"Il dottore è in riunione." "Da giovedi?". Una questione di reputazione. E di educazione.
Caro direttore,
I tempi sono cambiati, ma certi manager rimangono sempre gli stessi.
Non posso certo costringerLa a ricevere una mia telefonata, ma se giovedi era in riunione, venerdi era in riunione, oggi è in riunione.. decida Lei:
a) ha bisogno di un corso di gestione del tempo,
b) nella Sua azienda non si lavora mai,
c) Lei è un cafone.
Si, perchè se io La chiamo due volte, alla terza, la buona educazione impone che mi richiami Lei, non che continui a farmi fare la pallina da ping pong con la Sua segretaria (che poi, anche lei avrà qualcosa di meglio da fare che filtrare i seccatori! Segretarie! Ribellatevi!!)
Adesso, nessuno Le vuole imporre di rispondermi al telefono. Magari mi conosce e sa anche che sono un seccatore che vuole venderLe tappeti da spiaggia e ombrellini colorati, ma se in questo momento c’è la crisi, non state assumendo, il personale è in mobilità, le relazioni industriali sono ai minimi termini, tutte ste riunioni.. ma a che Le servono?
Ma non sarebbe nei Suoi compiti anche incontrare nuovi fornitori, informarsi su cosa succede in giro, come si stanno muovendo i competitors, quali candidati stiamo incontrando, se c’è la possibilità di fare un progetto insieme, come la Sua azienda può migliorare/risparmiare/implementare nuovi servizi?
MA MAGARI, CHE NE SA, LE VOGLIO SEMPLICEMENTE REGALARE UNA FERRARI!!
Evidentemente no. Prima di tutto le strategie.
Intanto il Paese è fermo, la Sua azienda non assume, c’è la mobilità, “sa. la crisi…”
E anche Lei, continua a rimanere lo scostumato di sempre.
Fantastico esempio di cioè che accade….
Bisognerebbe mandarlo di default a tutti i managers impegnati in interminabili riunioni….
Grande!
bravo! diglielo!! Ci scherzo su ma succede molto spesso, troppo spesso. Tante, troppe riunioni…o classe dirigente da “rivedere”?
fratello,
non sai quante volte ho pensato la stessa cosa.
Poi, mi fermo un attimo a pensare e faccio autocritica: forse, qualche volta, mi sono comportato anch’io così (potrei portare una secchiata di giustificazioni e attenuanti, parlare di priorità, ecc, ma non cambierebbero le mie responsabilità).
Mi interrogo, dunque, sono vivo!
🙂
leonardo
Ciao, l’intervento è simpatico ma lo spirito e l’ironia superano il contenuto.
Mi spiego meglio.
Incontro molti consulenti, credo di doverlo fare, proprio per capire come sempre meglio aiutare la mia azienda, che nel piccolo della mia competenza e area cerco di gestire come fosse la mia.
Incontro molte cose interessanti ma anche tantissime cose già sentite e dette, alcune semplicemente ripetute in maniera peggiore della precedente.
Come sai ho fatto anche il consulente, non ho mai pensato però che la frequenza delle mie telefonate al prospect avrebbe prima o poi fatto la differenza.
E’ qui che la tua ironia è migliore del contenuto di ciò che scrivi.
Anche tu non sei un commerciale “piazzista “, ti conosco.
Allora perchè non prendertela anche un pochino con i tuoi colleghi consulenti che non si domandano prima di telefonare se hanno anche qualche cosa da dire ?
Ironizzare sul manager sempre in riunione è facile, proviamo a farlo anche sul consulente che si “occupa di ” ?
Sono un liberale,amo l’iniziativa privata del singolo e rispetto il lavoro di tutti, ma ti garantisco, non me ne volere, che qualche volta la tentazione di “essere in riunione” mi coglie.
Oppure dovrei rispondere a tutti i consulenti che mi chiamano, non mi conoscono, e cominciano la telefonata dicendo ” Come va ?”.
E Come va ? bah, non saprei, forse sono 20 anni che non me lo chiedo.
Passerei buona parte della mia giornata al telefono, senza peraltro aver fatto una onesta e sincera riflessione su come “realmente vada “..ma poi che cosa, la vita ? l’azienda ? gli amici ? la crisi dei 40anni e più ? la società liquida ?
