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"Chi vince festeggia, chi perde spiega" – "Non è più tempo per i dilettanti". Storie di Leadership e Squadra con Sebastiano Zanolli & Julio Velasco.

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.. E’ quando poi ti trovi ad ascoltare due personaggi straordinari come SebaZanolli e Julio Velasco, capisci perfettamente cosa sia il coaching. E che quello, non è un mestiere per tutti.

La “mentalità vincente” la chiama velasco. Quel quid che ti fa analizzare le persone e le situazioni con credibilità e cognizione di causa. Le due vere armi del leader carismatico: affrontare i particolari.

Davvero incredibile l’aria che si respirava ieri sera al termine della due giorni con Sebastiano Zanolli e Julio Velasco a cui 40 persone di FdR hanno partecipato, in mezzo ai 500 presenti, organizzati dal nostro nuovo partner Performance Strategies. Tantissimi stimoli, idee e anche qualche conferma.

Lascio a chi era presente commentare come hanno vissuto le due giornate e magari anche ricordare qualcuna delle frasi che vi hanno colpito di più, in modo che anche chi non c’era possa dibattere con noi.

A me, più di tutte, è rimasta una frase di Sebastiano: “Non è più tempo per i dilettanti” , ripresa poi anche da Velasco: “Il leader conosce i particolari, parla con cognizione di causa”.

A voi la palla. Resto in ricezione.

 

15 Commenti

  1. “Il leader conosce i particolari, parla con cognizione di causa”.
    Mi auguro che il riferimento temporale all’indicativo presente sia davvero concreto.
    Sono curioso di verificare il tutto al termine delle elezioni – chiunque sia il vincitore – al momento del passaggio dalle parole ai fatti.

  2. Le frasi che hanno lasciato il segno sono tante, la grandezza del personaggio Velasco indiscutibile.

    Provo a metterne 3 come le priorita’ citate :
    _ bisogna battere la cultura degli alibi!
    _ io non voglio quelli che la pensano come me…io voglio quelli bravi!
    _ prima si insegna e poi si allena!

    Ma ce ne sarebbero altre decine. Questo e’ puro coaching che viene dal campo e non dalla scuola….

  3. Da Velasco resta anche:
    Il coraggio di dire ” non lo so”,
    E l’umilta’ di mettersi a cercare e trovare i piu’ bravi da cui imparare.
    Con il blocco degli appunti.
    Ed innescare il miglioramento continuo.
    Ciao

  4. Ho partecipato con molto piacere alla giornata con Julio Velasco (grazie ancora per l’opportunità’!).
    Mi ha colpito l’autenticità della persona, “autenticita” che è anche uno dei valori che dovrebbero appartenere ad un leader. Di frasi e soprattutto, di metafore ed immagini, Velasco ce ne ha donate tante.
    Per spiegare, con grande umiltà, che non sempre ci sono ricette che vanno bene per ogni situazione: “la gestione delle persone non è una scienza, è un’arte”.
    Come la nonna che prepara un piatto speciale e quando le chiediamo quanto ne mette di quel particolare ingrediente…”quanto basta”. Basandosi sul valore dell’esperienza, del “sapere”, che si costruisce con l’ascolto di ogni situazione e di ogni persona con cui interagiamo, pronti a crescere dopo ogni errore.

  5. Velasco contro la CULTURA degli ALIBI
    “Io non accetto che un giocatore dica che una cosa non si può fare perché… e il perché non dipende da lui”

  6. Eccellente Velasco nella sua presentazione che senza Slide alla Jobs (puro TESTO) e senza giacca ha Calamitato gli occhi di oltre 500 persone per una intera giornata SPIEGANDO con parole semplici quello che stava facendo…
    ConcretaMente e PiacevolMente senza variare i toni e senza camminare sul palco non è mai stato noioso ma ha Entusiasmato ed Emozionato con idee semplici e chiare ma che fin troppo spesso lasciamo da una parte…
    Peccato solo che Zanolli non sia stato così “concreto”, gli sarebbe bastato qualche spunto pratico per lasciare un segno più evidente nella mente di chi ha assistito sabato alla sua esposizione…

  7. Velasco è un profondo conoscitore del genere umano, grazie alle sue abilità di ascolto e di comprensione delle leve motivazionali che spingono all’azione e spingono l’individuo ad esprimere tutte le sue potenzialità.

  8. Velasco è un profondo conoscitore del genere umano, grazie alle sue abilità di ascolto e di comprensione delle leve motivazionali che spingono all’azione e spingono l’individuo ad esprimere tutte le sue potenzialità.

  9. “Tutte le cose si sono fatte e sono riuscite con le opinioni della maggior parte delle persone che dicevano che non si poteva fare”

    Questo fa la differenza!

  10. Come non essere d’accordo … ma perché poi chi fa carriera è chi riesce a vendersi bene, spiegando e scaricando colpe sugli altri?! Impensabile … ma è così!

    Forse, oltre alla leadership, bisognerebbe insegnare a rimanere a galla.

