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#wiredwifi la differenza tra una app e un motore di ricerca

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Ciao a tutti, e piacere, mi presento: sono Mauro Lattuada, appena entrato nel gruppo, mi occupo coi Green Geek di wifi e di molti altri progetti di innovazione sociale e sviluppo sostenibile. Nella vita progetto case domotiche e soluzioni integrate per building automation e sicurezza, arrivo da anni passati nella redazione di Virgilio quando ancora c’era il virus “i love you” in vbs, sono poi passato alle business bank ed alla gestione integrata della sicurezza attiva negli stabili dirigenziali. Scappato poco prima di Lehman Brothers, e che la Gdf si portasse via il management della banca, mi sono messo in proprio aprendo Domostyle, cercando (nel periodo storico meno favorevole degli ultimi tre secoli) di creare una azienda partecipativa e orizzontale, nella quale i dipendenti affidabili diventavano soci e partecipano alle scelte ed alle decisioni insieme al management, ed ho applicato la stesa logica alla associazione Green Geek, dove tutti doniamo tempo secondo la logica della banca del tempo a progetti ed iniziative che riteniamo possano un domani trasformarsi da ricerca e sviluppo ad economia reale. Chi propone un progetto che viene accettato ne diventa capo, e  decide le sorti, insieme al team che ha aderito.

Come ultimo progetto abbiamo da poco lanciato con Wired  Wired Wifi, una suite con app, Android ed Apple, e da una piattaforma web. Lo scopo è una interazione continua, con operatori che tramite il sito segnalano e tengono aggiornate le loro isole wifi, con utenti che segnalano, votano e giudicano la qualità degli hot spot a cui si connettono, con le redazioni di Wired e dei Green Geek, che censiscono e scovano le wifi nascoste anche nei più irraggiungibili rifugi di montagna. Da due anni facciamo questa lunga cernita ed analisi, per poter identificare e rendere pubblica e facilmente accessibile ogni antenna che riusciamo a scovare.

Per contenere e gestire tutto questo stiamo organizzando Assowifi, per ora un progetto della associazione, che censisce, supporta e promuove gli operatori del wifi in Italia. .

In un paese di slogan e di strilli abbiamo cercato, con anni di lavoro, di fare quello che le agenzie che si occupano di innovazione e di smart city non hanno ancora iniziato a fare. Il rilevamento geo localizzato di servizi e la sua interazione con utenti stanno alla base di milioni di applicazioni possibili, e la mappatura del wifi connessa al single sign on federato è un passo verso il concetto di personal IP, realtà nella quale la presenza di un device mobile connesso in tasca equivale alla eliminazione del portafoglio, della carta di credito, della tesserina atm, della tesserina dei servizi regionali (la terza che ci danno), della patente, e, soprattutto, dei relativi costi infrastrutturali.

Questo per raccontarvi come e perchè è partito (ripartito) #wiredwifi e perchè sia Massimo Russo che ci siamo così inalberati sulla nascita (non nascita) di #chewifi di #chefuturo proprio in quei giorni. Si, perchè dire che in 4 settimane si è fatta la mappatura Italiana del wifi è come pensare di fare un motore di ricerca oggi (per citare esempi a caso, Volunia), che può competere con Google che macina dati da anni e anni. Non ti sei inventato nulla, parti già con uno svantaggio insanabile, e lo studio del wifi non è una infografica gialla che dice quante antenne per città ci sono. 

Mappare il wifi significa analizzare i Comuni, capire quanti sindaci abbiano un hot spot attaccato alla loro finestra, verificare quante stazioni FS permettano a chi aspetta i treni, spesso in ritardo, nel frattempo di leggersi almeno una mail o poter lavorare, capire quanti ospedali offrano ai loro ricoverati la soluzione per passare il pomeriggio in skype con i parenti che vivono lontani, coinvolgere (non far twittare) i provider affinchè si siedano ad un tavolo a discutere di regole, standard, interoperabilità e concetti che permettano ai vigili urbani di gestire in digitale le multe e trasmetterle in wifi, andare nei rifugi di montagna e nelle stazioni sciistiche, analizzare centinaia di migliaia di siti per estrarre quelle informazioni che oggi sono stampate su fogli pdf.

