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Un Manager fra le Meduse

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Termina così il primo incontro di FdR nella privilegiata cornice di Alma Graduate School. Davvero tanti gli interventi a seguito degli stimoli provocati da Francesco Varanini, David Steiner, Alfredo Montanari, Gaetano Bonfissuto e Andrea Cavrini.
Tante le domande e gli interventi dal pubblico, tanti i commenti e gli argomenti che sono emersi, anche se, come dice giustamente Franco Gabrielli, la “seconda puntata” vedrebbe bene l’intervento degli imprenditori…
Fra le tante provocazioni di Francesco, mi ha piaciuta molto l’immagine del manager fra le meduse, che per non farsi “toccare” deve riuscire ad entrare in sintonia con l’ambiente.
E le vostre sensazioni invece? Raccontiamole a chi non è potuto intervenire.

5 Commenti

  1. Ottimo l’intervento dal pubblico che ha mosso una critica nei confronti del rapporto tra classe manageriale e PMI.
    Per quanto nella mia esperienza non posso che confermare l’approccio del tipico imprenditore delle PMI italiane più alla ricerca di un manager/socio che sappia vivere la sfida mettendosi in gioco a 360° che di un “gestore” che porti in azienda best practice teoriche.

  2. Purtroppo l’esperienza riportata da Enrico corrisponde perfettamente a quella da me vissuta. Credo che nelle nostre imprese spesso il manager porta uno spirito imprenditoriale che lo stesso imprenditore non ha o forse ha perso. E unisce questo spirito a competenze e visione, ad esempio costruite con un percorso di formazione o fatto di esperienze professionali, che gli consentono di cogliere e analizzare le nuove opportunità di sviluppo di nuovi segmenti e mercati, che possono rappresentare i percorsi di sviluppo ed evoluzione dell’azienda. Il problema spesso si presenta nelle situazioni in cui lo spirito propositivo che proviene dai manager viene vissuto con eccessivo spirito critico dall’imprenditore, che forse si sente (questo il mio timore legato alla mia esperienza) in parte deligittimato nel suo ruolo di faro e guida dell’azienda, peccando terribilmente di orgoglio.
    Al manager spetta il compito di saper trovare una sintonia con l’imprenditore e la sua azienda, e una modalità di comunicazione rispettosa e umile, all’imprenditore spero la sensibilità e l’intelligenza per comprendere come anche il contributo del manager possa essere importante per lo sviluppo del valore dell’azienda e la soddisfazione del cliente, dei fornitori, dei dipendenti e di conseguenza degli azionisti.

    PS : E’ stata la mia prima partecipazione ad un evento FdR, e vi confesso di aver portato a casa un’esperienza decisamente positiva. A presto. Marco

  3. Non posso che sottoscrivere il commento di Marco. Anche nella mia esperienza ho avuto modo di constatare una certa diffidenza da parte degli imprenditori italiani nei confronti dei \"manager\", portatori sani di malattie aziendali.
    Concordo con la necessità da parte dei manager di calarsi nella realtà aziendale e di creare sintonia con l’imprenditore, non può rimanere sul suo piedistallo ad elargire prediche, ma allo stesso tempo lo stesso sforzo dovrebbe essere svolto dall’imprenditore che vuole managerializzare la propria azienda, dovrebbe mettere da parte l’orgoglio del “ho fatto tutto io qui, e so bene come va fatto” e mettere in grado il manager di portare valore aggiunto all’impresa.

  4. Purtroppo non ho partecipato all’evento.
    In quanto manager che collabora con imprenditori di PMI, mi carico la croce addosso e credo che molta responsabilità del successo della missione sia dalla parte del manager: oltre a portare il suo “sapere” e la sua esperienza, il manager deve comprendere l’ambiente e l’imprenditore, per proporre nel modo giusto il suo modo di agire, il suo metodo di miglioramento e per raggiungere degli obiettivi generalmente un po’ fumosi che deve contribuire a rendere chiari, in termini numerici e qualitativi.

    Peccato non aver ascoltato Varanini: mi sarebbe piaciuto stuzzicare il dibattito!

  5. Anche se in ritardo volevo lasciare un piccolo segno della mia prima partecipazione ad un evento FdR. Interessante l’argomento non c’è dubbio, e anche vasto in base a quelli che sono i rispettivi punti di osservazione che ognuno di noi ha.
    Non c’è dubbio come l’imprenditore sia “vita e morte” della propria azienda in certi casi estremi, e rispetto ai decenni passati sono stati fatti notevoli passi avanti. Io ho sempre lavorato con gli imprenditori delle PMI e non posso negare che pur nonostante non sia stata facile la vita con loro in certi momenti, ho avuto in cambio oltre alla “esperienza imprenditoriale” anche un certo “divertimento professionale” scaturito dalla creazione delle idee nei momenti e nei modi più inaspettati e a volte decisamente meno formali.
    Ci sono grandi difficoltà che a volte vanno superate con gli Imprenditori ma le soddisfazioni sono tante, ci vuole tanta pazienza anche perchè poi alla fine spesso ce lo dimentichiamo, ma sono loro che rischiano tutto.

    Adesso ad esempio sto vedendo quanto conta il passaparola rispetto ad un head hunter o agenzia di selezione, perchè avendo deciso di trasferirmi in Romagna i contatti sono in maggioranza tramite amicizie. Il percorso è più arduo.

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