  11. Una prima cosa che ho appreso in Germana e di cui ho capito l’importanza poi per il mio percorso professionale futuro, è che esistono i professionisti e che esistono i praticoni. Senza cultura e studio (continuo e “curioso”) si rischia di restare praticoni o di scivolare nella situazione di esserlo. Quindi quoto altamente “non è più tempo per i dilettanti”.
    L’altra citazione importante “Il leader conosce i particolari, parla con cognizione di causa” mi fa aggiungere che il leader non conosce (prevede) come le cose accadranno (non è un preveggente!) ma è preparato ad affrontare le situazioni senza perderne il controllo anche quando queste si presentano differenti da come ci si era originariamente preparati. Obiettivo chiaro – strategia coerente, ma tattica mobile.
    P.S.: ho iniziato ha praticare la pallavolo da giovanissimo proprio negli anni ’90 de “La generazione di Fenomeni” allenata dal grande Velasco!

  12. E’ stata un’esperienza molto interessantre e stimolante.

    Di Julio Velasco mi hanno colpito l’autenticità, l’umiltà, la grande esperienza e, soprattutto, la straordinaria umanità.

    Sono tanti gli spunti che mi hanno colpito, eccone alcuni:

    – Gli obiettivi intermedi, chiari e condivisi, aumentano la fiducia, l’entusiasmo e la partecipazione;

    – “Soffrire ma non subire, perdere ma non mollare”: anche nelle situazioni più difficili avere la forza di andare avanti uniti;

    – “Far fare è meglio che far vedere, far vedere è meglio che spiegare”: dare l’esempio, mostrare il comportamento atteso, ecc.

    – “Una grande squadra non è solo eccellente tecnicamente ma ha un’anima che appassiona e coinvolge il pubblico”

    Giovanni

    P.S.
    Mi sono domandato se i consigli di Velasco possono risultare utili anche nell’ambito della creatività … http://www.giovannilucarelli.it/wordpress/2013/02/vince-chi-e-piu-creativo-1/

  13. Ho sentito parlare Julio Velasco per la prima volta in un contesto di formazione e sono rimasto molto colpito dalla sua autenticità e dalla sua capacità di comunicare quanto appreso dalle esperienze vissute.
    Tra molti spunti ne riporto alcuni:
    – I leader conosco molto di quello che parlano e conducono le persone essendo se stessi
    – un gruppo è come un’orchestra jazz…ogni componente ha bisogno del suo momento di gloria.
    – Non si può avere tutto chiaro prima di agire…bisogna agire..dobbiamo rischiare.
    – talento si nasce ma campioni si diventa con tanto lavoro.

    Alessandro

  14. Premetto che ho partecipato solo il Sabato con Zanolli
    Giornata complessivamente positiva : La trattazione dell’argomento di per sè interessante, direi buona, mi aspettavo un personaggio più carismatico…… Avrei sollecitato più interazioni con il pubblico…… cosa mi sono portata a casa qualche stimolo in più sulla delega presentata da Antonio Rainone.

  15. C’era un volta Velasco. E c’è ancora oggi.
    I capelli così bianchi e l’abbigliamento così cupo mi hanno “preoccupata” solo per pochi secondi, finché non ha iniziato a parlare. Temevo avesse perso carica e invece l’ha solo impreziosita col tempo.

    I suoi studi in filosofia e la voglia, fortissima, di insegnare sono la conferma che prima o poi, se desideriamo ciò che facciamo, tutto arriva prepotentemente, magari in forme diverse da quelle che pensavamo. Sono convinta che la sua idea di insegnamento non fosse quella di diventare un bravo Maestro di sport e di vita, eppure è lì che si è pienamente realizzato.
    Lavorare bene è anche accettare la forza di un adattamento, mettendoci dentro quello che siamo e quello che vorremmo.

    Cosa mi porto via, da lui?
    Il significato degli obiettivi che diamo a noi stessi (se è una sfida personale) o che diamo agli altri (se guidiamo altre persone): ambiziosi e raggiungibli, ecco come dovrebbero essere.
    Ambiziosi perché scatenano il meglio che è in noi, raggiungibili perché devono essere credibili.

    “Non puoi chiedere a qualcuno di correre finché non è stanco, devi dirgli di correre fino a quel punto laggiù: il rischio altrimenti è di farlo correre a lungo ma senza qualità e senza intensità”.

    Pensiamolo al lavoro: credo che la traduzione di questa metafora di Velasco si chiami Noia. E’ quel fare poco al giorno senza un progetto che lo motivi, è quell’andamento mentale che non si pone obiettivi intermedi su misura e che non migliora mai.
    Ci vuole tempo.

    “Migliorare la tecnica non vuol dire automaticamente migliorare il risultato”. Altra verità: ci vuole impegno ma anche pazienza.

    Sarebbe curioso andare a leggere gli appunti presi da ognuno dei presenti in tutte quelle ore: ci ritroveremmo l’occhio che ognuno di noi mette nella vita, il diverso punto di vista e di ascolto, le priorità che si assume.

    Ci ha lasciato con tre esercizi da fare, che valgono ovviamente anche per chi non c’era, mi piace condividerli:

    1) provare a spiegare, magari scrivendolo, quello che è il nostro “gioco” (nel lavoro o nella vita). Se non riusciamo a descriverlo è perché non ce l’abbiamo ancora una vera nostra “tecnica” di gioco. Provvediamo, allora!

    2) nel 2013 imparare a fare una cosa che non abbiamo mai fatto.

    3) leggere un dialogo di Socrate.

    Chiusura.
    Mi sono sentita una privilegiata nel partecipare alle due giornate di formazione grazie a Fior di Risorse che, più passa il tempo, più mi insegna a guardarmi meglio dentro per guardare meglio fuori.

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