualcuno sul vostro blog non devo giustificare nulla perchè anche li si parla senza conoscere i fatti e solo per denigrare la persona. Non esistono. Per quanto riguarda la sede della Società anche li è meglio sorvolare perchè chi ha scritto il commento ha preso alcuni pezzi di articoli, ha fatto un copia incolla nella sua testa ed è uscito con quel commento farneticante. Mi dispiace vedere che un sito come il vostro che cerca di distinguersi e di dare valore a chi cerca lavoro sia di cosi scadente perspicacia.
    Saluti

    P.s. Non è possibile contattarvi senza registarsi. Sapete che non è legale?
    Buon lavoro e auguri

  12. Mio caro signor Alessandro, non è certo mio compito risponderle, ma le do semplicemente un informazione amichevole: nn mi sono affatto registrata per lasciare questo commento, non ho dovuto inserire password, nè nomi utente, nè dati personali, semplicemente la mia mail…indirizzo che chiunque faccia dello spam può reperire, come lei, che ha tutta questa esperienza e conoscenza, sicuramente saprà.
    Ah, comunque, se proprio devo commentare la sua risposta: ma lei veramente crede che siamo tutti idioti?Veramente crede che la storia della provocazione possa berla qualcuno?Mah, a me dispiace per quei polli che ci sono cascati. Doveva chiederli a me 100 euro…nn le dico dove glieli avrei infilati perchè sono una signora!!!

  13. Sig. Proto,
    la nostra è una community di persone, professionisti ognuno nel proprio campo. Alcuni hanno una vena polemica o ironica più di altri, ma rimangono alcuni fatti e cercherò di attenermi a questi.
    Non la conosco e scrivo questo post volutamente senza aver letto i commenti su di lei presenti in rete perché voglio concentrarmi sulla questione specifica senza preconcetti provando a valutare l’ipotesi alternativa che Osvaldo propone nel titolo di questa discussione, anche per provare a discutere sul tema prendendo spunto ma non limitandoci al caso di specie e soprattutto non mescolandolo con le sue altre vicende personali e professionali.
    Primo:
    Bene ha fatto Osvaldo a sollevare la questione che mi pare importante. Il sig. Proto non sarà certo l’unico a “forzare” il sistema legislativo italiano sotto il vessillo dell’innovazione. Magari ha ragione. Vediamo. E’ vero che spesso le innovazioni avvengono “forzando” il sistema ma attenzione al finto sillogismo:innovare=rompere gli schemi;trasgredire la legge=rompere gli schemi; quindi trasgredire la legge=innovare! Evidentemente non è così per vari motivi che chi ha fatto le scuole più alte delle mie potrà spiegare con facilità.
    Secondo:
    Altrettanto bene ha fatto a non pubblicare le altre email che se sono state scritte in privato tali dovevano rimanere, altrimenti sarebbero potute essere scritte direttamente online. La prima era doverosa visto che dichiarava di non poter scrivere sul blog cosa non vera ovviamente.
    Terzo:
    veniamo all’oggetto della questione. I colloqui non possono essere oggetto di pagamento perchè lo dice la legge e la legge ribadisce (come spesso accade in italia) come già presenti nel nostro ordinamento. Il lavoro è un diritto sancito dalla costituzione, fondante della società e “ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.(forse è questo il passaggio erroneamente interpretato dal sig. Proto concorrere al progresso materiale della sua società!) Mi scuso per la battutaccia.
    Insomma è evidente perchè non possono essere chiesti soldi per un colloquio. se non ho lavoro o ne cerco uno forse non posso pagare per un colloquio e quindi come faccio a contribuire al progresso della società!
    Se avesse voluto provocare avrebbe potuto dire che ” per limitare candidature palesemente inidonee al lavoro bisognerebbe far pagare i colloqui!” così, con il condizionale, sarebbe stata forse una provocazione, sgradevole, ma una provocazione. Ma lei lo ha fatto invece e non la voglio nemmeno crocifiggere come capro espiatorio per questo ma nemmeno può essere accettato passivamente il suo, mi lasci dire usando un eufemismo, debole punto di vista.
    Proprio non riesco a trovare l’innovazione in questa operazione (nemmeno sul piano del marketing visto che sostanzialmente si rifà al già citato assunto che “se ne parli male puchè se ne parli” seppur in termini di notorietà le avrà certamente fruttato).
    proviamo da un’altra angolazione.
    Per farsi pagare si deve fornire un servizio o cedere un prodotto.
    Quale sarebbe in questo caso? In un colloquio di selezione è lei che acquista professionalità, o sta forse vendendo un lavoro?. Perchè dovrebbe essere pagato? sarei curioso di sapere cosa riporta la ricevuta che ,immagino, avrà rilasciato per aver ricavato i diversi 100 euro. E sulla nota a ristorno delle restituzioni?
    Si possono fare molte cose nel mondo del lavoro e ci sono tanti pregiudizi che rivengono da un passato ideologico e spesso limitante e inadeguato alla modernità ma certo questo non rientra tra questi aspetti.
    Inoltre, seppur si dice che i consigli debbano essere dati solo se richiesti e pagati (sono sicuro che questo detto le piace!), azzardo e glielo do gratis.
    Chi è disposto a pagare per un colloquio 100 o anche solo 5 euro, tendenzialmente non è tra i più brillanti sul mercato, quindi, certamente farà scrematura tra i suoi candidati ma probabilmente le rimarranno i meno validi o i più disperati che, se bravi, alla prima occasione voleranno via.