Magari basterebbe non dare obiettivi commerciali impossibili a ragazzi alle prime armi e fare una profonda autocritica anche all’interno del mondo della consulenza che da un pò vedo,ahimè,fare tristemente il verso al più generale senso di crisi che ci avviluppa.
Un caro,carissimo,saluto
Enrico Bazzali
Boh… Se io chiamo un cliente due volte e tutte si fa negare, chiedo la mail e gli scrivo. Alla terza telefonata non arrivo. Mica è obbligato a parlare con me, e ha tutto il diritto di non farlo. Se mi vuole richiamare bene, se non vuole… Cosa faccio, continuo a farmi prendere in giro dalla segretaria?
FANTASTICHERRIMO!
una volta sono riuscito a “gabbare” i filtri e a “cantargliele” direttamente quando ha preso la telefonata l’uomo perennemente in riunione… (IL MEGA DIRIGENTE ACQUISTI)
Volete sapere come? ho detto che ero il service dell’auto e che risultava un richiamo urgentissimo dalla casa madre.
hihihihih
proprio vero italia = Popolo che:
_ APRE Fascicoli come atto dovuto
_ CREA TAVOLI Tecnici
_ FA Riunioni su riunioni
Da commerciale che sbatte tutti i giorni in referenti in riunione non posso che riconoscermi nel post e condividerlo al 110%. In più aggiungo che un primo esame di coscienza possiamo proporlo ai membri di FdR, che sicuramente sono dotati di onestà intellettuale in misura superiore alla media.
“reputazione”? “educazione”?
Osvaldo ci hai dato uno spaccato fedele dello standing della classe dirigente del paese.
D’altronde … e non voglio buttarla in politica, anche i nostri rappresentanti si distinguono da par loro in nefandezze che l’osservatore proveniente da un’altra galassia non capirebbe mai.
Per mia esperienza solo mezze calzette o manager di “basso profilo” accampa scuse del genere oppure: “è al telefono, richiami più tardi” e la telefonata dura da giorni. In linea di massima si possono aggirare dicendo di essere la banca, spacciarsi per una persona di sicuro interesse, la finanza (bastardata!); con persone così non ci si rimette nulla. Normalmente chi ha veramente responsabilità o impegni usa altri metodi per evitare telefonate o visite indesiderate, la più semplice è stabilire un giorno per essere raggiungibili, la meno semplice ma perfettamente fattibile è delegare qualcuno per dare informazioni di base e prendere appunti su casi più complessi da discutere al momento opportuno.
Sono d’accordo con chi mi ha preceduto nei commenti
Attualmente si riscontrano troppo spesso situazioni analoghe in tutte le aree aziendali
Chi non vuole incontrare gli altri sbaglia poichè crede solo in se stesso, ma soprattutto ha timore nell’ affrontare l’esterno e non conosce la realta che lo circonda
In questo momento al contrario i contatti esterni sono necessari per operare sul mercato;senza questi non c’e futuro
In questo momento, accanto a me in treno una giovane “manager” ha appena ricevuto una telefonata: “Marisa, sei nei miei pensieri!! Ma non riesco neppure a respirare!!” Stava leggendo il giornale.
Delphine Seyrig in un famoso film di Francois Truffaut spiegava ad un giovane ed inesperto Jean-Pierre Léaud che esisteva una sensibile differenza tra buona educazione e Bon Ton: «Se un uomo entra in una stanza da bagno e vede che c’è una signora nuda, esce subito e dice: Questo è un uomo educato. Ma se dice: quest’uomo ha Bon Ton!».
Il Bon Ton racchiude in sé stile, savoir faire, buon gusto, rispetto e soprattutto tatto e intelligenza!
Ma nelle aziende oggi è presente il Bon Ton? Vi è uno stile riconoscibile? I manager sanno comportarsi già a tavola, prima ancora che al telefono?
Il Bon Ton non è una coercizione fine a se stessa né una recita o una scorciatoia formale ma un attenta pratica quotidiana anche nella vita professionale, e discostarsene può solo comportare problemi ed insuccessi.
