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Se non vieni qui, non puoi capire

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E’ Il pensiero che aleggia nella mia mente al termine di due giorni passate ad Ivrea durante il #muster di Fiordirisorse, sulle orme di Adriano Olivetti o meglio della storia della Olivetti, camminando in quei palazzi, aree, nella fabbrica che ha gettato le basi per quello che è la tecnologia oggi e molte delle realtà che sono nate con il segno della Olivetti.

Di Adriano Olivetti e il suo modello ne avevo sentito parlare, visto una mostra a Bassano, condividendo i suoi pensieri attuali. Ma allo stesso tempo non sapevo della multinazionale che aveva creato, con sedi in giro per il mondo, non conoscevo i perché era arrivato ad avere decine di migliaia di dipendenti e non comprendevo il come una realtà così ebbe un declino.

Vivere la Olivetti grazie alle testimonianze di chi ha vissuto la Olivetti, di chi ha studiato Olivetti, e conoscere la vita collettiva sviluppata attorno ad un imprenditore con una visione e il concetto di comunità, ha messo in ordine i pensieri, trovando spunti utili e conferme sul fatto che il passato va conosciuto, che le domande e relative risposte non sono così lontane e si possono trovare nel passato, ma vanno considerate come delle basi per contestualizzarle al presente e che ci vuole del tempo per pensare, sedimentare e prendere ispirazione, staccandosi un po’ dal passato e coinvolgendo persone, i giovani, che sono lontani dai rimpianti del passato.

Pensavo di trovare un cimitero abbandonato nel suo passato, soprattutto nel rimpianto del passato e invece ho visto:

Le luci riaccendersi con realtà che stanno rivivendo gli spazi e l’aria della Olivetti

Semi che in questi decenni hanno germogliato e creato qualcosa di nuovo

Giovani girare nelle loro classi per apprendere, studiare, formarsi, mettersi in gioco, ascoltando i rumori e suoni, guardando fuori da quei vetri che uniscono la fabbrica con la natura contaminandosi

Persone che si sono messe in gioco e stanno costruendo assieme qualcosa di nuovo sulle radici della Olivetti, senza la scusa e l’attesa che il “pubblico” faccia qualcosa

Se mi chiedessero di riassumere Olivetti direi che è una contaminazione, un’alchimia tra idee, persone, tecnica e saperi, arte e cultura, formazione e integrazione, famiglia e comunità, fabbrica e natura, città e campagna, storia e giovani

Ma se non vieni qui non puoi capire…

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