Dietro e dentro al wifi nascono ogni giorni milioni di progetti, attualmente i Green Geek collaborano con l’Associazione donne romene in Italia per sviluppare una soluzione che permetta alle madri di pianificare, tramite wifi, videochiamate mobile su mobile verso i figli in patria, per mantenere il contatto visivo e cercare di incidere fortemente sul fenomeno degli orfani bianchi della Romania. E’ un piccolo progetto, che fatica a trovare finanze (Vodafone Romania ha lasciato sola Silvia Dumitrache, l’attivista del progetto) ma che con pochi investimenti verrà sviluppato con Google Hangout, insieme ad un portale informativo per la popolazione Romena, che aiuta gli immigrati a conoscere le nostre leggi, le nostre abitudini e il territorio in cui sono arrivati, per integrarvisi. E’ grazie a progetti come questi che si è abbassato il numero di neonati abbandonati nei cassonetti (tema su cui anche Elio si senti in dovere di denunciare, con la notissima canzone, il problema), perchè si è fatto sapere alle donne immigrate che in Italia c’è una legge che ti consente di partorire in ospedale e lasciare in affidamento a mani sicure il neonato, non riconoscendolo.

 Quello che manca, spesso, è la visione d’insieme, si guarda il dito e non si vede la Luna (.cit). Noi invece guardiamo a dove punta, cercando di capire come potrebbe crescere e svilupparsi un mercato che è d’interesse per tutti noi, perchè lo sharing di banda e l’accesso ad alta velocità determineranno la velocità e la capacità con cui cresceranno le nostre aziende, con cui si diffonderà la cultura.

9 Commenti

    1. Ciao Mauro, benvenuto nella nostra business community.
      Mi fa molto piacere leggere di iniziative come la vostra a supporto dello sviluppo digitale del paese.
      Ho scaricato l’App e sicuramente proverò ad utilizzarla durante le prossime vacanze…
      Ho letto in questi giorni della querelle Luna-Russo (che dici, li iscriviamo alla prossima American’s Cup?) e apprezzo lo sforzo di voler far chiarezza sulla paternitá del progetto. Da questo e altri punti di diffusione cercheremo di tenere informata la community sugli sviluppi dell’iniziativa.

      Un grande in bocca al lupo
      Enrico

      Ps. Mi leggo volentieri anche tutti i tecnicismi visto che ho trascorso il 90% del mio percorso professionale a fare l’Internet Service Provider.

      1. ;-). La discussione era qualitativa. Noi in silenzio, da due anni, stavamo sviluppando una cosa che lui sosteneva di aver fatto via twitter i 4 settimane (prova la app, ti prego, la loro, e lascia un tuo commento sullo store ad entrambe), strillando su tutte le testate nazionali di aver fatto gli opne data del wifi. Inutile sottolineare che era una palla, è uscita a stento la sola versione Android (16 hot spot in tutta Milano), ma se leggi la quantità di pezzi che ha scritto per non aver fatto nulla beh….ti arrabbi! Poi, nella sostanza, basta fare dei semplici test per capirne le differenza : http://www.robinhood.it/tecnologia/wiredwifi
        (Grazie a tutti dei complimenti per la app)

  1. Che dire, ho installato WiredWifi già due modelli di iPhone fa e ne ho seguito lo sviluppo fino ad oggi, vivendo in provincia ho ahimè poche possibilità di sfruttarne tutte le potenzialità, sembra molto interessante la (futura) possibilità del login automatico sulle reti Guglielmo, sarebbe sicuramente gradito che si potesse fare anche sulle altri reti che si trovano in giro, tipo Wi-Fi 4 Free o SimpleSpot.
    Chissà che questa tanto sbandierata liberalizzazione del wi-fi non ci avvicini un po’ agli altri paesi Europei e magari non faccia rivedere alle nostre compagnie telefoniche le loro politiche commerciali relative al traffico dati (mi riferisco alle clausole scritte in piccolo, peraltro facilmente aggirabili, che limitano l’uso dei dati impedendo tethering e voip).
    Da aspirante geek (vorrei, ma non posso) apprezzo particolarmente le contaminazioni tecnologiche.
    Grazie a wired, e diffidate delle imitazioni!

    1. Purtroppo sono molto poco confidente che il Dl del fare possa risolvere il problema, ed ogni 6 mesi (quando si alza la tensione elettorale) se ne scono dicendo che lo fanno. Credo che sia un problema da risolvere a livello applicativo (come Guglielmo e come farà l’LTE nella sostanza), togliere le password rende insicure le architetture e non è una soluzione, la VPN che le antenne con autenticazione fanno protegge questi rischi. Qualche mia nota in merito a come farsi una wifi: http://www.robinhood.it/tecnologia/come-farsi-una-wifi
      😉

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