E’ sempre un piacere leggerti: un post ironico ma ahimè troppo reale/attuale.
Ma..io ho ancora tanta fiducia!!
Andrea
Che banalità.
@alberto mi rispieghi la scena del film? Scusa ma non l’ho capita, e mi interessa 🙂
@enrico perchè banalità? In rete le critiche sono più utili dei post che si dichiarano d’accordo, perchè aggiungono un punto di vista diverso… Ma vanno spiegate, altrimenti è un po’ dura capire
Ricordo una discussione di qiualche tempo fa sulle risposte alle e-mail (commerciali, di contatto…) e mi sembra che come descrizione delle riflessioni ad entrambi i capi del filo (stavolta, telefonico) siamo allo stesso punto…
Visto che non sembra risolvibile civilmente in via definitiva, provoco e propongo una soluzione meramente numerica e fredda: ognuno si impegna a rispondere con attenzione alle prime 3 telefonate/e-mail/richieste di incontro della giornata.
Chi prima arriva…
Grande Osvald, hai ragione…. a proposito quando hai un minuto chiamami, ma attento che sono quasi sempre IN RIUNIONE!!!
francesco bertellini
ehehehe … proprio così!
ribelliamoci ai cafoni che non hanno nemmeno il coraggio di dire “scusi, ma non voglio essere seccato! nè che secchi la mia segretaria!” 🙂
Tutto vero quello raccontato nel post, ironico e per niente “banale”, la gentilezza e la buona educazione sono considerate “inutili”. Si corre, la vita è piena di attività ed il tempo è sempre poco. Cosa si taglia allora? Le cose ritenute inutili a priori, quello che non porta un vantaggio immediato. Questo succede sia ai consulenti che cercano di mettersi in contatto con un manager sia agli ex manager che cercano di mettersi in contatto con un consulente magari per farsi dare un consiglio oppure per sapere come sta cambiando il mondo del lavoro. Siamo distratti e”opportunisti” con leggerezza e non ci soffermiamo nemmeno un attimo a pensare al nostro “mancato” interlocutore, non pensiamo che le cose cambiano, magari un giorno il manager diventa consulente ed il consulente diventa manager e si ricomincia a giocare “cambiando campo”. Di questi tempi, poi, succede di tutto.
Ho sempre pensato che la buona educazione e la gentilezza generano ricchezza e mi sono sempre rifiutata di fare interventi di coaching a manager poco educati con i collaboratori poichè a mio avviso prima di tutto viene la gentilezza. Vi invio un link con alcuni interventi ad un convegno sulla gentilezza, alcuni sono un po’ lunghi ma li ho trovati talmente “banali” da essere veramente interessanti, in particolar modo quello del prof. F. Campione. Vedetelo, ne vale la pena! http://www.auseremiliaromagna.it/node/2182
quando ci chiamiamo verifichiamo/chiediamo subito il motivo della chiamata. se non specifica oppure non può/vuole anticipare i contenuti tramite una mail semplicemente confermiamo che “non siamo interessati, grazie!”. Non aspettiamo il terzo contatto!
Nella lista di Osvaldo aggiungerei almeno un punto d. “ho un problema personale”, che non consente al contattato di replicare al consulente chiamante come desidera. Lo rilevo più significativo di quanto si immagina, in questi tempi di crisi. Nel mondo business del III millennio per queste 4 tipologie di motivi – ahimé – vanno contemplate. A me piace pensare che queste montagne che ostacolano il rapporto diretto, chiaro, trasparente possano essere comunque scalate… con un po’ di ingegno (simpatico il virtuosismo di qualche post fa). La soddisfazione di superarle comunque merita l’impresa – provata più volte!
la fatica di fare l’attivita’ commerciale la conosciamo, ma soprattutto rileverei che chiedendo di mandare un messaggio e-mail puo’ essere interessante, peccato che i messaggi non vengono letti e assolutamente non viene detto: ok non mi interessa, grazie……questa e’ la cosa che trovo piu’ disdicevole e aberrante,perche’ non credo che dire si ho visto saluti sia cosi’ faticoso!!!! a volte non rispondono nemmeno agli auguri…
..concordo con tutti voi, è triste vedere la mancanza di rispetto nel lavoro altrui. Manca la volontà al cambiamento, la fatica nell’ascoltare soluzioni che possono portare alternative alla propria azienda.