    Sarebbe bello, che lei chiedesse scusa (non a noi evidentemente ma ai suoi candidati) e restituisse tutti i soldi che ha incassato con questa “provocazione” e si impegnasse a cambiare approccio. Questo forse sarebbe innovativo, anche sul piano del marketing!
    Mi scuso per la prolissità.

  14. Sono veramente senza parole…. pur essendo un fervido amante della ns. Italia, queste cose sono tra quelle che mi fanno vergognare di essere Italiano. Ritengo il Corriere della Sera uno dei pochi giornali realmente indipendenti in Italia, ma dopo le montagne di posti di lavoro che declamano ogni venerdì questa è la seconda volta che commetto un errore grossolano dedicando minuti e spazio ad un simile personaggio. Oddio, a guardarla dall’altro lato forse è un bene che lo abbiano intervistato, credo che questo signore si sia scavato la fossa da solo con questa intervista.

  15. D’accordo con te, ma tutto si può dire del Corriere della Sera tranne che sia un giornale “indipendente”… E purtroppo, sui temi del lavoro si sta sempre più configurando come un “ripetitore commerciale”. A discaspito sia dell’informazione alle persone che della qualità degli interventi.

  16. … ora si chiama provocazione?
    Complimenti alla faccia tosta del sig. Proto.

    Relativamente all’affidabilità degli annunci di lavoro pubblicati sui giornali (Corsera ma non solo) sono anni che lo strumento viene utilizzato a fini “pubblicitari”. Per la serie … dimostro a fornitori, clienti, investitori che sono in fase di espansione.

  17. Caro Osvaldo,
    se io mi fossi fatto pagare dalle persone che ho intervistato in VENTISETTE anni di selezioni,
    mi chiamerei Rockfeller………..
    a presto
    Mario

  18. Credo che oggi chi cerca lavoro abbia infinite pretese in campo economico ma poca volontà e impegno da offrire.
    Tutto e’ dovuto: minimo impegno e massima resa. Il lavoro si ruba dicevano i nostri nonni ma oggi i nostri ragazzi l’unica cosa che fanno e’ rubare il tempo .
    Ergo dovrebbe fare pagare 200 euro per ogni colloquio, forse si creerebbero meno posti di lavoro occupati da fannulloni e perditempo

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