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Quali Negozi per il Centro?

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Ma perché nel Centro Storico di Senigallia vi sono alcuni negozi che celebrano una lunga permanenza (es. Mazzarini per 40 anni, Novottica per 30 anni) mentre altri, invece, si spengono lentamente o, altri ancora, stentano a prendere il ‘via’?

L’estenuante crociata di talune forze politiche e delle Associazioni di categoria contro un’Amministrazione incerta su come si debbano salvare i commerci in centro città – dalla questione dei parcheggi alle ZTL, dalle soste produttive alle aperture per il 150esimo – ormai ha imboccato un vicolo cieco.

In città, se ci guardiamo intorno, ci sono molti negozi che, pur tra le mille difficoltà del momento congiunturale, hanno creato nel tempo una clientela così fidelizzata che mai andrebbe in un centro commerciale ad acquistare, magari le stesse cose, dove non vi troverebbe la gentilezza, la cortesia, la competenza del personale e del titolare di questi storici negozi. Ma quelli che si accingono ad aprirne uno adesso? Oggi, diciamocelo francamente, non si può aprire in centro un negozio qualsiasi solo perché si è bravi in un certo settore merceologico o perché da qualche altra parte ne abbiamo acquisite le competenze e quindi, volendo avere un’altra visibilità, ne apriamo uno in centro. Purtroppo, vi sono dei limiti dettati dalla tipologia di clienti che frequentano il centro per gli acquisti e dal tipo di bene o servizio che si vuole offrire che sia particolarmente interessante rispetto a quello che si può trovare ovunque.

In questo l’Amministrazione potrebbe fare molto. Ossia, dovrebbe avere la capacità e assumersi la responsabilità di indirizzo verso tutti quegli imprenditori che vogliono investire in centro indicando loro con chiarezza quali sono i settori strategici potenzialmente remunerativi. Naturalmente, il contributo delle Associazioni e di alcuni imprenditori storici potrebbe aumentare molto l’affidabilità dell’indirizzo.

Ma per quelli esistenti? che cercano di riqualificarsi faticosamente non avendo particolari esperienza di marketing di se stessi e del proprio brand? Chi li aiuta? Chi gliele dà le competenze necessarie per tornare ad emergere nonostante vendano le stesse cose che si possono trovare facilmente altrove? Non bastano le lodevoli e volenterose iniziative di qualche Associazione che, prodigandosi per i suoi associati, al fine di attrarre più gente in centro, in presenza di risultati modesti, prova a scaricare tutta la responsabilità sull’Amministrazione che boccia praticamente quasi tutto in nome della sostenibilità! Anche qui manca la volontà di fare meglio, investendo in programmi di formazione al ruolo e di marketing management, condizioni essenziali per far crescere la qualità del personale di vendita e l’attrattività della propria location.

E poi bisognerà, infine, chiedersi qual è il filo rosso che collega tutti gli esercizi del centro; ossia, quei Valori e quelle Norme Comportamentali comuni che ci consentirebbe di proporre una strategia di promozione e di valorizzazione delle strutture commerciali finalizzata al passaggio dalla concezione di una vendita orientata al prodotto ad una finalizzata alla soddisfazione dei clienti. Una Carta Valori e un Codice Deontologico, quindi, utili a farci riconoscere come Centro Commerciale Naturale e che comportino da un lato il superamento della logica individualistica dei singoli esercizi e dall’altra l’innesco di un virtuoso processo di sviluppo che genera, mediante l’implementazione di attività comuni, una serie di importanti benefici per tutta la città.

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