Oltre a farsi negare al telefono con scuse banali (riunione, fuori ufficio, ecc) non si risponde nemmeno alle mail, che sono lo strumento meno invasivo…
Alla fine non è maleducazione o mancanza di gentilezza è semplice mancanza di rispetto del lavoro altrui…che è peggio!!
Io che per più di 10 anni ho fatto il commerciale per agenzie per il lavoro e proponevo servizi di somministrazione e ricerca e selezione… nelle grosse aziende per superare i filtri dei centralini o assistenti, alla classica domanda “per cosa lo cercava…?”… rispondevo sempre in maniera secca: “personale”.
Mi hanno sempre passato il referente al primo colpo e quando mi contestava che gli avevano riferito che era una telefonata personale ed invece non mi conosceva… dicevo “ma forse non ci siamo capiti bene, io intendevo che l’oggetto della chiamata era personale, nel senso di risorse umane, ricerca e selezione del personale”… nell’80% dei casi dopo una risatina divertita mi concedevano l’appuntamento…
Sono convinto che la maggior parte capisse poi che avevo “barato”… ma non ha mai creato problemi!!!
vecchia volpe!
@ Marco F.: divertente l’aneddoto, ma anche sconfortante sullo standard professionale medio del sedicente management aziendale italiano.
Mi ricorda molto le pochade teatrali di diversi decenni fà tutte basate sull’equivoco … .
I manager (o coloro che si credono tali!) a quanto pare sono sempre troppo occupati …
Standing ovation per Osvaldo !
succede esattamente come hai descritto,
ma il dubbio è:
è solo cafoneria ?
è solo inadeguatezza al ruolo ?
è solo impreparazione al confronto con altra persona ?
è solo “timidezza” ?(bella questa…)
… o c’è altro ?
perchè il fenomeno è troppo diffuso per essere SOLO questo.
Buona giornata
Carlo
Mah, credo che il limite sia proprio la buona educazione.
E’ evidente che in momenti difficili quali quelli che stiamo vivendo si moltiplichino le richieste di incontri a scopi commerciali e si moltiplichino anche gli impegni interni per ottimizzare la gestione aziendale.
E’ anche vero che se mi volete vendere servizi di ricerca e selezione e io sto licenziando non solo non sono interessato, ma forse non sono nemmeno dell’umore giusto, e se siete tre al giorno siete troppi.
Quando ero molto più giovane e facevo il direttore risorse umane in un’azienda di nome, anche se di dimensioni relative, rispondevo a tutte le telefonate di chi mi aveva mandato il cv.
Ricordo ancora di uno che si è offeso perchè non lo chiamavo al colloquio avendomi mandato il suo curriculum, asserendo che era una “questione di buona educazione”, anche se non stavo cercando figure analoghe. Provai a spiegargli che all’epoca, non considerando quelli derivanti dalle risposte alle inserzioni (era molto tempo fa, ancora si facevano inserzioni sui giornali)ricevevo tra i 700e gli 800 curricula all’anno e dedicando a ciascuno un colloquio di un’ora, questo avrebbe impegnato senza risultato la metà del mio tempo lavorativo teorico di un anno, solo per apparire educato. Disse che non capivo quale grande opportunità fosse incontrarlo e che l’azienda meritava di fallire visto che non sapeva cogliere queste opportunità mettendo grigi burocrati come me in posizioni di responsabilità e accampando scuse banali.
Per fortuna di tutti l’azienda è ancora florida ed attiva, leader nel suo settore.
Molto semplicemente, perche quando non si vuole incontrare o ascoltare al telefono una persona non si ha il coraggio di dire pacatamente e con fermezza: “la ringrazio per aver pensato anche a me, ma già altre volte mi ha proposto cose che sa benissimo non sono di mio interesse. Per cortesia, questa volta mi anticipi via e_mail il motivo della sua richiesta, senz’altro le risponderò nel giro di qualche giorno. Grazie”
S. Patti